
Montante contributivo e rivalutazione (www.greenstyle.it)
Nel 2025, l’Italia si prepara a un cambiamento significativo nelle pensioni, grazie all’incremento del tasso di capitalizzazione.
Questo si traduce in una rivalutazione del 3,6622%, un aspetto cruciale per tutti coloro che si apprestano a ricevere la loro pensione quest’anno. Ecco le modifiche ai coefficienti di rivalutazione delle pensioni, analizzando l’impatto di queste novità sui pensionati e sul sistema previdenziale italiano.
La rivalutazione del montante contributivo è un elemento fondamentale per il calcolo della pensione. Per chi andrà in pensione nel 2025, il montante contributivo, ovvero la somma di tutti i contributi versati durante la vita lavorativa, verrà rivalutato del 3,66%. Questo significa che i pensionati possono aspettarsi un aumento concreto dell’importo della loro pensione.
Il sistema pensionistico italiano si basa principalmente su due schemi:
- Retributivo
- Contributivo
Nel sistema contributivo, l’importo della pensione è calcolato come una percentuale del montante contributivo. La percentuale applicata varia in base all’età del pensionato al momento del pensionamento, con coefficienti che aumentano all’aumentare dell’età. Ciò implica che chi decide di andare in pensione più tardi avrà diritto a una pensione maggiore, grazie a coefficienti di trasformazione più favorevoli.
Coefficienti di trasformazione e speranza di vita
Un aspetto da considerare è che i coefficienti di trasformazione, che determinano come il montante contributivo viene convertito in pensione annua, sono stati ridotti a causa dell’aumento della speranza di vita. Questa modifica potrebbe, in parte, controbilanciare l’aumento del tasso di capitalizzazione, ma le nuove cifre indicano che l’impatto complessivo delle rivalutazioni sarà positivo per i pensionati.
Ad esempio, un lavoratore che va in pensione a 60 anni e ha un montante contributivo di 300.000 euro, nel 2024 riceveva una pensione annua di 13.845 euro. Con l’attuale rivalutazione a 310.986 euro e un coefficiente di trasformazione ridotto al 4,536%, la pensione annua salirà a circa 14.106 euro, con un incremento di circa 250 euro rispetto all’anno precedente. Questo dimostra chiaramente come la rivalutazione possa compensare, in parte, la diminuzione dei coefficienti di trasformazione.

Il Messaggero ha fornito alcuni esempi chiave per illustrare l’impatto di queste variazioni. Un pensionato di 65 anni con un montante contributivo di 450.000 euro ha visto la sua pensione passare da 24.084 euro nel 2024, grazie a un coefficiente di trasformazione del 5,352%, a 24.490 euro nel 2025, applicando il nuovo coefficiente del 5,250%. Questo incremento riflette l’effetto combinato della rivalutazione e delle modifiche ai coefficienti.
Pace contributiva: opportunità per i lavoratori
Un’altra novità importante riguarda la pace contributiva, una misura introdotta per offrire ai lavoratori la possibilità di coprire eventuali buchi contributivi nella loro carriera lavorativa. Questo strumento permette di riscattare periodi di contribuzione non versati, purché non derivino da omissioni. I requisiti per accedere a questa misura sono stati chiariti dall’INPS, rendendo il processo accessibile sia per i diretti interessati sia per i loro familiari.
La domanda può essere presentata online attraverso il portale dell’INPS o contattando il call center. Una volta presentata, l’INPS ha un termine di 85 giorni per definire il provvedimento. La pace contributiva permette di riscattare periodi di contribuzione per un massimo di cinque anni, anche non continuativi, e il riscatto può essere versato in un’unica soluzione o in rate mensili.
I periodi riscattabili sono quelli successivi al 31 dicembre 1995 e precedenti al 1° gennaio 2024. È importante notare che non è necessario che il primo e l’ultimo contributo da prendere a riferimento siano versati nella stessa gestione in cui si intende esercitare la facoltà di riscatto. Questa flessibilità offre ai lavoratori una maggiore opportunità di regolarizzare la propria posizione previdenziale.
In un contesto di crescente incertezza economica, queste novità rappresentano un passo importante verso una maggiore equità e sostenibilità del sistema pensionistico italiano.