Grecia: crisi petrolio, per riscaldamento case si abbattono alberi
La crisi continua a farsi sentire in Grecia. Il Paese rischia il disboscamento a causa della legna tagliata per scaldare le abitazioni. Allarme del WWF.
Che succederebbe alla nostra società se, per caso, le fonti fossili si esaurissero di botto o comunque diventassero non disponibili? Molte delle azioni più banali della nostra quotidianità diventerebbero impossibili o per lo meno riservate a pochi privilegiati. Dall’uso delle auto, all’abuso quotidiano di energia elettrica, per non parlare del semplice riscaldamento delle abitazioni.
Anzi, parliamone. Infatti, se l’esaurimento delle scorte naturali di combustibili fossili non è ancora così prossimo, la crisi economica rende in alcune situazioni le stesse del tutto inarrivabili. Ed è quanto sta accadendo nella vicina Grecia, paese membro dell’UE, a cui nessuno sembra più intenzionato a vendere petrolio e affini. Il risultato è che per riscaldarsi molti greci hanno iniziato a tagliare gli alberi dai boschi.
Qualcosa del genere era capitato in Albania dopo la caduta del comunismo, con un Paese praticamente disboscato e finanche gli alberi ai bordi delle strade tagliate per farne legna da ardere.
Il WWF ha svelato, poi, che non sarebbe soltanto questione dei singoli privati ridotti sul lastrico dalla crisi; veri e propri gruppi organizzati starebbero attingendo illegalmente alle riserve boschive della Grecia, proprio mentre i fondi per la difesa del territorio sono stati in gran parte tagliati per far fronte alla crisi del debito pubblico.
Inutile sottolineare i pericoli che il Paese ellenico corre se non desse un freno a questa china. Auspichiamo che le istituzioni, tanto solerti a mettere in sicurezza banche e interessi economici, trovi un modo sia per proteggere il proprio patrimonio naturale, sia per permettere ai propri concittadini di scaldarsi.