
La ricerca sugli antiossidanti ha da tempo messo in luce il loro ruolo cruciale nel mantenimento di una buona salute. Tuttavia, il dibattito si infittisce quando si parla di quantità, tipologie e alimenti che li contengono. Le incertezze derivano da una miriade di studi, spesso condotti su modelli animali o campioni non rappresentativi, rendendo difficile trarre conclusioni definitive. Ora, un nuovo studio, considerato dagli autori il più ampio mai realizzato, cerca di fare chiarezza sulla relazione tra dieta, antiossidanti e malattie metaboliche e cardiovascolari. La ricerca ha coinvolto migliaia di brasiliani seguiti per anni.
Lo studio elsa-brasil
Un gruppo di nutrizionisti e cardiologi dell’Università di San Paolo, in Brasile, ha avviato il Brazilian Longitudinal Study of Adult Health (ELSA-Brasil) nel 2008. Questo studio ha reclutato oltre 15.000 dipendenti di sei università e istituzioni di ricerca, con l’intento di monitorare attentamente il loro stile di vita e le condizioni di salute. L’analisi più recente, pubblicata sul Journal of Nutrition, ha coinvolto più di 6.300 partecipanti seguiti in media per 8,1 anni. Di questi, circa 2.000 avevano sviluppato una sindrome metabolica, una condizione che spesso precede il diabete di tipo 2. Gli studiosi hanno esaminato l’assunzione di 92 alimenti ricchi di polifenoli, tenendo in considerazione anche i metodi di preparazione e cottura, che possono influenzare notevolmente la quantità di sostanze nutritive assorbite.

Il risultato principale emerso dallo studio è significativo: coloro che consumavano la maggiore quantità di alimenti ricchi di polifenoli, pari a 469 milligrammi al giorno, presentavano un rischio ridotto del 23% di sviluppare la sindrome metabolica rispetto a chi ne assumeva solo 117 mg al giorno.
Diversi tipi di antiossidanti
Entrando nei dettagli, i ricercatori hanno analizzato le principali classi di polifenoli, tra cui gli acidi fenolici, i flavonoidi, i lignani e gli stilbeni. Questi composti si trovano in alimenti come caffè, tè, vino rosso, cioccolato, frutta e legumi. I dati hanno mostrato che i tassi di riduzione del rischio erano simili tra le diverse categorie, a parità di altri fattori come età e abitudini di fumo. Ad esempio, chi consumava elevati livelli di flavan-3-oli, una sottoclasse di flavanoli presente soprattutto nel cioccolato e nel vino rosso, ha visto un abbassamento del rischio del 20%. Tuttavia, è importante notare che il consumo di vino deve essere considerato con cautela a causa dei suoi effetti negativi.
Inoltre, una dieta ricca di polifenoli si è dimostrata benefica su vari parametri legati alla sindrome metabolica, come la glicemia, la resistenza all’insulina, l’ipertensione e il profilo lipidico. Coloro che integrano più polifenoli nella loro alimentazione hanno un rischio trenta volte inferiore di sviluppare ipertensione e 17 volte inferiore di avere valori elevati di grassi nel sangue.

L’interpretazione
Il messaggio che emerge dallo studio è chiaro: per contrastare l’aumento di peso e i suoi effetti collaterali, è fondamentale consumare quotidianamente alimenti freschi, prevalentemente vegetali e variati. Gli autori hanno enfatizzato l’importanza della varietà nella dieta, poiché gli antiossidanti, in particolare i polifenoli, esercitano la loro azione principalmente sul microbiota intestinale, contribuendo a mantenerne l’equilibrio. Tuttavia, questo equilibrio è influenzato dalla diversità delle specie batteriche presenti, e solo un’alimentazione variegata può promuovere un microbiota sano.
La sindrome metabolica, caratterizzata da obesità addominale, elevati livelli di trigliceridi e grassi nel sangue, iperglicemia e ipertensione, è in crescita non solo in Brasile ma in tutto il mondo. Tra il 2013 e il 2022, l’incidenza della sindrome è aumentata dal 29,6% al 33% della popolazione.