Greenstyle Benessere Salute Graminacee: quali sono e cosa fare in caso di allergia

Graminacee: quali sono e cosa fare in caso di allergia

Le graminacee sono una famiglia di piante caratterizzate dalla presenza di spighe e sono anche dette Poaceae. Ecco elenco e consigli in caso di allergia.

Graminacee: quali sono e cosa fare in caso di allergia

Fonte immagine: Pixabay

Ad alcune persone, il termine “graminacee” non dice nulla, mentre altre associano questa parola a starnuti, naso che pizzica e lacrimazione insopportabile. Le graminacee sono una famiglia di piante che si trova praticamente in ogni angolo del mondo, o quasi. Si tratta per l’esattezza di piante annuali o perenni, che non presentano rami. Sono sostanzialmente delle piante erbacee. Della famiglia delle graminacee fanno parte la bellezza di 9000 specie. Solo in Italia se ne contano alcune centinaia.

Ma esattamente quali sono le graminacee? E perché alcune persone non riescono a tollerarne la presenza? In questo articolo scopriremo quali sono i sintomi dell’allergia alle graminacee, vedremo come prevenire il problema e quali alimenti bisogna eliminare dalla tavola per non correre rischi.

Cosa sono le graminacee?

Con questo nome ci riferiamo a un gruppo di piante anche noto come Poaceae, al cui interno – come abbiamo accennato – si contano circa 9000 membri, alcuni molto celebri, altri meno famosi.

Vista la quantità di esemplari che conta questa particolare famiglia, è difficile stilare un elenco completo delle graminacee, tuttavia è possibile fare una panoramica delle più note.

Graminacee: elenco

Fonte: Pixabay

Le graminacee comprendono un’abbondante varietà di specie coltivate, che fanno parte integrante dell’alimentazione umana e che vengono impiegate per la preparazione di alcune bevande alcoliche e per la produzione di zucchero. Altre erbe appartenenti a questa famiglia vengono impiegate per il foraggiamento animale.

In linea generale possiamo suddividere le graminacee in due gruppi, cioè quello delle piante coltivate e quello delle piante spontanee.

Graminacee coltivate a scopo alimentare o ornamentale

Del gruppo delle graminacee coltivate fanno parte cerali come:

Stiamo parlando di piante dalle quali derivano numerosi prodotti alimentari di base, come le farine o l’olio. Rientrano in questo gruppo anche la canna da zucchero e il bambù. Quest’ultima è una pianta perenne e sempreverde di grandi dimensioni, che viene impiegata sia a scopo ornamentale che in ambito culinario. Il bambù è infatti impiegato nelle costruzioni, dal momento che è molto resistente, ma trova largo spazio anche nella cucina orientale, in quanto ricco di fibre e con un basso indice glicemico.

Graminacee spontanee

Fonte: Pixabay

Quando parliamo di graminacee spontanee ci riferiamo alle piante infestanti che possiamo trovare ai bordi delle strade o nei giardini. Anche in questo caso, l’elenco è molto lungo (ricordiamo che della famiglia delle graminacee fanno parte 9000 diverse specie, per cui riuscire a stilare un elenco esaustivo è un compito assai arduo).

Diamo uno sguardo da vicino alle graminacee che crescono spontaneamente sul territorio e che provocano la maggior parte dei malesseri legati alle allergie.

Gramigna

Pianta che cresce in modo molto rapido, si tratta di una specie perenne e molto resistente, oltre che infestante. La gramigna trova però spazio nel campo della fitoterapia, come rimedio erboristico grazie al suo potenziale antisettico e antinfiammatorio. La pianta è infatti indicata per lenire le infiammazioni alle vie urinarie, grazie al suo potere diuretico e depurativo.

Loglierella

Anche detta loietto perenne o loglio, la Loglierella viene impiegata generalmente per i campi da calcio. Essa è caratterizzata da piccole spighe come inflorescenze.

Erba codolina

Anche nota con il nome di “Erba canina“, questa pianta è una delle più infestanti al mondo, può raggiungere altezze elevate ed è dotata di un elevato livello di allergenicità.

Bambagiona

Formalmente nota con il nome di Holcus lanatus, si tratta di una pianta erbacea perenne, considerata una specie indicatrice della presenza di acqua.

Paleo odoroso

Questa pianta, il cui nome scientifico è Anthoxanthum odoratum, è particolarmente comune nei pascoli e nei prati, e raggiunge un’altezza di circa 50 centimetri.

Sparto pungente

Dal tipico aspetto di un cespuglio erbaceo, questa pianta spontanea si trova soprattutto negli ambienti sabbiosi e costieri.

Cos’è l’allergia alle graminacee

allergia alle graminacee
Fonte: Pixabay

Come abbiamo accennato, se per molte persone la parola “graminacee” non porta con sé alcun significato in particolare, per altre questo termine fa rima con “allergia”. Si stima che quella nei confronti di questa famiglia di piante sia la forma allergica più diffusa, comune anche fra i bambini.

Nei soggetti allergici possono verificarsi malesseri più o meno gravi a causa della “pollinazione”. Quest’ultima non avviene attraverso l’operoso lavoro degli insetti, bensì mediante l’azione del vento, che trasporta i pollini, particolarmente resistenti agli agenti atmosferici.

