Hanami: cos’è la tradizione giapponese del guardare i fiori
La primavera giapponese si caratterizza per l'hanami, l'arte di ammirare gli alberi fioriti: ecco la storia e le caratteristiche di questa usanza.
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L’avanzare della primavera, in particolare tra aprile e maggio, rappresenta per i giapponesi un periodo importantissimo: quello della fioritura dei ciliegi, così amata tanto da aver dato vita alla tradizione dell’hanami. La contemplazione della bellezza degli alberi, infatti, è profondamente radicata nella cultura nipponica, tanto da diventare un vero e proprio fenomeno di massa. Ma cosa è l’hanami e, soprattutto, come si pratica?
Di seguito, qualche indicazione sulla storia di questa irrinunciabile tradizione giapponese, sul significato e le pratiche più diffuse, nonché sull’approdo anche in Italia dell’usanza.
Hanami: significato e storia
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Così come già accennato, con il termine hanami – letteralmente “guardare i fiori” – si indica una tradizione nipponica dedita alla contemplazione degli alberi fioriti, durante il periodo primaverile. Una passione, una vera e propria disciplina, conosciuta in tutto il mondo: sarà capitato a molti di ammirare fotografie e filmati provenienti dal Giappone, con splendidi alberi di ciliegio pronti ad avvolgere le città e migliaia di persone in silenziosa osservazione.
Sebbene il termine possa riferirsi a qualsiasi albero, la tradizione è principalmente legata al ciliegio, proprio poiché abbondante su tutto il territorio giapponese e dalla fioritura particolarmente scenografica. L’usanza vuole che le persone, in particolare gli innamorati e le famiglie, organizzino un sostanzioso banchetto o pic-nic in un’area verde, sotto le fronde di queste piante, stendendo un telo, un lenzuolo o una coperta di colore azzurro. Come spiegato in apertura, la pratica si estende dall’inizio di aprile alla metà di maggio, a seconda della zona del Paese. Non ultimo, in alcune città i ciliegi vengono ammirati anche durante la notte, grazie a una speciale illuminazione: in questo caso si parla di yozakura.
Le radici di questa usanza pare siano millenarie, tanto da aver raggiunto ogni zona del Giappone. Sull’avvio dell’usanza vi sono le più svariate leggende: in linea generale, i ciliegi sostituirono i prugni durante la dinastia Heian, mentre la parola hanami comparve in uno dei primissimi romanzi della storia nipponica, circa mille anni fa.
Hanami: usanze e approdo in Italia
Come spiegato nel paragrafo precedente, l’usanza dell’hanami prevede di organizzare un pic-nic sotto a delle fronde fiorite, adagiando sul terreno un lenzuolo oppure un telo di colore azzurro. Tradizione vuole che vengano preparati anche dei piatti legati simbolicamente ai sakura, ovvero ai ciliegi, come gli “hanami-dango” o i “sakura-mochi”. Si consumano quindi anche dolci, bevande, freschi gelati e prodotti da forno, spesso decorati proprio con i petali dei fiori di queste piante. La pratica prevede un momento di convivio ma anche di meditazione, quindi spesso la caduta dei petali dagli alberi avviene in rigoroso silenzio. Alcuni decidono anche di indossare gli abiti tradizionali locali, come l’immancabile kimono.
L’hanami si è diffuso rapidamente in tutto il mondo, soprattutto nel secolo scorso, poiché considerato un momento affascinante e romantico. In Italia vengono organizzati eventi su tutto il territorio, spesso organizzati da associazioni volte alla valorizzazione della cultura giapponese, mentre dal 1959 la pratica viene celebrata ufficialmente al Parco Lago dell’EUR di Roma: è in quell’anno, infatti, che venne inaugurata la Passeggiata del Giappone dall’allora primo ministro Nobusuke Kishi, dopo che lo stesso decide di donare allo Stivale diversi ciliegi giapponesi da fiore.