Inquinamento atmosferico
L’inquinamento atmosferico è un argomento di strettissima attualità, in questi anni in cui si parla sempre più di surriscaldamento globale e cambiamenti climatici. E si tratta di un fenomeno la cui origine è perlopiù umana, in particolare dalla Rivoluzione Industriale in poi, con l’immissione in atmosfera di gas, sostanze chimiche e altri composti pericolosi capaci di avere un impatto sia sul clima terrestre che sulla salute degli abitanti del Pianeta. Ma cosa si intende per inquinamento atmosferico e, soprattutto, quali sono le conseguenze?
Non è sempre facile riconoscere l’inquinamento atmosferico, a differenza di altre forme di inquinamento come quello da rifiuti oppure da scarichi industriali. Si tratta infatti di una minaccia spesso invisibile, perché avviene a livello molecolare, senza che l’uomo ne abbia spesso sentore. Se non in casi particolari, come in periodi dell’anno particolarmente inquinati, quando la concentrazione di particelle dannose nell’aria porta alla creazione di un’irrespirabile cappa grigia sulle città. Di seguito, qualche informazione utile.
Per inquinamento atmosferico si intende l’insieme degli agenti fisici, chimici e biologici che vengono immessi nell’atmosfera terrestre, alterandone le sue caratteristiche naturali. In termini più semplici, si tratta della produzione – quindi dell’emissione – di sostanze dannose quali particolato, metalli pesanti, anidride carbonica, metano e molto altro.
L’inquinamento atmosferico non è però da confondersi con lo smog, elemento caratteristico di molte metropoli, che è solo una porzione dell’inquinamento totale che si registra in atmosfera.
Di inquinamento atmosferico si parla sin dalla Rivoluzione Industriale, quando si notarono dei cambiamenti nell’aria a causa della produzione di fumi dovuti alle prime fabbriche. Alimentate perlopiù a carbone, queste strutture emettevano dei densissimi fumi neri, capaci di avere effetti sulle vie respiratorie in pochissimo tempo e già noti per alterare i normali cicli della natura.
È nel ‘900 che il fenomeno diventa più ingombrante, poiché si sono moltiplicate le fonti di emissione. Non più soltanto gli scarichi delle fabbriche, ma anche i trasporti, i riscaldamenti domestici, i solventi chimici a uso industriale e tanto altro ancora hanno profondamente cambiato l’intera atmosfera terrestre.
Oggi è noto che l’inquinamento atmosferico non sia solo un problema ambientale, con conseguenze dirette sulla sopravvivenza degli ecosistemi e il riscaldamento globale, ma anche una minaccia per la salute. Può infatti influire sul sistema respiratorio e cardiovascolare, con esiti anche gravi per il benessere personale.
Ma quali sono le sostanze più pericolose, quelle che hanno maggior impatto sull’inquinamento atmosferico?
Ma sono moltissimi altri gli inquinanti atmosferici, tra cui piombo e altri metalli pesanti, monossido di carbonio, biossido di azoto, ozono e via dicendo.
Sono ben pochi i luoghi terrestri che possono contare su bassissimi o nulli livelli d’inquinamento atmosferico. Anche perché le sostanze nocive emesse, una volta raggiunti gli strati più alti dell’atmosfera, circolano pressoché ovunque.
Ma vi sono dei Paesi dove il problema è insistente, soprattutto in concomitanza con un’estesa produzione industriale e alte concentrazioni di persone a livello urbano.
Una ricerca dell’Università di Berkeley, condotta nel 2020, ha evidenziato le zone più a rischio a livello mondiale:
Sono moltissime le cause dell’inquinamento atmosferico. Innanzitutto, si distingue tra cause naturali e ragioni antropiche, ossia dovute all’uomo.
Fra le cause naturali, si elencano:
Fra quelle umane, invece, si registrano:
Di seguito, alcune delle cause antropiche spiegate nel dettaglio.
Il traffico automobilistico causa di più di un quarto delle emissioni globali di sostanze inquinanti. I principali responsabili sono i motori a scoppio che, durante l’uso, possono emettere ossidi di azoto, biossido di zolfo, particolato e metalli pesanti. Bisogna includere anche l’anidride carbonica emessa in fase di estrazione e tutti gli inquinanti coinvolti nel processo di estrazione del petrolio e degli idrocarburi.
I sistemi di riscaldamento possono rilasciare degli inquinanti atmosferici simili al traffico automobilistico e, dal punto di vista ambientale, pesano addirittura di più delle stesse quattro ruote sulla contaminazione dell’aria.
Non solo anidride carbonica, derivati dello zolfo, metano e ossidi d’azoto, ma una particolare attenzione è da conferire alla combustione della legna. L’uso di legno e derivati – come il pellet – per riscaldare le case è considerato il principale responsabile del rilascio di particolato PM 10 e PM 2.5.
Gli allevamenti intensivi e l’agricoltura sono oggi responsabili dell’emissione di grandi quantità di inquinanti atmosferici, tanto che la loro portata ha addirittura superato il traffico automobilistico. Questo perché, soprattutto nei Paesi del Sudamerica e del Sudest asiatico, si registra:
Per quanto le aziende tentino di diventare sempre più sostenibili, il settore industriale è tutt’oggi il settore responsabili di alcune delle più alte emissioni. livello globale. Comprendono praticamente tutti gli inquinanti noti, dall’anidride carbonica al particolato, nonché grandi quantità di metalli pesanti.
I roghi dolosi sono invece i principali responsabili dell’aumento dei livelli di PM 10 e PM 2.5, soprattutto su vasta o vastissima scala.
Ma quali sono le principali conseguenze dell’inquinamento atmosferico e, soprattutto, quali i rischi dell’uomo? Questo tipo di inquinamento può influire su:
Ma quali sono le azioni che possono aiutare nel ridurre l’inquinamento atmosferico, evitando così conseguenze anche a lungo termine per il Pianeta?