Inquinamento e fertilità: genitali e testicoli saranno più piccoli
Inquinamento, genitali e testicoli più piccoli e fertilità a rischio: è quanto rivela una nuova meta-analisi sulla riproduzione umana.
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L’inquinamento sta avendo effetti devastanti sulla fertilità maschile, determinando non solo un calo nella quantità e nella qualità degli spermatozoi, ma anche genitali e testicoli più piccoli rispetto alle passate generazioni. È quanto emerge da una nuova indagine condotta da Shanna Swan, epidemiologa per la Icann School of Medicine della Mount Sinai di New York, e raccolta nel libro “Countdown”.
Dall’analisi, è emerso come il conteggio degli spermatozoi sia sceso in media del 60% dal 1973 a oggi e, proseguendo lungo questa strada, si rischia di sfiorare quota zero già nel 2045.
Inquinamento: tra infertilità e genitali rimpiccioliti
Così come già accennato, l’esposizione continuativa a inquinanti ambientali sta mettendo a dura prova la fertilità maschile. Dal 1973 a oggi il numero medio di spermatozoi si è ridotto del 60%, rendendo pertanto più difficile il concepimento. E per effetto degli stessi contaminanti, i quali interferiscono con i normali processi ormonali, si sta notando una diminuzione della grandezza del pene nelle nuove generazioni rispetto ai valori medi di padri e nonni, associati a testicoli dal volume inferiore a quello che fino a pochi decenni fa era considerata la norma.
Swan ha condotto una vera e propria meta-analisi, rivedendo ben 185 studi scientifici condotti dal 1973 al 2011, per un totale di 42.935 uomini analizzati e decide di migliaia di campioni di eiaculato analizzati.
Ma quali sono i contaminanti responsabili di questo attacco alla fertilità? Secondo gli esperti, a danneggiare il sistema riproduttivo umano sarebbero una lunga lista di prodotti che vengono usati quotidianamente. Contenitori di plastica per il cibo, profumi e detergenti, cosmetici, ritardanti di fiamma bromurati per mobili e dispositivi elettronici e molto altro ancora. In particolare, è stato evidenziato il ruolo dei PFAS – spesso rilevati in oggetti in plastica destinati alla conservazioni di alimenti – poiché non solo alterano i normali cicli ormonali dell’organismo, ma si accumulano nel corpo senza possibilità di essere smaltiti. Sono proprio i PFAS a essere i maggiori responsabili nella “riduzione drammatica del conteggio spermatico e nel rimpicciolire pene e testicoli”.
Purtroppo, l’inquinamento sta agendo anche sul versante femminile della riproduzione: oggi una donna di 25 anni ha meno possibilità di raggiungere il concepimento rispetto alla madre, quando quest’ultima aveva già compiuto i 35 anni d’età.
Sia in Europa che negli Stati Uniti sono state approvate delle misure per ridurre ftalati e altri inquinanti dagli oggetti di uso quotidiano, dai detergenti e dai prodotti cosmetici, ma si tratta di una corsa contro il tempo. A contribuire anche un’alimentazione sregolata, gli stili di vita sedentari e il ridotto contatto con la natura.
Fonte: Guardian