Di intelligenza artificiale, negli ultimi tempi, si parla sempre più frequentemente. Comporta notevoli vantaggi, è vero, ma è così utile ed affidabile? In questo articolo, in particolare, ci occupiamo di approfondire se, e come, sia possibile sfruttarla a favore dell’impegno di tutte le nazioni nel trovare soluzioni comuni alla povertà, ai cambiamenti climatici, al degrado dell’ambiente e alle crisi sanitarie. Ovvero a quelle che vengono oramai definite le “sfide globali”. Insomma: come l’intelligenza artificiale può aiutare i 17 Sustainable Development Goals (SDGs) dell’Agenda 2030?
Prima di entrare nel vivo, utile può tornare fare il punto sulla situazione. L’Agenda 2030 è un piano d’azione globale per il progresso sociale, economico e ambientale adottato dalle Nazioni Unite nel settembre 2015. E’ stato accolto da 193 Paesi membri dell’ONU ed è in vigore dal 2016. Tale programma si compone di 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) e 169 obiettivi correlati che sono stati definiti, appunto, per affrontare le sfide che interessano il mondo intero. Si tratta di povertà, fame, disuguaglianze, cambiamento climatico e protezione dell’ambiente.
Quali sono, in concreto, i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile? Li elenchiamo di seguito così come sono riportati sul sito dell’Agenzia per la Coesione Territoriale:
Ma tornando al focus di questo articolo, è possibile – e se sì, come – sfruttare l’AI per raggiungere più facilmente i 17SDGs? A rispondere è stata, nell’ambito del suo intervento all’evento “Advancing the Global Goals with artificial intelligence”, la vice Segretario Generale delle Nazioni Unite Amina J. Mohammed, che ha istituito un comitato di alto livello sulla cooperazione digitale. Il fine di questo organo dovrebbe consistere proprio nella promozione di un dialogo costruttivo incentrato sulle potenzialità della tecnologia a sostegno della progressione del benessere umano, senza tralasciare, naturalmente, i rischi che ne deriverebbero.
Dal dialogo è emerso come l’AI possa tornare utile, ad esempio, se impiegata nella progettazione di sistemi intelligenti che consentano la spiegazione delle loro decisioni e, di conseguenza, la possibilità di poter individuare le responsabilità dell’uomo a seguito del loro uso. Del resto, l’intelligenza artificiale viene già ampiamente sfruttata, e con successo, in ambiti quali l’analisi predittiva (ovvero il processo di utilizzo dei dati per prevedere risultati futuri) e l’automazione industriale e dei servizi pubblici.
L’articolo, “The role of artificial intelligence in achieving the Sustainable Development Goals” Nat Commun 11, 233 (2020) ha evidenziato come l’intelligenza artificiale possa consentire il raggiungimento di 134 dei target che sostanziano gli obiettivi di sviluppo sostenibile, ma ne possa anche inibire 59. Un suo possibile utilizzo in ambito di sostenibilità potrebbe venire dall’abilitazione di reti intelligenti che adattino la domanda di energia ai periodi in cui splende maggiormente il sole o il vento soffia più forte. Oppure, potrebbe consentire “l’esistenza di città smart e a basse emissioni di carbonio che utilizzano una serie di tecnologie interconnesse come i veicoli elettrici autonomi e gli elettrodomestici intelligenti”. In modo da soddisfare la domanda nel settore dell’elettricità.
Bisogna comunque considerare come la tecnologia basata sull’intelligenza artificiale potrebbe anche innescare disuguaglianze che potrebbero agire da inibitori su alcuni degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Come lo sradicamento della povertà, la garanzia di un’istruzione di qualità inclusiva ed equa e l’uguaglianza di genere.
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