Ghiaccio artico: lanciato il satellite russo per monitorarlo
Ghiaccio artico, un satellite russo ne monitorerà le condizioni: progetto di natura commerciale, che raccoglierà però dati anche ambientali.
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La tutela del ghiaccio artico può oggi contare su un alleato in più. È stati infatti mandato in orbita il satellite Arktika-M, dispositivo russo che orbiterà sopra il Polo Nord per analizzare sia l’Artico che il resto del Pianeta. La sonda orbitante sarà accompagnata nel 2023 da un secondo satellite, così da ottenere informazioni più puntuali sullo stato dei ghiacchi.
L’iniziativa russa non parte da necessità precisamente ambientali: il Cremlino, infatti, vuole valutare l’opportunità di aprire nuove rotte commerciali proprio approfittando dello scioglimento dei ghiacci artici. Ma, al contempo, i satelliti saranno in grado di raccogliere importanti informazioni sulla salute del Polo Nord.
Ghiaccio artico monitorato via satellite
Così come già accennato, l’obiettivo primario della Russia è quello di monitorare le condizioni dell’Artico nell’eventualità di aprire nuove rotte commerciali e sfruttare il potenziale energetico della Regione. A riferirlo è CNN, nel sottolineare come la spinta del Cremlino sia più economica che ambientale. Eppure il satellite contribuirà comunque a fornire informazioni importanti sullo scioglimento dei ghiacci e sui suoi effetti sul cambiamento climatico a livello internazionale.
L’Arkitika-M seguirà un’orbita fortemente ellittica, affinché possa coprire tutte le latitudini più a nord del globo, e riuscirà anche a raccogliere dei dati provenienti dall’Equatore. Ogni 15 o 30 minuti scatterà delle immagini dell’Artico, così da tenere traccia delle sue condizioni atmosferiche in tempo reale. Il progetto è di interesse mondiale, così come sottolinea Mia Bennet, esperta di clima per l’Università di Honk Kong:
Con sempre più attività che si muovono attorno all’Artico a latitudini più elevate, è cruciale migliorare la capacità di comprendere e prevedere i fenomeni climatici che lo caratterizzano. Naturalmente, vi è anche un elemento di raccolta dati nazionalistico in questo processo, soprattutto fra le nazioni che si vedono come potenze spaziali. Sempre più Paesi vogliono gestire propri satelliti per ottenere informazioni, sia per natura commerciale che militare.