FIP gatto: sintomi, trasmissione, cure
Fra le malattie virali dei gatti più temute dai proprietari e dai veterinari, oltre alla FIV e alla FeLV figura anche la FIP. La Peritonite Infettiva Felina è provocata da un Coronavirus, naturalmente diverso da quello che provoca il Covid-19 nell'uomo, che può presentarsi in forma benigna, asintomatico o con blandi sintomi gastroenterici, o maligna, forma essudativa o granulomatosa. Vediamone sintomi, trasmissione, diagnosi, cura e prognosi.
Questa è una delle malattie più temute da proprietari e veterinari: la FIP nel gatto o Peritonite Infettiva Felina. Nota anche con l’acronimo di PIF in inglese, si tratta di una malattia virale causata dal Coronavirus felino FcoV. In realtà questa malattia esiste in due forme.
Una è benigna, spesso asintomatica e provoca al massimo una blanda diarrea e la forma più grave, quella maligna, che provoca versamenti o la formazione di granulomi. Purtroppo è una malattia per cui non esiste un vaccino e neanche una terapia efficace. O meglio: non esiste terapia efficace che sia approvata dalla legge qui in Italia.
Cause di FIP nel gatto
Come dicevamo, la FIP nel gatto è provocata da un Coronavirus, che però non è correlato a quello che provoca il Covid-19 nell’uomo. I Coronavirus fanno parte dell’ordine Nidovirales. Sono virus a RNA. Di questo virus ne esistono due sierotipi:
- Tipo 1: è quello presente nella maggior parte dei gatti che sviluppano infezione naturale
- Tipo 2: nasce dalla ricombinazione fra il FcoV e il Coronavirus canino, il CCoV
Il fatto è che questo Coronavirus è presente nell’intestino della maggior parte dei gatti. Si stima che nei gatti in colonia o in quelli in allevamento sia presente nel 75-90% dei casi. La maggior parte di questi gatti non svilupperà mai la FIP: se il virus riesce a essere tenuto a bada dal sistema immunitario, rimane asintomatico. Tuttavia anche gatti asintomatici possono ciclicamente eliminare il virus con le feci.
Come abbiamo imparato a nostre spese con la pandemia da Covid-19 e come i veterinari dicevamo sin dall’inizio della pandemia, avendo purtroppo a che fare con i Coronavirus da sempre, questi virus mutano molto velocemente a ogni ciclo di replicazione. Per questo motivo possono comparire rapidamente ceppi maggiormente patogeni che scatenano poi la FIP vera e propria.
Si è anche visto che gatti che hanno una forte immunità umorale producono anticorpi che formano immunocomplessi responsabili della forma umida o essudativa della FIP, quella con versamenti cavitari. Se invece il gatto sviluppa sia una forte immunità umorale che una forte immunità cellulo-mediata, potrebbe essere in grado o di mantenere il virus latente o anche di eliminarlo del tutto.
Come disinfettare l’ambiente in caso di FIP?
Come molti altri virus a RNA, il Coronavirus che provoca la FIP è sensibile a molti disinfettanti comuni. Inoltre è molto sensibile anche al calore. La sua sopravvivenza nell’ambiente esterno, senza che ci siano gatti portatori, è di massimo 24 ore.
Come si trasmette la FIP nei gatti?
La trasmissione del virus della FIP avviene solitamente per via orofecale. La cosa da notare è che solitamente viene trasmesso il Coronavirus benigno, quello non mutato. Una eventuale mutazione avviene nei singoli soggetti, ma non si sa il perché. Raramente il contagio avviene per via diretta.
Il virus viene eliminato tramite le feci, quindi bisogna porre particolare attenzione alle lettiere. Nella saliva il Coronavirus è presente solo nei primi due giorni dell’infezione, quindi mangiare nelle stesse ciotole non è troppo rischioso, a meno che non siano contaminate da feci.
C’è da dire che la maggior parte dei gatti positivi al Coronavirus non sviluppa la FIP. Questi gatti, spesso asintomatici, eliminano il virus con le feci per 2-3 giorni, salvo presentare sieroconversione dopo 3 settimane e continuare ad eliminare il virus fino a 7 mesi.
