Un roditore selvatico dall’aspetto molto simpatico è il ghiro. Il suo nome scientifico è Glis glis, fa parte della famiglia dei Gliridae ed è l’unica specie del genere Glis. Lo si ritrova spesso nei solai e nelle case nelle zone rurali, dove dà vita di notte a simpatiche corse sfrenate nelle intercapedini dei muri e nelle soffitte. Noto anche per il detto “dormire come un ghiro”, ecco aspetto, comportamento e alimentazione di questo buffo dormiglione.
Questa è la classificazione scientifica del ghiro:
Una sottospecie del ghiro, il Glis glis melonii o ghiro sardo, fino a un po’ di tempo fa si riteneva estinta. Tuttavia è stato avvistato diverse volte in Sardegna.
L’habitat del ghiro è piuttosto ampio: lo troviamo sia in Europa che in Asia. Qui da noi in Italia è un animale in cui è abbastanza frequente imbattersi. Se ne vuoi avvistare uno, li trovi soprattutto nelle zone boscose fra i 600 e i 1.500 metri. Particolarmente apprezzate le aree ricche di sottobosco e vecchi alberi dove fa il nido.
Inoltre d’inverno non è infrequente che decida di fare la tana nelle case rurali, nascondendosi in soffitta o nelle intercapedini.
Come aspetto, il ghiro è un roditore di piccola taglia. È lungo più o meno 30 cm, di cui 13 solo per la coda, grande e molto pelosa. Il peso è sui 70-100 grammi, poco più di un criceto grigio.
Il mantello è di colore grigio-marroncino sul dorso, mentre l’addome è bianco. Il muso è appuntito e presenta due occhi tondi e grandi, con vibrisse lunghe e folte. Gli occhi sono contornati da pelo un po’ più scuro.
Le orecchie sono piccole e tondeggianti, le si vede emergere a malapena dalla pelliccia. Spesso viene confuso con lo scoiattolo, ma per distinguere i due basta guardare la coda: il ghiro tiene la coda sempre lunga e distesa, mai arrotolata come lo scoiattolo.
Per quanto riguarda la riproduzione, il ghiro si riproduce in primavera, quando si sveglia dal suo lungo letargo. Le femmine partoriscono solo una volta all’anno: ad ogni parto nascono 2-8 cuccioli. La gravidanza del ghiro dura 1 mese.
A volte succede che, come durante il letargo, più femmine condividano la stessa tana, allevando la prole insieme. I nidi estivi, quelli dove vengono allevati i cuccioli, tendono a essere costruiti in alto, in cavità o biforcazioni dei rami degli alberi. I nidi per il letargo, invece, vengono costruiti più in basso, a volte anche sottoterra.
Il ghiro è un animale prettamente notturno, così come sa bene chi li ha in casa e li sente muoversi e correre soprattutto di notte. Durante il giorno rimane nascosto in tane costruite negli alberi o in anfratti. In alternativa può costruire dei nidi tondi usando foglie, pezzi di corteccia e muschio.
È un animale che va in letargo d’inverno, motivo per cui in autunno prende parecchio peso per costruire la base necessaria per sopportare la sua lunga pausa di sonno, di circa 6 mesi. Da qui il detto che associa il ghiro al dormire. Tuttavia non si tratta di un letargo continuo. Ogni tanto si sveglia, mangia ciò che ha accumulato nella tana come riserva e torna a dormire.
I ghiri dormono tutta la giornata arrotolati nei loro nidi, spesso coprendosi il muso con la folta coda. Per questo motivo è difficile vederli in giro di giorno.
Come alimentazione, la dieta del ghiro è in gran parte vegetariana. Si nutre di ghiande, bacche, nocciole, castagne, frutti di bosco, semi, germogli e funghi che trova quando esce dalla tana di notte. Tuttavia, ogni tanto, potrebbe capitare che mangi anche insetti, molluschi e uova di uccelli.
Ecco alcune curiosità sul ghiro:
Il ghiro non può essere detenuto come animale domestico: è un animale selvatico, quindi sono vietate la cattura e la detenzione. Se proprio si vuole un piccolo roditore come animale domestico, si può optare per altre specie come porcellino d’India, cincillà, criceti o i degù.
Se trovi un ghiro ferito, contatta subito la Forestale o il Cras: sapranno fornirti indicazioni su come procedere.