Gatto del Bengala: prezzo di un cucciolo e carattere tipico della razza
Il gatto Bengala ha un carattere e un colore di mantello particolari perché è una razza ibrida. Il che giustifica anche il prezzo più alto dei cuccioli.
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Il gatto del Bengala o gatto Bengala è una fra le razze di gatti dal manto e dal carattere più particolari. Il perché è presto detto: si tratta di una razza ibrida, frutto dell’incrocio fra un gatto domestico e un gatto leopardo. Il che giustifica in parte anche il prezzo di acquisto più alto.
Prima di andare ad apprezzarne meglio l’aspetto e il colore del mantello, ricordiamo brevemente che, come altre razze ibride tipo il Savannah o l’Ashera, in Italia è consentita la detenzione solamente degli individui dalla generazione F4 in poi (la quarta). Le generazioni precedenti, infatti, hanno ancora troppo sangue selvatico e da noi non è consentito tenere in casa questo tipo di animali.
Tuttavia col Bengala, rispetto a un Savannah o un Ashera, qui da noi in Italia ci sono meno problemi: è possibile trovare tranquillamente allevamenti o privati che hanno soggetti dalla F4 in poi.
Storia e origini
Harrison Weir parlò per la prima volta di un incrocio fra un gatto domestico e un gatto leopardo nel 1889. Per menzioni successive bisogna attendere un giornale scientifico belga nel 1924 e un articolo giapponese del 1941.
Tuttavia, parlando di allevamento vero e proprio, bisogna attendere il 1970: Jean Mill, psicologa americana con master in genetica, stava lavorando ad un programma di conservazione del gatto leopardo quando decise di provare a creare una nuova razza incrociandolo con un gatto domestico nero. Tuttavia i primi tentativi si fermarono tutti fra la prima e la seconda generazione (F1 e F2). Ma nonostante ciò, la donna continuò nei suoi sforzi e nel 1975 donò un gruppo dei suoi gatti al dottor Willard Centerwall.
Costui decise di provare a rendere i gatti domestici immuni alla leucemia virale felina incrociandoli con un gatto leopardo asiatico. Ovviamente non riuscì nel suo scopo, ma diede comunque il via alla razza Bengala. Per creare un felino che fosse più docile verso l’uomo, ecco che incrociò alcuni esemplari con l’Abissino, il Siamese, il Burmese, l’Ocicat e il Mau egiziano. Questo si rese necessario perché i primi soggetti erano molto selvatici, nervosi e aggressivi.
La TICa la riconobbe come razza nel 1986, mentre la FIFe nel 1997. La CFA, invece, la riconobbe come razza solamente nel 2016, ma solo dalla generazione F6 e successive.
Gatto del Bengala: aspetto e colore del mantello
Il gatto Bengala è un gatto di medio-grossa taglia non presente in natura, in quanto frutto di un incrocio creato dall’uomo. Come dimensioni e peso, ecco che un esemplare pesa fra i 3,5 e i 7 kg (alcuni soggetti arrivano anche a 8-9 kg).
È una razza dall’aspetto muscoloso, dal corpo atletico e allungato. La testa ha solitamente un profilo diritto, anche se viene concessa una lieve curva. Gli occhi sono grandi e rotondeggianti: possono essere di tutti i colori. Le orecchie sono piccole e arrotondate. Le zampe sono abbastanza lunghe, con piedi tondi, mentre la coda è di lunghezza media, con punta arrotondata.
È un gatto a pelo corto: il mantello deve essere setoso. La vera peculiarità del Bengala è il mantello: assomiglia a quello di un leopardo come macchie. Come colori del mantello sono concessi:
- black spotted
- seal lynx spotted (snow) e tabby seal mink sepia (incrocio con Siamesi e Burmesi): sono chiamati i Bengala della nevi, con cuccioli chiari alla nascita e striature che cominciano a mostrarsi dopo qualche settimana. Gli occhi sono blu o verdi
- seal linx point: muso, orecchie e zampe sono più scure a causa dell’incrocio con i Siamesi. Gli occhi sono blu
- black silver
- charcoal
- sorrel: base gialla-arancione-rossastra con macchie marroni, cioccolato o cannella. Gli occhi sono verdi o gialli
In generale, i Bengala hanno il mantello a macchie o striato, ma l’importante è che la punta della coda sia nera. Per quanto riguarda il mantello a macchie, queste devono essere ben distinte dalla base e ben distribuite, a forma di bottone. Sulla fronte deve comparire la M, mentre la coda è ad anelli. Il mantello striato, invece, ha disegni allungati e macchie tonde solamente nella parte ventrale.