In sintesi, l’allergia è dunque scatenata dalla propagazione nell’ambiente dei pollini. Se ti stai domandando qual è il “periodo dell’allergia alle graminacee”, tieni presente che la durata si protrae in particolar modo da Marzo a Settembre, durante tutto il periodo di fioritura.

Allergia graminacee: cause e fattori di rischio

Innanzitutto, tieni presente che fra le specie responsabili dello sviluppo dei sintomi che andremo a vedere rientrano frumento, orzo, avena, segale, riso e molte altre. I sintomi dell’allergia alle graminacee si manifestano soprattutto in primavera, e non colpiscono solo coloro che vivono dove sono presenti le graminacee.

Le nubi di polline vengono infatti trasportate dal vento, per un naturale fenomeno di sviluppo e riproduzione delle piante e si depositano ovunque, anche a diversi chilometri di distanza rispetto agli arbusti da cui derivano.

Allergia graminacee: sintomi

Le allergie alle graminacee sono molto diffuse e sono capaci di innescare una grande varietà di sintomi, dalla congestione nasale alla febbre, fino al fastidio agli occhi.

I pazienti che soffrono di questa pollinosi sono afflitti, durante il periodo di fioritura, dai seguenti sintomi, in modo più o meno intenso:

  • Congestione nasale
  • Ipersecrezione
  • Naso che cola
  • Prurito al naso
  • Prurito agli occhi
  • Starnuti e tosse
  • Lacrimazione e arrossamento agli occhi
  • Malessere generale
  • Spossatezza
  • Sonnolenza
  • Difficoltà a respirare
  • Senso di oppressione al torace
  • Eruzioni cutanee
  • Diarrea.

Come capire se si è allergici

Di fronte ai sintomi che abbiamo elencato, potresti chiederti se si tratti effettivamente di allergia alle graminacee o di un’altra condizione medica. Per accertare la presenza di questa allergia, è possibile sottoporsi a degli specifici esami diagnostici, da quelli del sangue fino ai test cutanei.

Chiedi informazioni al tuo allergologo di fiducia per maggiori dettagli.

Quali sono i trattamenti?

È possibile tenere i sintomi sotto controllo grazie a un’adeguata terapia antistaminica, che dovrà essere consigliata e stabilita dal medico e seguita con rigore per favorire una riduzione dei sintomi e il sensibile miglioramento della qualità di vita.

Per trattare l’allergia alle graminacee, è possibile fare ricorso a:

  • Farmaci broncodilatatori
  • Corticosteroidi
  • Antistaminici
  • Decongestionanti.

Prevenzione

Fonte: Pixabay

Come si suol dire, prevenire è meglio che curare e questo vale anche quando parliamo di allergia ai pollini. Chi soffre di allergia alle graminacee, durante il periodo di fioritura delle piante può tenere alla larga i sintomi grazie ad alcuni accorgimenti, e cioè:

  • Uscire preferibilmente la mattina presto o la sera
  • Evitare le gite in campagna e i parchi nei quali è stata da poco tagliata l’erba
  • Aprire il finestrino dell’auto il meno possibile
  • Ridurre la permanenza in luoghi aperti
  • Mantenere una buona umidità dell’aria in casa
  • Coprire bocca e naso quando ci si trova nei pressi di zone in cui vi sono allergeni
  • Mantenere un sano stile di vita, evitando il fumo e il sovrappeso.

Chi è allergico alle graminacee cosa non deve mangiare?

Sembra strano, ma nonostante quella alle graminacee sia essenzialmente un’allergia ai pollini, anche alcuni alimenti che portiamo in tavola tutti i giorni potrebbero scatenarne i sintomi. Il fenomeno è dovuto a una sorta di reattività crociata, vale a dire una reazione allergica scatenata da cause che, almeno in apparenza, non sono assolutamente correlate fra loro (come nel caso dei pollini e degli alimenti di origine vegetale).

Chi soffre di questo tipo di allergie dovrebbe dunque prestare molta attenzione alla propria alimentazione. Infatti sono numerose le reazioni allergiche provocate da alimenti teoricamente innocui, come:

  • Agrumi
  • Pomodoro
  • Melone
  • Pesche
  • Kiwi
  • Anguria
  • Ciliegie
  • Arachidi
  • Mandorle
  • Miele millefiori
  • Arancia
  • Prugna
  • Mela
  • Patata
  • Melanzana
  • Frumento e cereali (e derivati, come la pasta).

L’approccio più sicuro potrebbe essere quello di eliminare dalla dieta questi alimenti, in modo da evitare l’allergene, o – come nel caso del miele – optare per la varietà di miele di castagno o di corbezzolo.

Bisogna sottolineare che non tutti i pazienti che soffrono di allergia alle graminacee sperimentano i sintomi dopo aver ingerito gli alimenti elencati. Quello della reazione crociata è un fenomeno molto soggettivo, che può manifestarsi o meno, o può farlo solo durante il periodo della pollinazione e solo in risposta a pochi e specifici alimenti.

Se dovessero presentarsi sintomi allergici dopo aver ingerito un alimento, è fondamentale contattare il medico.

Allergia graminacee: che pasta mangiare?

Se non vuoi correre rischi, è possibile optare per della pasta alternativa, come quella prodotta con pseudo-cereali, come ad esempio quinoa, amaranto, grano saraceno e miglio.

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