I cani sono come i bambini, lo dice la scienza
I cani, come i bambini, hanno bisogno di una figura umana di riferimento per affrontare le piccole sfide del quotidiano: lo svela la scienza.
I cani sono come i bambini: la relazione che viene a formarsi con i loro proprietari, infatti, sarebbe identica a quella che i bimbi sviluppano con i loro genitori. A confermarlo una ricerca scientifica pubblicata su Plos One, condotta dal Messerli Research Institute di Vienna.
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I bambini piccoli vedono nei genitori un porto sicuro: esplorano il mondo a piccoli passi, sapendo di poter contare sempre su mamma e papà. Il tipo di relazione che si instaura tra genitori e figli nei primi anni di vita determinerà, così facendo, il carattere del bimbo una volta cresciuto. I ricercatori hanno voluto quindi indagare se una simile relazione sussista nel rapporto tra cani e proprietari, considerato come le interazioni siano molto simili a quelle che coinvolgono proprio i bambini.
Per questa analisi, gli studiosi hanno diviso dei cani in tre sottogruppi a seconda dell’interazione con gli umani: quello del “proprietario assente”, quello del “proprietario silente” e quello del “proprietario incoraggiante”. A ogni cane di questi gruppi è stato quindi richiesto di compiere delle facili azioni, come l’interazione con un giocattolo, a seconda della presenza del proprietario, ricompensandoli con del cibo qualora avessero seguito correttamente le indicazioni.
Con la presenza del proprietario, i cani tendono a portare a termine il loro compito e a raggiungere la ricompensa necessaria, sia che l’umano in questione li incoraggi vocalmente o rimanga completamente in silenzio. Così come nei bambini, allora, la sola presenza fisica di una persona di riferimento è sufficiente a stimolare desideri e ambizioni, instillando coraggio e voglia di fare. In assenza del proprietario, invece, i cani si dimostrano svogliati e non propriamente interessati al loro premio.
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Come controllo, si è deciso di sottoporre il gruppo del “proprietario assente” alla presenza di persone estranee, per comprendere se sia l’interazione con qualsiasi umano a far da stimolo o se debba essere preesistente un vincolo di fiducia fra i due. Così come ipotizzato, i cani non hanno interagito particolarmente con gli estranei e non hanno portato a termine i loro esercizi, suggerendo come la mancanza di sicurezza determini il loro comportamento. La fiducia, il senso di protezione, il riconoscimento della persona a cui si è fedeli spinge al coraggio e all’esplorazione, proprio come avviene nei bambini.
Simili risultati sono stati rilevati in una ricerca condotta un paio di anni fa, dove si è voluta studiare la capacità dei cani di analizzare le espressioni facciali dei loro proprietari. Proprio come un bambino intento a rubare un biscotto dalla credenza, i cani si comportano dignitosamente finché il proprietario li guarda ed esprime felicità o apprensione con i movimenti dei muscoli del viso, ma il loro atteggiamento cambia non appena l’umano distoglie lo sguardo o mostra loro le spalle.