Inquinamento atmosferico e Covid-19: nuovo studio li collega
Inquinamento atmosferico e Covid-19 collegati secondo uno studio svizzero: nel mirino soprattutto le concentrazioni di polveri sottili.
Fonte immagine: Billede af Mirko Bozzato fra Pixabay
L’inquinamento atmosferico favorisce la diffusione del Coronavirus. A confermare la tesi già sostenuta nei mesi scorsi è uno studio svizzero, svolto dai ricercatori dell’Università di Ginevra. Nel mirino sono finite le polveri sottili, soprattutto quelle di piccole dimensioni come le PM2.5. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Earth Systems and Environment.
Gli studiosi svizzeri hanno incrociato i dati atmosferici e sanitari registrati in Francia e Svizzera dall’avvio dell’emergenza Covid-19 in Europa. Gli scienziati hanno tenuto conto anche del fatto che, malgrado fosse presente nel Vecchio Continente già a fine 2019, il Coronavirus non si è diffuso fino alla primavera 2020. Ha dichiarato Mario Rohrer, prima firma dello studio e ricercatore presso l’ateneo ginevrino:
Questo intervallo di tempo è sorprendente, ma suggerisce anche che qualcos’altro può promuovere la trasmissione del virus, oltre alla semplice interazione tra le persone, e in particolare la gravità dell’infezione.
Inquinamento atmosferico e Covid, i rischi legati alle PM2.5
Secondo lo studio svizzero le polveri sottili favorirebbero non soltanto la permanenza del virus nell’aria, ma anche la sua diffusione e di conseguenza il contagio. Soprattutto quelle di dimensioni inferiori ai 2,5 micrometri, che amplificherebbero le possibilità di trasmissione per via aerea.
Gli stessi ricercatori avrebbero dimostrato che diversi picchi nel numero di casi sarebbero seguiti a periodi in cui i livelli di PM2.5 nell’aria erano particolarmente elevati. Secondo Rohrer tale effetto potrebbe essere spiegato con l’azione infiammatoria delle polveri sottili a danno delle vie respiratorie e dell’apparato cardiovascolare:
In combinazione con un’infezione virale, questi fattori infiammatori possono portare a una grave progressione della malattia. L’infiammazione promuove anche l’attaccamento del virus alle cellule.
Curcuma possibile alleato naturale per combattere il Covid
Lo studio svizzero risulta in linea con quanto pubblicato in questi giorni da un team di ricercatori britannici delle università di Bedfordshire e Cambridge. Secondo il Professor Thomas, che ha guidato la ricerca, a favorire il contagio e l’aggravarsi dei quadri clinici sarebbero sia alcune patologie croniche preesistenti che gli stati infiammatori a carico dell’apparato respiratorio e cardiocircolatorio.
Come è possibile leggere più nel dettaglio cliccando sul link poco sopra, alcuni rimedi naturali come la curcuma sono stati indicati come potenzialmente utili sia per ridurre il rischio di trasmissione del virus che per evitare conseguenze più gravi in caso di contagio.