Foreste tropicali, distrutto il 12% in più nel 2020
Foreste tropicali, distrutto il 12% in più nel 2020: è quanto emerge da una nuova rivelazione, maglia nera al Brasile e a Bolsonaro.
Fonte immagine: Unsplash
Le foreste tropicali sono sempre più a rischio sopravvivenza: rispetto al 2019, nel corso dell’ultimo anno ben il 12% in più di vegetazione tropicale è andata distrutta. È quanto rivelano gli ultimi dati resi noti dal World Resources Institute, nel sottolineare un trend in crescita nonostante la pandemia in corso.
In totale, nel corso del 2020 sono stati abbattuti 10 milioni di acri di foresta tropicale, pari alla grandezza della Svizzera. Una perdita che ha contribuito all’immissione in atmosfera di mezzo miliardo di anidride carbonica in più rispetto all’anno precedente. Si tratta di una quantità maggiore rispetto alle emissioni prodotte da tutte le automobili che transitano negli Stati Uniti.
Foreste tropicali a rischio scomparsa
I ricercatori hanno analizzato i dati provenienti dai Paesi che dispongono di grandi foreste tropicali, incrociandoli con monitoraggi di altro tipo, ad esempio tramite le rilevazioni via satellite. È così emerso come la deforestazione sia proseguita nel 2020 a ritmo più che spedito, nonostante il freno all’economia mondiale dovuto alla pandemia da coronvavirus.
Il Paese dove si registra la maggiore perdita è il Brasile, dove le politiche permissive di Bolsonaro hanno portano a una crescita incontrastata degli incendi dolosi per liberare parte dell’Amazzonia dei suoi alberi, in modo che si possa ricavare spazio per le coltivazioni. Anche la siccità ha avuto il suo peso, soprattutto nel Pantanal, dove si è toccato il picco del 16% nella perdita di arbusti in più rispetto al 2019. Ma anche nel Camerun il disboscamento e preoccupante, così come in Colombia.
In controtendenza invece Indonesia e Malesia, dove si registra una riduzione per il quarto anno successivo, sebbene il problema nel Sudest asiatico sia estremamente vasto. Gran parte delle foreste tropicali, in particolare gli habitat preferiti dagli orango e dagli elefanti, sono state rase al suolo nell’ultimo decennio per far spazio alle coltivazioni di palma da olio. La situazione a livello globale rimane comunque preoccupante, così come ha sottolineato Rod Taylor, a capo delle ricerche forestali dell’istituto:
Stiamo continuando a perdere foreste a un ritmo inaccettabile. Il 12% di aumento a livello annuale è troppo, soprattutto in un periodo in cui è richiesto che il trend scenda.
I ricercatori tuttavia specificano come non si possa parlare di deforestazione unicamente causata dall’uomo, poiché il report tiene conto della perdita totale delle foreste. Quindi, nel calcolo rientrano anche le aree perdute a causa di fenomeni naturali come siccità o incendi spontanei, in cui la causa umana è indiretta. Ovvero, non un disboscamento attivo ma conseguenza dei cambiamenti climatici.
Fonte: New York Times