Giappone: rischio contaminazione, lo dice l’ambasciata italiana
L'ambasciatore a Tokyo parla di grave rischio contaminazione a causa dell'incidente di Fukushima. L'AIEA eleva il livello di pericolo radioattivo
Tornare in Italia o spostarsi in zone molto distanti da Fukushima. Questo il consiglio di Vincenzo Petrone, ambasciatore italiano a Tokyo. L’emergenza nucleare nella centrale e tutt’altro che risolta e, nonostante l’AIEA dica che il livello di radioattività sia in calo, il rischio fusione del nocciolo è sempre più presente.
Se dovesse verificarsi un’altra esplosione in uno dei reattori di Fukushima la situazione potrebbe diventare assolutamente incontrollabile.
Per chi tornerà dal Giappone in Italia in questi giorni non dovrebbe invece esserci necessità di decontaminazione, questo è quanto ha affermato il ministro della Salute Fazio che ha comunque invitato gli italiani tornati dal paese del Sol Levante a rivolgersi alle opportune strutture di competenza regionali per gli esami relativi alla radioattività.
Intanto la International Atomic Energy Agency ha elevato il livello di gravità della crisi nucleare a Fukushima attestando il tutto a livello 6 su una scala di 7. Per avere una proporzione della gravità basta dire che Chernobyl fu classificato a livello 7, mentre Three mile Island a livello 5.
La comunità medica internazionale per ora non ha avanzato ipotesi sui danni alla salute che l’attuale grado di radiazioni sta infliggendo alla popolazione nipponica, ma c’è già chi parla di gravissimi problemi soprattutto per bambini e feti, probabilmente i più colpiti dalle radiazioni di Fukushima.