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Fiori californiani: gli effetti collaterali

Fiori Californiani: uno sguardo agli utilizzi e alle possibili controindicazioni dei fiori, all'interno della teoria vibrazionale della floriterapia.

Fiori californiani: gli effetti collaterali

Quando si parla di essenze floreali, i primi rimedi che balzano alla mente sono i fiori del Dottor Edward Bach, il primo ad aver studiato la floriterapia. Bach ha lasciato una magnifica eredità ad altri studiosi di fiori ed essenze, tanto che sono nati altri sistemi come i Fiori Californiani. Anche questi fanno parte delle cosiddette terapie vibrazionali, che agiscono sia sul piano fisico che mentale ed emotivo.

Le essenze floreali non contengono alcun elemento chimico, ma posseggono solo l’energia sottile del fiore: agiscono quando vengono ingerite o quando si entra in contatto con esse, armonizzando così la propria energia.

Fiori Californiani ed effetti collaterali

Mariposa Lily
Fonte: Mariposa Lily di skw via Flickr

Il trattamento effettuato con essenze floreali è normalmente innocuo e la sua efficacia si può godere in qualsiasi fase della vita e in qualsiasi età. Se si assume un’essenza in realtà non necessaria, essa non provoca effetti negativi: semplicemente non agisce.

Il paziente di solito può rimanere tranquillo nell’assunzione di questi rimedi floreali, perché essi non contengono principi attivi con azioni specifiche, per cui sono più innocui anche rispetto a quelli fitoterapici. I Fiori Californiani non si basano su di una relazione di causa-effetto: se si assumono delle gocce d’essenza floreale, non si ottiene immediatamente una conseguenza, ma l’energia sottile e vibrazionale del fiore parla e comunica con l’energia di chi lo assume, sbloccandola e riequilibrandola, facendola tornare a fluire.

Per questo motivo, in tema di Fiori Californiani non si può parlare di veri e propri effetti collaterali, ma di conseguenze iniziali che possono risultare indesiderate quando si comincia il trattamento, che tuttavia normalmente svaniscono nel corso dei giorni. Generalmente può succedere che, andando a cercare di portare equilibrio in uno stato d’animo agitato, con l’assunzione delle essenze emergano parti di noi che rifiutiamo o che a livello inconscio non riconosciamo. Oppure, ancora, può succedere che la nostra energia vada “sulla difensiva”, ribellandosi al messaggio riequilibratore del fiore. Per questo, in rarissimi casi, possono verificarsi iniziali momenti di ansia, che però verranno completamente ripagati e superati grazie ai benefici effetti del trattamento floriterapico.

Se l’effetto collaterale è sopportabile, dunque, non è necessario combatterlo: è fondamentale, invece, che il paziente sia pienamente consapevole del motivo per cui sta assumendo quel determinato fiore e degli effetti positivi che trarrà dal trattamento.

Importanza del rapporto fra terapeuta e paziente

Small flowers Yarrows
Fonte: Small flowers Yarrows di Nayu Kim via Flickr

Oltre a tutto ciò, è fondamentale la relazione che si interpone tra paziente e terapeuta. Innanzitutto tra le due figure si deve instaurare un clima di estrema fiducia. Poi, ancora, se il terapeuta deve essere pienamente in grado di gestire il trattamento floriterapico, dall’altra parte il paziente deve essere attivo nell’assunzione dell’essenza floreale: deve infatti ricordare che la sua energia dovrà comunicare con quella del fiore, per cui necessità di essere informato sia sulle proprietà, sia sul perché quell’essenza gli sia stata assegnata.

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