Per qualche motivo, poi, su Google vengono spesso cercati Bengala bianchi, grigi o neri. Tuttavia non sono colori tipici del Bengala.
Una piccola curiosità sul mantello: i cuccioli di Bengala possono avere il mantello più lungo rispetto agli adulti.
Difetti dello standard di razza
Questi sono alcuni difetti dello standard di razza che possono portare a penalizzazioni o esclusioni in sede di esposizione:
- macchie bianche sul mantello
- presenza di un nodo sulla coda
Come prendersi cura del gatto Bengala?
Il mantello del gatto Bengala non ha bisogno di cure particolari, se non quelle riservate a tutti i gatti a pelo corto. Va spazzolato con regolarità per eliminare il pelo morto e, quando necessario, vanno puliti occhi e orecchie con appositi detergenti. Visto il carattere vivace di questa razza, meglio abituarlo a queste ed altre manovre (come il taglio delle unghie) sin da quando sono cuccioli.
Gatto del Bengala: il carattere
I gatti Bengala precedenti alla generazione F4 hanno ancora parecchio DNA del gatto leopardo, motivo per cui tendono ad essere più selvatici e nervosi. Solamente dalla F4 in poi possono essere considerati gatti domestici. Sono gatti molto, molto vivaci e attivi. Come carattere, amano saltare, correre e arrampicarsi ovunque, non stanno mai fermi. Con i loro umani si dimostrano affettuosi e socievoli, anche se un po’ più peperini rispetto ad altre razze. Questo però solo se sono ben socializzati da piccoli: soggetti lasciati solamente insieme ad altri simili e che non vengono a contatto con l’uomo fin da cuccioli, poi da adulti difficilmente si faranno avvicinare.
Sono molto curiosi, ma anche molto indipendenti. Possono vivere tranquillamente in appartamento, ma a patto di arricchire l’ambiente in modo che non si annoino e che possano sfogare le loro energie. Necessitano anche di spazi tranquilli dove stare da soli. Tuttavia non amano la solitudine in casa per periodi troppo prolungati, quindi non vanno bene per chi trascorre molte ore fuori.
Occhio al forte istinto predatorio: sono ottimi cacciatori, quindi non possono convivere con pesci d’acquario, uccellini e criceti.
Alimentazione, salute e malattie
Per quanto riguarda la salute del Bengala, oltre alle classiche malattie che tutti i gatti possono contrarre indipendentemente dalla razza, nel Bengala sono spesso segnalate queste patologie:
- cardiomiopatia ipertrofica
- atrofia progressiva della retina
- cataratta
- deficienza di piruvato chinasi
- entropion
- sindrome del torace piatto
- polineuropatia generalizzata
- lussazione della rotula
Come alimentazione, non necessitano di particolari modifiche rispetto alla dieta di tutti gli altri gatti: sono carnivori stretti, quindi necessitano di una dieta basata su proteine di origine animale di alto valore biologico a cui abbinare la giusta quota di grassi, carboidrati, fibre, vitamine e acidi grassi.
Quanto costa un cucciolo di gatto Bengala?
Il costo di un cucciolo di gatto Bengala si aggira fra i 900 e i 1.500 euro. Tuttavia esemplari appartenenti a linee di sangue particolari, con genealogie ricercate, mantelli particolari o da esposizione/riproduzione potrebbero avere un prezzo anche maggiore.
Dove trovare dei Bengala?
Puoi trovare dei gatti Bengala in vendita cercando in rete l’allevamento di Bengala più vicino a te. Puoi anche trovare dei privati che fanno cucciolate, ma richiedi sempre il Pedigree o il certificato di iscrizione a un’associazione che si occupa di questa razza. Questo è l’unico modo per essere certo che stai acquistando davvero un Bengala e non un gatto comune europeo con un mantello un po’ particolare.
A chi è adatto il gatto Bengala?
Il gatto Bengala, per quanto bellissimo dal punto di vista estetico, non è un gatto adatto a tutti. È molto vivace, alcuni soggetti sono decisamente più nevrili della media, per cui non è una razza adatta a chi ama i gatti paciosi e tranquilli. Anche per le famiglie con bambini, meglio razze un po’ più docili e malleabili. Idem dicasi per gli anziani che magari necessitano di gatti più pacifici.