La lotta globale contro il greenwashing: il ruolo di leggi, certificazioni e linee guida nel garantire trasparenza e responsabilità alle aziende
Il greenwashing è una pratica scorretta messa in atto da aziende che esaltano un'immagine green ed eco-sostenibile falsa e fuorviante. Contro questa pratica scendono in campo numerose normative e leggi in tutto il mondo, che mirano a garantire la massima trasparenza e sostenibilità per il consumatore.
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Compri una maglietta con la convinzione che sia stata prodotta in modo responsabile e sostenibile, per poi scoprire che, in realtà, sei vittima di una pratica detestabile, ovvero quella del greenwashing. Fortunatamente, contro questo comportamento scorretto sono state promulgate ormai numerose normative e leggi, che mirano a prevenire il greenwashing messo in atto da numerose aziende in tutto il mondo.
Ma a conti fatti, di quali normative stiamo parlando? Insomma, in che modo i Governi, l’UE e gli altri Stati stanno cercando di combattere il greenwashing?
Dall’Italia all’Europa, dagli Stati Uniti all’Australia, fino alla Cina e all’India, molti Paesi del mondo si stanno attivando concretamente per contrastare la dannosa pratica di “agghindare” in versione green prodotti che non hanno proprio nulla di sostenibile o ecologico.
Ma vediamo come viene combattuta la battaglia contro il greenwashing, a suon di certificazioni, linee guida, leggi e direttive.
Le normative contro il greenwashing
Quale provvedimento dell’UE è finalizzato al contrasto del cosiddetto greenwashing? E in quali altri modi stanno agendo i Paesi del mondo per contrastare questa pratica commerciale fuorviante e scorretta?
Tra le più note e importanti leggi o normative contro il greenwashing spicca senza alcun dubbio quella approvata dal Consiglio Europeo nei mesi scorsi, attraverso la quale si vieta l’uso di dichiarazioni ambientali fuorvianti da parte delle aziende.
La cosiddetta “direttiva green” impone anche l’utilizzo di etichette e dichiarazioni affidabili e chiare, in modo da non raggirare i consumatori che sono ormai sempre più attenti alle tematiche ambientali.
Linee guida e certificazioni: strumenti chiave contro il Greenwashing
Meno stringenti sembrano essere le normative anti-greenwashing in altri Paesi del mondo. In Nord America, ad esempio, ci si affida in special modo a linee guida (le cosiddette Green Guides) e a leggi specifiche volte a prevenire il greenwashing in settori come quello agricolo o in quello energetico.
A tali linee guida si aggiunge il ricorso alle certificazioni ESG, che permettono di attestare la sostenibilità di prodotti o servizi, evitando al contempo di cadere nel tranello dei claim fuorvianti.
Tra queste segnaliamo, ad esempio, l’etichetta di sostenibilità Green Labeling Scheme (GLS), che aiuta i consumatori a individuare i prodotti realizzati nel rispetto dell’ambiente. Anche le certificazioni ISO potrebbero essere utili per contrastare il greenwashing, così come altre certificazioni di sostenibilità, come l’EU Ecolabel o la dichiarazione ambientale EMAS.
Altri Paesi, come la Cina o l’India, hanno promulgato delle linee guida e degli standard a cui bisognerebbe attenersi per evitare il greenwashing e non cadere nel tranello della pubblicità ingannevole.
Contro il greenwashing serve un approccio globale
Insomma, come possiamo constatare, ad oggi manca ancora un quadro normativo comune a livello globale in materia di greenwashing. Il problema viene affrontato in maniera differente da Paese a Paese, e ciò potrebbe generare una certa confusione.
Quel che è evidente, però, è che la pratica di promuovere prodotti o servizi in maniera fuorviante, al fine di apparire più “sostenibili” e verdi, può causare molti problemi alle aziende, sia dal punto di vista dell’immagine e dell’opinione pubblica, che dal punto di vista legale.
In un mondo che diventa sempre più attento alle questioni ambientali, il greenwashing rappresenta un ostacolo alla creazione di un futuro che sia davvero più verde e sostenibile per noi e per le generazioni che verranno.