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Gatto muore per raro Lyssavirus, giorni prima aveva morso la proprietaria

Un gatto è stato colpito da un raro Lyssavirus, della stessa famiglia della rabbia: succede ad Arezzo, qualche giorno prima aveva morso la proprietaria.

Gatto muore per raro Lyssavirus, giorni prima aveva morso la proprietaria

Fonte immagine: Pixabay

Un gatto muore dopo essere stato colpito da un raro Lyssavirus. Qualche giorno prima il felino aveva morso la sua proprietaria, quest’ultima posta sotto osservazione per ragioni di sicurezza. È quanto accade ad Arezzo, in Toscana, dove l’episodio ha colto di sorpresa gli esperti: si tratta del secondo caso noto al mondo di infezione da questo tipo di virus, il precedente nel 2002 in un pipistrello del Caucaso.

La vicenda è accaduta negli scorsi giorni, quando una donna è stata morsa da uno dei suoi gatti. Il felino è deceduto poco dopo e, sospettando una possibile infezione da rabbia, sono stati condotti tutti gli accertamenti del caso. La proprietaria, i suoi familiari e il veterinario che aveva in cura il quadrupede sono stati immediatamente sottoposti a profilassi post-esposizione. Sull’animale è stata invece condotta un’autopsia, proprio alla ricerca del virus della rabbia.

Gatto e Lyssavirus: un caso raro

Con grande sorpresa, il quadrupede non è risultato però positivo alla ben conosciuta rabbia, bensì a un virus dello stesso genere. Un Lyssavirus raro, il WCBL isolato una sola volta in un pipistrello del Caucaso nel 2002. Al momento non è noto come il felino sia potuto entrare in contatto con un agente così remoto, tuttavia non sembrano teoricamente esservi particolari rischi per l’uomo. Proprio nel 2002, gli scienziati non avevano infatti trovato evidenze sulla capacità di questo virus di infettare gli umani.

Per monitorare la situazione, il Ministero della Salute ha deciso di creare un team di tecnici e scienziati, anche allo scopo di verificare l’esistenza di casi analoghi. Così ha spiegato il Ministero:

Sulla base dell’esperienza maturata da casi simili in altri Paesi, per virus analoghi, la capacità di trasmissione dal serbatoio naturale a un’altra specie rappresenta un evento estremamente limitato, a cui non fa seguito una diffusione epidemica. Attualmente, non ci sono evidenze di trasmissione da animale a uomo.

Come misura cautelativa, spiega il Corriere della Sera, il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli ha deciso di emettere una specifica ordinanza. Gli altri animali di proprietà della donna – un cane, un gatto e tre cuccioli – sono stati momentaneamente posti sotto sequestro per condurre tutte le analisi del caso. Nel frattempo, i proprietari di cani dovranno portare a passeggio i loro animali tenendoli sempre al guinzaglio. Vi è poi l’obbligo di allertare le autorità in caso gli animali domestici dovessero manifestare dei sintomi che potrebbero far sospettare una possibile infezione. Fra i sintomi, la tendenza a mordere, comportamento più aggressivo, paralisi e difficoltà di deglutizione.

Gli esperti sottolineano anche la necessità di evitare allarmismi, soprattutto fra i proprietari di gatti: l’infezione pare sia davvero estremamente rara.

Fonte: Corriere della Sera

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