Inquinamento, Biden contro i freezer dei supermercati
Inquinamento, Biden è pronto a limitare l'uso di idrofluorocarburi negli impianti di refrigerazione dei supermercati.
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La lotta all’inquinamento passa anche da una maggiore attenzione alle provviste alimentari, cambiando le logiche di conservazione dei supermercati. Ne è convinto il nuovo Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, pronto a intervenire su una fonte sconosciuta di emissioni: quella dei freezer e dei frigoriferi di negozi e grandi magazzini.
La nuova amministrazione USA vuole infatti rendere illegale l’uso di alcune sostanze chimiche impiegate per il funzionamento della refrigerazione a livello industriale e nel terzo settore, per ridurne fortemente l’impatto ambientale.
Inquinamento, Biden contro i freezer
Non è di certo un segreto: fare la spesa non è sempre un’attività a emissioni zero. Il recupero di alimenti e altri prodotti per la casa richiede uno spostamento, dalla propria abitazione al supermercato, una necessità che genera inevitabilmente delle emissioni. E i prodotti che si trovano sugli scaffali hanno comportato una certa quantità di inquinamento, tra la produzione e i costi ambientali del trasporto. Sebbene questi fattori siano noti pressoché a tutti, ben meno palese è un’altra forma di contaminazione, più difficile da identificare ma dall’impatto importante sull’ambiente: quella di frigoriferi e freezer.
Negli Stati Uniti, in particolare, i supermercati usano un sistema molto articolato per la refrigerazione degli alimenti. Anziché avvalersi di singoli refrigeratori, come spesso avviene in Europa, i grandi magazzini prevedono una lunga rete interna di trasporto di idrofluorocarburi, necessari per garantire il raffreddamento dei prodotti. Una fitta trama di tubi e altri dispositivi che viene integrata direttamente nell’architettura di questi negozi, tuttavia foriera di molti problemi. Spesso queste tubature hanno infatti delle perdite, e gli idrofluorocarburi contaminano così l’ambiente. Altrettanto di sovente, vengono emesse grandi quantità di gas che fuoriescono dagli stessi tubi, che contribuiscono in modo sensibile alla produzione di emissioni dannose per l’atmosfera.
All’interno dell’American Innovation and Manufacturing Act, di recente approvato negli USA, l’EPA ha richiesto a tutte le attività commerciali di ridurre o eliminare il ricorso a questi idrofluorocarburi, affinché i gas serra generati possano scendere dell’85% nei prossimi 15 anni. La decisione si è resa necessaria dopo che alcune recenti indagine a campione hanno rilevato come, in decine di supermercati statunitensi, si verifichino regolarmente perdite di R407A, un gas serra dalla dannosità 2.107 volte più alta rispetto all’anidride carbonica. Di 45 grandi magazzini verificati dall’EPA, ben il 55% presentava perdite pericolose.
Quasi tutte le catene a stelle e strisce hanno deciso di impegnarsi per ridurre queste emissioni, anche rinunciando agli idrofluorocarburi in favore di altre tecnologie. Un impegno non da poco, considerando come tra il 2018 e il 2019 vi sia stato un aumento di 4 milioni di tonnellate nei gas serra rilasciati dai supermercati. Ognuno di questi emette in un anno l’equivalente di 400 automobili e, negli USA, sono ben 38.000 gli esercizi commerciali aperti.
Un precedente tentativo di limitare gli idrofluorocarburi, poiché inquinanti, era stato avanzato dall’amministrazione Obama, ma nel 2017 le corti statunitensi ne avevano decretato l’inammissibilità. Ora pare che Biden sia riuscito nell’intento, con un nuovo provvedimento per limitare l’inquinamento che dovrebbe entrare in vigore a breve.
Fonte: Washington Post