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Formaggi italiani prodotti con latte straniero: la lista di Report

Formaggi italiani con materie prime straniere, l'inchiesta di Report svela la lista dei marchi che utilizzano latte estero per i propri prodotti.

Formaggi italiani prodotti con latte straniero: la lista di Report

Fonte immagine: Foto di PDPhotos da Pixabay

Formaggi italiani sulla carta, ma prodotti con latte proveniente dall’estero. Un’inchiesta di Report ha svelato una lista di prodotti che di nazionale sembrerebbero avere soltanto la lavorazione finale. Materie prime di importazione secondo il programma RAI, in alcuni casi anche per alimenti considerati eccellenze del Made in Italy.

Diversi marchi noti sono stati citati durante la puntata di Report del 25 novembre, produttori di formaggi freschi o a varia stagionatura. Tra questi prodotti grattugiati o a pasta morbida come mozzarelle (da latte vaccino o di bufala) e parmigiano. Molti di questi pubblicizzati come Made in Italy, seppure realizzati con materie prime d’importazione. Un sistema massiccio secondo la trasmissione RAI, che prevede l’arrivo quotidiano in Italia di ingenti quantitativi da Germania, Francia, Spagna e da diversi Paesi dell’Est Europa (Ungheria in primis).

La lista era disponibile presso il Ministero della Salute, ma resa accessibile soltanto dietro domanda. Una prima richiesta era stata presentata a giugno 2019 da Coldiretti, respinta dal dicastero per “interessi diretti in imprese del settore lattiero caseario”. Ora Report ha avuto accesso al documento, pubblicato durante il programma condotto da Sigfrido Ranucci. Di seguito i marchi che si riforniscono dall’estero:

  • Cuomo (mozzarelle) – Germania;
  • Francia (mozzarelle) – Germania;
  • Galbani – Lituania, Spagna, Francia;
  • Giglio – gruppo Newlat importa dall’Ungheria;
  • Granarolo (Francia, Repubblica Slovacca, Slovenia, Ungheria;
  • Grana Padano – Germania, Polonia, Ungheria;
  • Parmalat di Collecchio – Slovenia, Belgio, Croazia, Ungheria, Repubblica Slovacca, Polonia;
  • Parmigiano – Lituania e Lettonia;
  • Polenghi – gruppo Newlat importa dall’Ungheria;
  • Torreinpietra – gruppo Newlat importa dall’Ungheria.

Eventuali pericoli per la salute possono originare dalle maggiori difficoltà nella tracciabilità degli alimenti, soprattutto in relazione all’eventuale diffusione di agenti patogeni (ad esempio il batterio Listeria monocytogenes) all’estero. Questione sicurezza alimentare sollevata già nel 2017 da Coldiretti, che aveva sottolineato come 3/4 del latte UHT in Italia proviene dall’estero e che lo stesso discorso vale per quello utilizzato per produrre il 50% delle mozzarelle presenti nei supermercati.

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