Il pangolino possiede un vantaggio evolutivo sul coronavirus
Il pangolino possiede un vantaggio evolutivo sul coronavirus, tale da eliminare tutte le conseguenze negative dal contagio.
Fonte immagine: GP232 via iStock
Il pangolino potrebbe approfittare di un vantaggio evolutivo sul coronavirus, una caratteristica genetica unica e non presente in nessun mammifero, uomo compreso. È quanto rivela un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica Frontiers in Immunology, pronta a sottolineare come i geni di questo animale potrebbero disattivare l’eccessiva risposta del sistema immunitario all’infezione da SARS-CoV-2, limitandone le conseguenze sull’organismo.
Sin dai primi contagi identificati in Cina, il pangolino è finito al centro del dibattito mondiale sulla diffusione del nuovo coronavirus. Alcuni ricercatori sospettano che il salto di specie possa essere avvenuto proprio da questo animale, considerando come venga spesso commerciato illegalmente nei wet market cinesi, nonostante sia una specie protetta. L’animale è quindi diventato oggetto di studio e, nel corso delle ultime settimane, è emerso come possa essere contagiato dal nuovo coronavirus senza però subirne gli effetti.
La ragione sarebbe da rinvenire nell’assenza di due geni “antivirali” nel DNA del pangolino, rispetto ad altri animali sensibili al virus, in particolare i mammiferi. Questi geni fungono normalmente come sentinella per le aggressioni esterne, affinché il sistema immunitario possa immediatamente attivarsi ed eliminare intrusi virali, ma con il coronavirus l’organismo attiva una risposta eccessiva. L’ingresso dell’agente esterno nelle cellule scatena la cosiddetta tempesta di citochine, una reazione a catena che determina l’estrema infiammazione dei polmoni e la loro conseguente incapacità di gestire efficacemente lo scambio tra ossigeno e anidride carbonica.
Secondo i ricercatori si può ora pensare di “disattivare” momentaneamente l’attività di questi due geni, tramite appositi farmaci, proprio per evitare questa tempesta di citochine. Così ha spiegato Leopold Eckhart, coautore dello studio e docente presso la facoltà di Medicina dell’Università di Vienna:
Il nostro lavoro dimostra come i pangolini siano sopravvissuti a milioni di anni di evoluzione senza un preciso tipo di difesa antivirale, invece usata da altri animali. Ulteriori studi si renderanno necessari per capire come i pangolini riescano a sopravvivere alle infezioni virali, questo potrebbe aiutarci nell’identificare nuove strategie di trattamento per le persone colpite da simili infezioni.
Fonte: Eurekalert