Infine gli anticorpi prodotti diminuiscono. Molti gatti tendono a diventare portatori a vita, eliminando continuamente o ciclicamente il virus con le feci e avendo sempre alti titoli anticorpali.
Patogenesi della FIP nel gatto
Senza scendere troppo nel dettaglio, la maggior parte dei gatti si infetta per via orofecale con la forma benigna e asintomatica del Coronavirus. Poi, non si sa il perché, in alcuni gatti questo virus muta e dagli enterociti passa ai macrofagi. Non si sa se a causare la malattia vera e propria sia la mutazione in sé, una predisposizione genetica del soggetto o variazioni del suo sistema immunitario.
Comunque sia, dopo la mutazione del virus, si sviluppa una vasculite immuno-mediata con danno vascolare e sviluppo di versamenti/granulomi. I sintomi della FIP compaiono dopo un mesetto circa dall’infezione, spesso in concomitanza con fattori stressanti come il cambio casa o la sterilizzazione.
E qui sfatiamo un’idea preconcetta dei proprietari: non è la sterilizzazione in sé a causare la FIP. Se un gatto dopo la sterilizzazione sviluppa una FIP è in quanto albergava già il virus ed era destinato a manifestarla. L’evento stressogeno, in questo caso, semplicemente accelera qualcosa che sarebbe comunque avvenuto.
Anche la contestuale presenza di altre malattie come la FIV, la FeLV o la Toxoplasmosi possono accelerare la comparsa di una FIP.
La forma effusiva umida compare anche un mese o due dopo l’infezione, talvolta anche più in là se il sistema immunitario un minimo riesce a reagire. La forma granulomatosa non effusiva, invece, compare anche mesi o anni dopo l’infezione.
Sintomi della FIP nel gatto
La FIP tende a manifestarsi sia in gatti che vivono in ambienti sovraffollati come allevamenti, gattili, colonie, sia in gatti che vivono da soli in casa. La malattia può manifestarsi in gatti di tutte le età, ma solitamente la si vede in gatti giovani, al di sotto dei due anni di vita.
Maggiormente a rischio, sono anche i gatti al di sopra dei 10 anni. Pare anche che i maschi tendano a sviluppare più facilmente la malattia rispetto alle femmine.
Non c’è predisposizione di razza, qualsiasi gatto può manifestare la FIP. Non si è ancora ben capito perché alcuni gatti sviluppino la FIP e altri no. E non si è neanche capito perché ad un certo punto alcuni ceppi mutino nella forma maligna.
Dai soli sintomi non è facile diagnostica la FIP nel gatto in quanto può manifestarsi in diversi modi. Tutto dipende da dove si sviluppa il versamento o su quali organi si formano i granulomi. Durante le prime fasi di FIP sono segnalati sintomi come:
- febbre altalenante che non risponde agli antibiotici
- dimagramento
- anoressia
- depressione
Si distinguono, poi, le due forme principali di FIP:
- forma effusiva o umida
- forma non effusiva o granulomatosa
Sintomi della forma effusiva della Peritonite Infettiva Felina
Questa è la forma più comune di FIP. Si ha lo sviluppo di versamenti in torace e/o addome (ascite). Raramente si ha una FIP solo pericardica. I sintomi dipenderanno da dove si sviluppa il versamento.
Oltre a quelli visti sopra, se la FIP umida causa versamento in torace vedremo come sintomo la dispnea, mentre se colpisce l’addome si avrà dilatazione del medesimo, stipsi o diarrea.
Questa forma ha un decorso molto rapido, con prognosi infausta: il gatto muore entro poche settimane. Raramente una forma umida si evolve per mesi, anche se in alcuni casi la forma umida si trasforma in una secca, con prognosi che arriva all’anno.
Da segnalare anche la rara presenza di versamenti a livello dello scroto e forme di FIP di tipo chiloso.
Sintomi della forma granulomatosa della FIP
La forma non effusiva o granulomatosa prevede lo sviluppo di granulomi su diversi organi. Questa è la forma cronica: la prognosi potrebbe allungarsi, ma si parla sempre di mesi. I sintomi dipendono dalla localizzazione dei granulomi.
