Fukushima, il reattore era difettoso da anni
Il reattore numero 4 della centrale di Fukushima sarebbe stato difettoso sin dalla sua costruzione. TEPCO, tuttavia, avrebbe nascosto il tutto
Una scioccante notizia arriva da indiscrezioni anonime provenienti dal Giappone: la centrale nucleare di Fukushima, oggi sotto l’occhio attento dei media per il rischio radioattività, sarebbe stata difettosa da tempo. Non è stato solo lo tsunami, perciò, a causarne l’incidente nucleare, ma anche l’imperizia degli addetti.
Già qualche giorno fa avevamo svelato, grazie ad alcune indiscrezioni statunitensi, come la TEPCO avesse deliberatamente deciso di raffreddare in ritardo il nocciolo, pur di non utilizzare l’acqua di mare che, essendo salata, avrebbe irrimediabilmente compromesso l’impianto. Oggi viene rivelato come il reattore numero 4 fosse da decenni difettoso, ma la società di gestione ha preferito nascondere il tutto pur di speculare sulla produzione di energia.
È un ingegnere ex dipendente TEPCO a svelarne l’arcano:
Uno dei reattori nella centrale danneggiata di Fukushima avrebbe contenuto acciaio danneggiato e incapace di contenere le radiazioni nel nocciolo, secondo un ingegnere che aiutò a costruire il sistema di contenimento quarant’anni fa. Mitsuhiko Tanaka afferma di aver aiutato a nascondere un difetto di manutenzione nel dispositivo da 250 milioni di dollari installato nella centrale di Fukushima numero 4 quando lavorava per una divisione della Hitachi nel 1974. Il reattore, che Tanaka chiama “una bomba a tempo”, era spento per manutenzione quando il terremoto dell’11 marzo ha causato uno tsunami di 7 metri che ha disabilitato il sistema di raffreddamento alla centrale, causando esplosioni e fuoriuscita di radiazioni.
Il danno sarebbe addirittura risalente agli inizi degli anni ’70 e rimasto invariato fino ai giorni nostri. Solo per un caso fortunato si è evitata una vera e propria catastrofe: per ragioni di manutenzione, il reattore era stato disattivato pochi giorni prima del terremoto. Qualora fosse stato in funzione, l’impatto con l’onda anomala avrebbe di certo generato una nuova Cernobyl, perché le protezioni in acciaio non sarebbero state in grado di reggere la potenza distruttiva dell’acqua.
Chi sa cosa sarebbe successo se il reattore fosse stato funzionante? Non ho idea di cosa sarebbe successo. Non so se avrebbe potuto sopportare un terremoto come questo. Ha un reattore danneggiato al suo interno.
Il difetto di Fukushima 4 non deriverebbe dai quasi 40 anni di utilizzo continuativo, bensì sarebbe strutturale, ovvero presente già dalla sua costruzione. Tutti sapevano, compresa la direzione di TEPCO, ma si è preferito chiudere un occhio con soluzioni alla carlona pur di sfruttare al massimo la rendita della centrale:
I rinforzi che avrebbero dovuto essere inseriti dentro la fornace durante la costruzione sono stati o dimenticati o sono caduti quando il cilindro di contenimento fu fatto ruotare nella fornace. Dopo il raffreddamento dell’acciaio, i tecnici osservarono che i muri erano stati danneggiati seriamente. La costruzione aveva i parametri sballati, la lunghezza e la larghezza differivano per più di 34 millimetri, il che significava che avrebbe dovuto essere scartata, secondo le regole nucleari. […] Quando la Tokyo Electic mandò ispettori a visionare i progressi, la Hitachi li distrasse con prebende e cene. Piuttosto che ispezionare il pezzo, passarono la giornata giocando a golf e rilassandosi alle terme.
In definitiva, durante la costruzione di Fukushima 4 si verifica un danno irreparabile, tale da non permettere legalmente l’accensione del reattore. La società di gestione sceglie la via della modifica in corsa, integrando dei sistemi che mai avrebbero potuto reggere la forza di un terremoto o di uno tsunami. Quando le autorità vengono informate delle problematiche, gli ispettori sono convinti a chiudere un occhio grazie a soldi, cene di lusso e divertimento. Il tutto, a danno dei cittadini: proprio di ieri è la notizia di un innalzamento preoccupante delle radiazioni nelle zone limitrofe alla centrale, quali catastrofi avrebbe potuto generare una nuova Cernobyl sia a livello locale che internazionale?
Un’altra storia, questa, che dimostra i limiti intrinseci dell’energia nucleare. Non tanto, però, per la tecnologia in sé, quanto per l’ineliminabile presenza dell’errore umano e l’innegabile propensione dell’industria energetica alla speculazione forsennata che, pur di far cassa, scavalca il diritto delle popolazioni alla sicurezza e alla salute.