Grasso viscerale: cos’è, dieta, rimedi per ridurlo
Il grasso viscerale può rappresentare un problema per la salute: ecco che cos'è, come avviene la diagnosi, i rischi e cosa fare per ridurlo.
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Il nostro corpo è in parte anche costituito da grasso: nella giusta quantità, quest’ultimo svolge sia una funzione strutturale e protettiva che di riserva energetica. Tuttavia, la componente grassa non è tutta uguale e la porzione viscerale, cioè quella che viene immagazzinata all’interno della cavità addominale, deve essere limitata a quanto si può considerare fisiologico. Il grasso viscerale occupa, infatti, lo spazio che si interpone tra i diversi organi interni dell’addome, ossia fegato, stomaco e intestino: il suo aumento oltre la soglia di sicurezza può accrescere anche di molto il rischio di soffrire di gravi problemi di salute.
La sola presenza di grasso a livello addominale non basta a creare alcun allarme: potrebbe anche trattarsi di grasso sottocutaneo, cioè conservato appena sotto la pelle, simile a quello che si manifesta nelle braccia e anche nelle gambe. La componente viscerale non è visibile ed è il medico, nel corso del processo diagnostico, a evidenziarne la presenza. Ancora, ne verifica la quantità e l’eventuale collegamento con un aumentato rischio cardiovascolare o di disturbi metabolici anche gravi.
Valutazione del grasso viscerale
La presenza di questa componente di grasso può essere valutata, e correttamente diagnosticata, solo mediante l’impiego della TAC (TC) o della risonanza magnetica (MRI). Tuttavia, si tratta di procedure piuttosto costose e il loro impiego è limitato ai casi più gravi, che destano una maggiore preoccupazione in termini di immediato rischio. In tutte le altre occasioni, la quantità di grasso viscerale viene stimata, sempre dal medico specialista, come percentuale della componente grassa totale del corpo.
La misura del girovita, più che il calcolo dell’indice di massa corporea, è inoltre considerata un buon parametro della presenza di grasso viscerale.
Le misure di maggiore rilievo per la stima sono:
- il girovita misurato sopra l’ombelico, nel punto più stretto della vita e dopo una espirazione completa, che nella norma dovrebbe essere 102 cm per l’uomo e 88 cm per la donna;
- il rapporto vita-fianchi che è considerato regolare se inferiore a 0.9 per l’uomo e 0,8 per la donna.
Valori superiori quelli indicati, la conformazione corporea, l’etnia, l’età, lo stile di vita e le condizioni generali di salute, potrebbero creare i presupposti per ulteriori indagini da parte del medico.
Complicazioni del grasso viscerale
L’accumulo di grasso nell’area addominale può iniziare a causare problemi di salute subito o anche in tempi più lunghi, cioè senza dare sintomi riconducibili a un grave rischio per il benessere.
Una delle più preoccupanti complicanze a lungo termine è la cosiddetta resistenza all’insulina, una condizione che si manifesta con frequenza anche nei pazienti che non soffrono di diabete o pre-diabete. L’accumulo di grasso addominale è correlato anche con l’aumento della pressione sanguigna: l’ipertensione nei primi tempi resta asintomatica e ciò può talvolta ritardare la diagnosi delle sue complicanze.
In generale, l’accumulo di grasso viscerale è correlabile all’aumento del rischio di soffrire di:
- infarto e altre malattie cardiache;
- diabete di tipo 2;
- ictus;
- cancro al seno;
- cancro al colon-retto;
- morbo di Alzheimer.
Come ridurre il grasso viscerale
Il rimedio di prima linea per ridurre il grasso addominale consiste nella correzione dello stile di vita: aumento dell’attività fisica e modifiche dello stile alimentare. In assenza di specifiche controindicazioni, già dai primi giorni si dovrebbe svolgere attività sportiva, anche leggera, per almeno 30 minuti, assicurandosi secondo le indicazioni del medico, di includere esercizi aerobici. La riduzione dell’assunzione di zuccheri semplici e dei cibi confezionati. oltre alla scelta di pozioni pesate e metodi di cottura più salutari, hanno da subito risultati evidenti ed efficaci. In caso di alcune malattie, come diabete di tipo 2 o ipertensione, il medico potrà prescrivere ulteriori accertamenti e anche farmaci.