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Quanto costa un impianto agrovoltaico e quali incentivi sono previsti

L'agrivoltaico rappresenta una delle pratiche di sostenibilità fra le più interessanti: coniuga, infatti, le necessità di coltivazione con quelle di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Diverso dal semplice fotovoltaico a terra, per l'agrivoltaico sono disponibili specifici incentivi all'interno dei fondi del PNRR, approvati dalla Commissione Europea per un totale di 1.7 miliardi di euro destinati all'Italia.

Quanto costa un impianto agrovoltaico e quali incentivi sono previsti

Fonte immagine: Unsplash

L’agrivoltaico rappresenta una delle più interessanti innovazioni sul fronte della sostenibilità ambientale. Coniugando le necessità di coltivazione con quelle di produzione di energia rinnovabile, l’agrivoltaico apporta notevole benefici sia a livello agricolo che di comunità. Ma quanto costa un impianto agrivoltatico e quali sono gli incentivi previsti?

Prima di cominciare, è utile dipanare alcuni dubbi su ciò che si intenda per agrivoltaico. Non si tratta, infatti, della semplice installazione di pannelli fotovoltaici su campi coltivati, bensì di uno studio profondo delle esigenze delle coltivazioni, affinché gli stessi pannelli non siano funzionali solo alla produzione dell’energia, ma migliorino anche le condizione di crescita di verdure e ortaggi. Di seguito, tutte le informazioni utili.

Cosa è l’agrivoltaico

Con il termine agrivoltaico si identifica un sistema integrato di produzione agricola e di energia da fonti rinnovabili. Entrambe le necessità – quindi la coltivazione dei campi e l’installazione dei pannelli fotovoltaici – vengono soddisfatte approfittando del medesimo terreno, massimizzandone così le possibilità. Come già anticipato, l’agrivoltaico rappresenta una delle pratiche di sostenibilità più interessanti, poiché altamente efficiente e, soprattutto, a ridotto impatto ambientale.

Per quanto nell’immaginario comune si tenda a identificare come agrivoltaico qualsiasi installazione di pannelli solari al suolo, la realtà è ben più complessa. Non possono infatti essere considerati agrivoltaico in senso stretto tutti quegli impianti dove la produzione di energia è a discapito di quella agricola: in altre parole, la presenza dei pannelli solari non deve andare a detrimento delle coltivazioni, bensì facilitarne la crescita.

I principi di base dell’agrivoltaico

Coltivare
Fonte: Pixabay

Come già anticipato, l’agrivoltaico deve essere considerato come un sistema integrato, dove sia le necessità agricole che quelle energetiche vengono ottimizzate e soddisfatte. Fra i principi alla base di questa disciplina, di conseguenza, si possono elencare:

  • la preservazione dei terreni agricoli, la cui produzione non deve essere limitata dalla presenza di impianti fotovoltaici;
  • il miglioramento della resa delle coltivazioni;
  • la produzione di energia elettrica che, in prima battuta, deve essere a vantaggio delle stesse pratiche agricole praticate sul campo, dopodiché alle comunità locali che si sviluppano nei dintorni dell’area coltivata.

I benefici dell’agrivoltaico sulle coltivazioni

L’agrivoltaico non sottrae terreno e risorse alle coltivazioni, così come avviene per la semplice installazione di pannelli fotovoltaici a terra. È invece una tecnica che può favorire e incentivare un sano sviluppo delle piante, apportando svariati benefici:

  • una gestione oculata delle zone ombra, che possono favorire lo sviluppo di alcune specie vegetali che poco si adattano a un’esposizione solare continua;
  • una più accurata gestione delle necessità idriche connesse all’irrigazione, poiché la copertura garantita dai pannelli fotovoltaici riduce l’evaporazione eccessiva dell’acqua e stimola una naturale regolazione dell’umidità del suolo;
  • una più efficiente protezione delle specie vegetali delicate dai danni dei cambiamenti climatici. L’aumento costante delle temperature sta infatti mettendo a dura prova la coltivazione di una grande varietà di verdura, ortaggi e frutta, anche per specie che solitamente amano un’esposizione solare diretta. Schermando i raggi solari, l’agrivoltaico limita l’incremento eccessivo della temperatura al suolo.

Quanto costa un impianto agrivoltatico

Pannelli fotovoltaici, agrivoltaico
Fonte: Pixabay

Ma quanto costa la predisposizione di un impianto agrivoltaico, dove la produzione di energia non vada a detrimento delle coltivazioni? Come facile intuire, molto dipende dall’estensione dell’area coltivata che si vuole trasformare in agrivoltaico.

Innanzitutto, è necessario considerare la tipologia di agrivoltaico che si vuole implementare:

  • Agrivoltaico sospeso: i pannelli fotovoltaici vengono montati a una certa altezza rispetto al suolo, senza così influire sull’estensione dell’area effettivamente coltivabile;
  • Agrivoltaico a interfila: i pannelli vengono installati in file parallele e la coltivazione avviene tra gli spazi tra una fila e l’altra;
  • Agrivoltaico orientabile: i pannelli vengono installati su apposite strutture basculanti e, tramite sensori o manualmente, vengono orientati sempre in direzione del sole. Ancora, gli stessi pannelli possono essere spostati a seconda delle necessità di esposizione delle varietà coltivate.

Dopodiché, vanno considerate le tipologie di spese e costi che si andranno ad affrontare:

  • Costi di progettazione dell’impianto;
  • Costi per le attrezzature fotovoltaiche e per la loro installazione;
  • Costi per l’eventuale sistema d’accumulo a batteria;
  • Costi ciclici di manutenzione.

In linea generale, la spesa totale – senza considerare gli incentivi – non è di molto superiore a quella di un classico impianto a terra: la media è di circa 20.000 euro per 20 kW di potenza installata. Va da sé che, al crescere della complessità dell’impianto – come ad esempio la presenza di pannelli basculanti motorizzato – aumentano anche i costi.

Gli incentivi per l’agrivoltaico

Incentivi agrivoltaico
Fonte: Pixabay

Sin dal 2022, a livello europeo viene incentivata l’installazione di parchi agrivoltaici, tramite un sistema di erogazione fondi che possa favorire lo sviluppo di questo settore. E, naturalmente, anche l’Italia partecipa a questo progetto, tramite i fondi del PNRR, con l’obiettivo di arrivare a 1.04 GW di impianti agrivoltaici entro il 30 giugno del 2026. Per il 2024, la Commissione Europea ha approvato lo stanziamento di 1.7 miliardi di euro per l’agrivoltaico italiano.

I fondi ottenuti verranno distribuiti con un sistema di gare e di selezione dei progetti più meritevoli, sulla base del valore più basso della tariffa necessaria per l’installazione dell’impianto. Entrando maggiormente nel dettaglio:

  • i progetti selezionati riceveranno fino al 40% in incentivi sui costi d’investimento;
  • al bando potranno accedere aziende agricole, imprese e associazioni;
  • gli incentivi verranno erogati per un periodi di 20 anni;
  • i progetti approvati dovranno essere terminati e risultare operativi entro il 30 giugno 2026;
  • il costo massimo d’investimento deve essere inferiore a 1.500 euro per KW installato, per una potenza nominale dell’impianto pari o superiore a 300 KW;
  • il terreno su cui verrà realizzato l’impianto agrivoltaico dovrà riservare il 70% della superficie a terra alla produzione agricola.

L’assegnazione dei fondi avviene tramite bando annuale del GSE, ovvero il soggetto attuatore. In attesa di scoprire il bando 2024, è utile sapere che il bando rimane di solito aperto fino al mese di dicembre dell’anno di riferimento.

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