Il ghiacciaio si scioglie, muoiono 25.000 pinguini
L'improvviso scioglimento di un ghiacciaio in Antartide ha causato la morte di 25000 pulcini di pinguino imperatore: lo svela uno studio.
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Il ghiacciaio si scioglie, una colonia di ben 25.000 pulcini di pinguino imperatore scompare. È quanto hanno scoperto i ricercatori della British Antarctic Survey, tramite l’analisi delle immagini satellitari, in uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Antarctic Science. I piccoli, non sapendo ancora nuotare, hanno perso la vita affogando.
La colonia di pinguini si era formata nel mare di Weddell, sulla piattaforma di ghiaccio Brunt, situata in Antartide. A causa dei forti venti e delle tempeste che hanno coinvolto la zona nel 2016, e agli effetti del surriscaldamento globale, lo strato di ghiaccio è divenuto sempre più sottile, fino a sciogliersi nell’acqua. Così, progressivamente nel corso dei mesi, sempre più pulcini di pinguini imperatore sono finiti nelle acque gelide dell’oceano: troppo piccoli per nuotare e tornare in superficie, sono purtroppo stati presi dalle acque.
Secondo gli esperti, quanto accaduto è una dimostrazione tangibile dei cambiamenti climatici in corso, che stanno colpendo soprattutto le zone più fredde del Pianeta. Una minaccia continua alla biodiversità, se si considera come la mancata riformazione dei ghiacci potrebbe portare alla riduzione anche del 70% di molte specie acquatiche, tra cui proprio i pinguini imperatore.
La specie dei pinguini imperatore è peculiare rispetto alle altre, almeno dal punto di vista della deposizione delle uova e della covata. Anziché trovare un luogo sicuro fra le rocce per costruire il nido, questi esemplari preferiscono custodire le uova stesse sul ghiaccio: cambiamenti improvvisi della sua struttura, di conseguenza, ne possono determinare la rapida scomparsa. A oggi, non è dato sapere l’entità del danno dovuto alla scomparsa di questi 25.000 esemplari, per la prosecuzione della specie dei pinguini imperatore. Un dato che potrebbe rivelarsi particolarmente rilevante, considerato come questi animali vivano in un clima estremo e già oggi fatichino nella riproduzione.
Fonte: Corriere della Sera