Fotovoltaico: condividere i pannelli solari conviene con Solar Share
Il progetto di LifeGate e ForGreen consentirà di acquistare collettivamente un impianto fotovoltaico e condividerne l’energia prodotta
Produrre energia in modo collettivo e condividerla: nell’era dei social network e dello sharing on line, anche l’energia rinnovabile sembra voler diventare “social”. L’iniziativa di LifeGate e ForGreen ha proprio quest’obiettivo: mettere insieme cittadini che vogliano acquistare un impianto fotovoltaico e condividerne la produzione.
Si chiama Solar Share e, oltre ad essere un nuovo modello produttivo, è anche un nuovo modello d’investimento: scegliere le rinnovabili condividendo i costi, in modo da abbassare notevolmente il peso individuale della spesa. L’idea è quella di creare delle cooperative sociali che, dopo aver acquistato l’impianto fotovoltaico già in funzione, potranno condividere l’energia fra i propri utenti, secondo la quota acquistata da ognuno, senza limiti geografici.
In Italia, infatti, piccoli esperimenti di produzione collettiva e condivisione dell’energia esistono già: ma sono, in gran parte, cittadini di un unico territorio – un quartiere, un paese, una frazione – che decidono di acquistare un impianto fotovoltaico vicino dal punto di vista fisico. Con l’iniziativa di LifeGate e ForGReen, invece, si abbattono i limiti geografici.
Stefano Corti, Direttore Generale di LifeGate, ha spiegato:
Solar Share è il primo progetto italiano che apre questa opportunità a tutti, indipendentemente dalla loro ubicazione. In questo modo, persone di città differenti potranno unirsi e condividere energia prodotta dal sole, senza limiti territoriali.
Aderire al progetto è facile: basta inviare il form di adesione con tutti i dati personali e una copia della bolletta. Una volta raggiunto il numero di soci necessario, viene formata la cooperativa e ogni utente vi parteciperà scegliendo una soglia di quote da acquistare, in base al proprio fabbisogno energetico.
Infine, lo staff del progetto individuerà l’impianto adatto e sia avvierà l’acquisizione: da qui fino alla fine della vita dell’impianto, 17 anni in media, i cittadini saranno proprietari di quella produzione energetica.
I vantaggi di un modello del genere sono numerosi: oltre a stimolare una razionalizzazione di fondo della produzione rispetto alle richieste, mette al riparo gli utenti dall’inflazione e dalle oscillazioni dei prezzi. Se l’energia acquistata non è consumata entro l’anno, il corrispettivo economico in surplus verrà restituito all’utente con un conguaglio annuale.
Infine, chi acquista quote pari al numero di chilowatt del proprio contatore, maturerà, ogni anno, interessi che vanno dal 4 al 6%.