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Hatha Yoga: origini, tecniche e Asana principali

In che cosa consiste l’Hatha Yoga, quali sono i benefici e gli esercizi più indicati per ritrovare il proprio benessere fisico e interiore.

Hatha Yoga: origini, tecniche e Asana principali

Fonte immagine: Pixabay

Lo Hatha Yoga, tra le varianti più praticate dello yoga, si traduce generalmente con la terminologia “yoga della forza” o “yoga dello sforzo” e consiste nella pratica di una serie di esercizi psicofisici differenti, mirati a controllare la mente e dominare il corpo, ritrovando il benessere interiore e la concentrazione sia grazie a uno stile di vita sano, sia attraverso alcuni specifici esercizi e posizioni.

La parola Hatha, precisamente, deriva dall’unione tra Ha (sole) e Tha (luna), mentre tutta questa disciplina fa parte della corrente dello yoga tantrico che cerca di raggiungere la realizzazione interiore sfruttando i cinque sensi.

Origini

Yoga albero

Per quanto riguarda le origini dell’Hatha Yoga, sono in molti a ritenere che si tratti di un’evoluzione del Tantra che risale al Medioevo, tuttavia è anche probabile che lo yoga della forza, inoltre sia nato in Tibet precisamente all’interno di due antichi libri: l’Hatha Yoga Pradipika di Svatmarama e lo Yoga Sutra di Patanjali. Si dice che chi riesca a conquistare gli obiettivi primari possa essere considerato un vero e proprio “Siddha”, una persona che ha raggiunto la perfezione fondendo coscienza universale e coscienza individuale.

Pratica e tecniche

Yoga cane rovesciato

Le caratteristiche principali dell’Hatha Yoga sono sostanzialmente quattro, basate sia sulla riproduzione delle posture sia sulla meditazione. Gli esercizi fisici vengono chiamati Asana, mentre la Pranayma raggruppa le tecniche di respirazione: i primi sono considerati fondamentali e, rispetto allo yoga semplice, sono particolarmente impegnativi e spesso difficile da eseguire, tuttavia è proprio lo sforzo a rappresentare una risorsa per superare i propri limiti e raggiungere uno stato di benessere completo. La respirazione, invece, viene ritenuta un supporto importante per ottenere maggiore consapevolezza e controllo.

I benefici dell’Hatha Yoga sono numerosi, sia di natura fisica sia psicologica:

  • prevenire il mal di schiena;
  • potenziare l’elasticità di muscoli e tendini;
  • migliorare la respirazione diaframmatica;
  • favorire il rilassamento e la concentrazione;
  • ritrovare energie positive soprattutto in presenza di insonnia, ansia e stati depressivi;
  • favorire la salute del sistema nervoso e il corretto funzionamento delle ghiandole endocrine.

Asana principali

Yoga triangolo

Gli Asana non sono altro che le posizioni da assumere durante la pratica dell’Hatha Yoga, esercizi mirati a compiere movimenti che possano far ottenere tutti i benefici elencati sopra, da eseguire in combinazione con le pratiche di respirazione e meditazione. Ecco gli asana più diffusi:

  • Navasana, posizione della barca: ci si siede a terra con la schiena dritta e le gambe piegate, avvicinando le ginocchia al petto, inclinandosi poi all’indietro e distendendo le gambe in modo da formare un angolo di 45 gradi circa. Le braccia devono essere distese in avanti in modo da essere parallele al pavimento;
  • Adho Mukha Svanasana, posizione del cane a testa in giù: ci si piega in avanti poggiando a terra sia le piante dei piedi sia le mani, con le braccia e le gambe distese in modo da formare una “V” rovesciata;
  • Vrksasana, posizione dell’albero: stando in piedi, si piega la gamba destra in modo da toccare l’interno coscia con la pianta del piede della gamba sinistra, tenendo le braccia in avanti e facendo aderire le mani l’una all’altra;
  • Bhujangasana, posizione del cobra: da sdraiati a pancia in giù con le gambe distese, si solleva il busto piegando il collo leggermente all’indietro e tenendo lo sguardo verso l’alto, con le mani poggiate a terra;
  • Utthita Trikonasana, posizione del triangolo: in piedi, si divaricano le gambe e si ruota il piede destro verso l’esterno, tenendo il sinistro dritto. Si allunga il busto verso destra formando un angolo retto e tenendo un braccio disteso verso l’alto, mentre con l’altra mano si afferra la caviglia.

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