Se per esempio i granulomi si sviluppano a carico del fegato, avremo come sintomo l’ittero. Più grave la forma neurologica della FIP in quanto si manifesta con convulsioni. Sintomi generici di FIP secca sono:
- febbre non altissima che non reagisce alle normali terapie
- abbattimento
- dimagramento
- anoressia
- aumento di volume dei linfonodi intestinali
Forme specifiche di FIP secca sono quelle a carico di:
- occhi: uveite, opacizzazione dell’occhio, ifema
- SNC: atassia, nistagmo, disturbi vestibolari e convulsioni. Se presente anche meningite si hanno anche tremori, incoordinazione motoria, iperestesia, cambi del comportamento e defici dei nervi cranici. Se i granulomi si sviluppano sul midollo spinale o sui nervi periferici si ha anche zoppia, paresi e atassia
- reni: aumento di volume renale con insufficiena renale
- intestino: formazione di placche a livello del colon con vomito, diarrea, febbre, anoressia, dimagramento e infine sviluppo di una forma umida
- forme atipiche: milza, fegato, testicoli, cute
Il decorso della forma secca può essere anche di un paio d’anni, ma di solito nelle fasi terminali si sviluppa anche la forma umida iperacuta
Diagnosi di Peritonite Infettiva felina
La diagnosi di FIP non è facile. Non esiste un test specifico e univoco. Il test sulle feci ci può indicare solo la presenza del Coronavirus, ma non ci dice se è quello benigno o quello maligno.
Più agevole la diagnosi nella forma umida: la presenza del virus nel versamento e tutti i sintomi presenti sono compatibili con la FIP. Inoltre un versamento molto proteico potrebbe essere suggestivo di FIP. Si può abbinare anche la misurazione dell’alfa-1 glicoproteina acida o AGP, che tuttavia aumenta anche in caso di traumi, interventi o infezione batterica.
Più difficile la diagnosi nelle forme secche. Questo perché l’unica certezza la si avrebbe con l’esame istologico delle lesioni granulomatose, ma è ben capibile che, per esempio, un prelievo bioptico intra vitam non è sempre possibile in tutte le localizzazioni.
Pensiamo a una forma cerebrale: impossibile fare biopsia finché il gatto è in vita. Per questo motivo molto spesso sentite dire che fare diagnosi di FIP con certezza al 100% intra vitam è impossibile. Diciamo che la diagnosi avviene abbinando una serie di esami ai sintomi clinici.
Come curare un gatto con FIP? Cenni di terapia
Come dicevamo prima, la FIP non ha un vaccino e non ha una terapia specifica. In generale, sia nella forma umida che in quella secca, la prognosi è sempre infausta. La terapia prevede l’utilizzo dell’inferferone omega ricombinante di origine felina, abbinata alla terapia sintomatica.
Questo tipo di terapia potrebbe migliorare temporaneamente i sintomi e prolungare leggermente i tempi di sopravvivenza, ma di solito i gatti che sviluppano la FIP non sopravvivono a lungo. Ipotetici gatti guariti dalla FIP è possibile che in realtà avessero altre forme virali o immunomediate scambiate per FIP, viste anche le difficoltà di diagnosi.
Terapia sperimentale FIP gatto
Se avete sentito parlare di una terapia sperimentale per la FIP nel gatto, si tratta dell’uso di farmaci antivirali umani utilizzati nel tentativo di bloccare la replicazione virale. L’antivirale che sembra avere maggior efficacia è il GS-441524: pare che sia molto efficace e abbia pochi effetti collaterali.
Ma c’è un grosso problema: studi sulla sicurezza sono ancora in corso, ma l’ostacolo più grosso al suo utilizzo è che questo farmaco non è autorizzato per il commercio qui in Italia. Quindi il veterinario non può prescrivervelo né procurarvelo in nessun modo perché il farmaco non è stato autorizzato.
La FIP del gatto è contagiosa per l’uomo?
No, la FIP del gatto non è contagiosa per l’uomo. Non si tratta di una zoonosi. Al massimo un gatto con Peritonte Infettiva Felina è contagioso solo per altri gatti.
Fonti