Gatto Burmese: carattere, prezzo, cura
Quante cose sai sul gatto Burmese? Ecco carattere, prezzo e cura di questo felino di razza. E qualche curiosità su questa razza di gatti non molto diffusa qui da noi in Italia (incluso il fatto che da questa razza deriva la razza Burmilla)
Non se ne vedono tantissimi in Italia. Stiamo parlando del gatto di razza Burmese. Prima di vedere il gatto Burmese dal punto di vista del carattere, prezzo e cura, ricordiamo che è una razza originaria della Thailandia da cui è derivata poi la razza Burmilla. Come aspetto e caratteristiche, si presenta come un gatto di media taglia (le femmine arrivano a 3.5 kg), elegante e muscoloso. La testa è solo leggermente allungata, il naso ha uno stop netto e le orecchie hanno punte arrotondate.
Gli occhi sono di solito giallo-oro (sono preferibili i soggetti che non presentano nessuna sfumatura azzurra o verde, cosa per cui possiamo distinguerlo facilmente dal Siamese). Le zampe sono snelle, la coda è affusolata e con punta tonda. Il mantello è corto e folto, praticamente quasi senza sottopelo. Il pelo di copertura è setoso.
Come colori del mantello sono accettati:
- marrone
- blu
- cioccolato
- lilla
- rosso
- crema
- cannella
- tortie
- silver
In generale la parte ventrale del corpo è più chiara. Macchie, striature e pelo bianco sono concesse solamente fino ai sei mesi (il colore del mantello tende a scurirsi con la crescita). In molti poi cercano il gatto burmese nero.
Gatto Burmese: carattere e a chi è adatto
Giustamente, oltre all’aspetto, se state pensando di prendere un Burmese, è giusto chiedersi anche che carattere abbia. Si presenta come un gatto dolce e affettuoso, che si affeziona tantissimo al suo umano tanto da seguirlo ovunque vada. Adora le coccole e richiede attenzioni continue.
Come gatto ama giocare e patisce la solitudine. Può convivere tranquillamente con altri gatti e tende a essere amico anche dei cani. Molto tranquillo, è adatto alle famiglie con bambini. Nonostante sia un gatto tranquillo, adora giocare non solo da cucciolo, ma anche da adulto.
Molto intelligente, si adatta a vivere ovunque.
Visto il suo carattere, è lampante che il Burmese non sia il gatto adatto a chi trascorre troppe ore fuori casa: patisce tantissimo la solitudine. Inoltre, pur amando le coccole, vuole giocare e fare movimento, cosa di cui bisogna tenere conto (se si vuole un gatto molto più tranquillo, meglio optare per un gatto Persiano).
Gatto Burmese: dopo il carattere, anche il prezzo e cura
Il gatto Burmese non richiede troppe cure. Per quanto riguarda la salute, da cucciolo bisognerà fare le sverminazioni e i vaccini del caso, applicando regolarmente un antipulci. Come mantello, invece, non avendo praticamente sottopelo non deve essere spazzolato di continuo. Inoltre non forma nodi.
Per quanto riguarda occhi e orecchie, vanno puliti solo quando necessario.
Il prezzo di un gatto Burmese è abbastanza elevato, va dai 1.000 ai 1.500 euro o anche di più a seconda di linee genealogiche particolari o colori più rari.
Se volete trovare un gatto Burmese in vendita, dovete cercare degli allevamenti professionali o privati che fanno le cucciolate. Tuttavia rimane una razza non molto diffusa qui da noi, quindi forse vi conviene andare su Google e digitare, per esempio, “burmese allevamenti Lombardia”, sostituendo ovviamente la regione con la vostra in modo da ottenere un elenco degli allevamenti più vicini a voi.
Ricordatevi poi che:
- una leggenda narra che il gatto Burmese sia il discendente diretto dei gatti sacri della Birmania
- esistono tre tipologie di Burmese: l’americano, spesso di colore marrone scuro, più rotondo e robusto, con testa corta, occhi grandi e sporgenti; quello britannico, più snello e con lineamenti regolari; quello europeo, di colore rosso, blu e marrone, più simile a quello britannico
- la razza è stata riconosciuta al CFA nel 1936, ma potè accedere al campionato solo nel 1953
- come gatto è molto longevo, arriva tranquillamente ai 18 anni di vita media
- non si conoscono esattamente le origini del gatto Burmese. Il riconoscimento di razza è abbastanza recente, ma la razza è nota almeno sin dal 1700. Qui in occidente fu James Thompsona introdurlo a San Francisco nel 1930. La razza all’epoca era sconosciuta e quella prima femmina venne scambiata per uno strano Siamese marrone. Successivamente venne incrociata con un Siamese chocolate point e con altri gatti, ottenendo dei cuccioli di colore uniforme che diventarono i capostipiti della razza (il loro colore è collegato al gene burmese)
Fonti:
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