Gamma GT: cos’è, valori e sintomi collegati
Cos’è la Gamma GT e perché può essere utile monitorarne i livelli nel sangue al fine di escludere problemi al fegato: le informazioni utili.
Gamma GT è una sigla che identifica la Gamma Glutamil Transferasi, un enzima che interviene nel trasferimento di amminoacidi tra le cellule e nel metabolismo del glutatione, uno dei più importanti antiossidanti che agisce a livello cellulare. Detto anche GGT, gamma-glutamiltranspeptidasi o gamma-glutamiltransferasi, gamma-glutamiltranspeptidiltransferasi, questo enzima è presente in elevata concentrazione soprattutto nei reni, nel fegato e nel pancreas.
La concentrazione nel sangue di questo enzima è collegata principalmente con il sistema epatobiliare, tuttavia anche in presenza di valori elevati rilevati dalle analisi del sangue non è possibile ottenere una diagnosi e ricollegare immediatamente le alterazioni a una patologia specifica: è sempre importante fare riferimento al proprio medico per monitorare anche altri enzimi epatici e per escludere alcuni fattori che possono aver causato un innalzamento temporaneo dei parametri, come il consumo di alcolici e l’assunzione di alcuni farmaci tra cui antibiotici, antidepressivi e antinfiammatori FANS.
Quando sottoporsi all’esame Gamma GT
Talvolta la valutazione del Gamma GT rientra tra le analisi del sangue di routine, ma è soprattutto in alcuni casi che il medico decide di richiedere il dosaggio: l’obiettivo è quello di valutare la corretta funzionalità del fegato e di escludere problematiche più o meno gravi in seguito alla segnalazione di alcuni sintomi. Rientrano tra questi il prurito diffuso, l’ittero, gonfiore e dolore all’addome, nausea e vomito.
Inoltre, prima di sottoporsi all’esame è necessario conoscere le dinamiche che provocano un aumento dei livelli della Gamma GT: questo enzima tende a ridursi in seguito ai pasti, quindi il prelievo deve seguire alcune ore di digiuno per evitare falsi responsi. È anche indispensabile evitare il consumo di alcolici almeno per ventiquattro ore.
Gamma GT alto e basso
I valori della Gamma GT considerati normali variano tra 1 e 30 UI/l per gli uomini e tra 1 e 20 UI/l per le donne. In genere, in presenza di livelli elevati si prendono in considerazione una rosa di fattori scatenanti e responsabili di queste alterazioni: dall’abuso di bevande alcoliche all’epatite, dalla cirrosi alla colecistite, dalla presenza di metastasi al fegato all’ostruzione biliare, dalla pancreatite alle neoplasie che riguardano il fegato o i reni.
Vediamo nello specifico lo spettro completo dei valori considerati normali nell’esaminare i livelli di Gamma GT (o GGT):
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Donne
- A partire dal primo anno di vita: 6-29 U/l
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Uomini
- 1-6 anni: 7-19 U/l
- 7-9 anni: 9-22 U/l
- 10-13 anni: 9-24 U/l
- 14-15 anni: 9-26 U/l
- 16-17 anni: 9-27 U/l
- 18-35 anni: 9-31 U/l
- 36-40 anni: 8-35 U/l
- 41-45 anni: 9-37 U/l
- 46-50 anni: 10-39 U/l
- 51-54 anni: 10-42 U/l
- 55 anni: 11-45 U/l
- >56 anni: 12-48 U/l
Se i livelli della Gamma GT sono bassi si escludono possibili problemi legati al fegato, in ogni caso è sempre necessario non eseguire autodiagnosi ma fare in modo che a interpretare i valori sia sempre il medico curante. Esistono alcune tipologie di medicinali, come gli stessi contraccettivi orali, che possono ridurre la concentrazione sierica di questo enzima.
Il ruolo della dieta nella Gamma GT
Il benessere del fegato è strettamente legato all’alimentazione e per mantenere questo organo in salute è fondamentale impostare un regime dietetico sano: una strategia efficace che dà ottimi risultati e che si rivela molto più utile che cercare di ricorrere a rimedi fai da te per riportare sotto il livello di guardia i valori della Gamma GT.
Il primo consiglio è quello di limitare l’assunzione di alcolici, un’abitudine che rischia di compromettere notevolmente la funzionalità epatica causando danni anche irreparabili. Dietro un sovraccarico del fegato si celano anche un regime alimentare eccessivamente calorico e ricco di grassi, così come l’assunzione prolungata di farmaci. Anche il peso corporeo può influire negativamente sul benessere epatico, soprattutto causando un incremento dei grassi sia nel sangue sia nello stesso fegato: in casi come questi, una dieta ipocalorica si rivela indispensabile.