Il finocchio è di certo uno degli ortaggi più apprezzati e versatili in cucina, da tempo immemore fra i protagonisti della dieta mediterranea. Perfetto da gustare sia crudo che cotto, questo alimento ha trovato nei secoli le più svariate applicazioni e, oltre che ai fornelli, si è rivelato un valido alleato per la salute. Ma quali sono le sue proprietà, le controindicazioni e i benefici per l’organismo?
Scelto per un fresco pinzimonio oppure consumato in polvere per eliminare il gonfiore addominale, virtù che condivide con la liquirizia, il finocchio è un alimento sano che viene consigliato sin dalla tenerissima età. Di seguito, tutte le informazioni utili.
Con il termine finocchio si individua una pianta erbacea – il Foeniculum vulgare – appartenente alla famiglia delle Apiaceae. Questa pianta è nota sin da tempi antichissimi, poiché cresce spontaneamente in molti luoghi del mondo, ma la coltivazione a scopo alimentare sembra essere più recente: attorno al XVI secolo.
In natura, il finocchio si caratterizza per un’altezza fino a 2 metri e per un aspetto decisamente singolare. Anziché sviluppare robusti rami, questa pianta presenta un fitto cespuglio di rametti sottili, che si sviluppano tutti da un unico nucleo chiamato grumolo. Questo, alla base della pianta e leggermente in superficie rispetto al terriccio, si caratterizza per la sovrapposizione delle parti carnose degli stessi rametti fogliari, assumendo una forma che ricorda vagamente quella di una grande cipolla.
È proprio il grumolo – quest’ultimo di colore bianco, rispetto alle foglie verdi – che viene maggiormente impiegato a scopo alimentare. La pianta produce regolarmente anche dei piccoli fiorellini gialli, i quali proteggono dei caratteristici semi, anche questi scelti per l’alimentazione o la cura dell’organismo.
Va però specificato che, quando si parla comunemente di finocchio, ci si riferisce alla varietà coltivata. Quest’ultima non viene fatta crescere più di 60 oppure 80 centimetri, per evitare che il grumolo bianco risulti troppo inspessito e poco piacevole al gusto. Non a caso, la raccolta dei primi finocchi avviene solo 90 giorni dopo la loro semina.
Come già accennato, il finocchio è una pianta che ha trovato moltissimi usi da parte dell’uomo. È un’erba aromatica molto apprezzata, nonché un ottima pianta medicinale, come timo, rosmarino e borragine. Fra gli utilizzi:
Quando si parla di finocchio, è facile chiedersi che differenze vi siano tra la versione coltivata e il cosiddetto finocchio selvatico. In realtà, la tipologia di finocchio che si coltiva nell’orto e che viene portata sul piatto non è altro che la stessa pianta del selvatico, tuttavia raccolta nelle prime fasi del suo sviluppo.
Se ci si riferisce invece al finocchietto selvatico, si sta parlando delle parti aeree della pianta spontanea – la cosiddetta “barba”, ovvero quelle foglioline filiformi che si sviluppano sugli apici dei rametti di finocchio – che vengono raccolte per realizzare infusi, decotti o per aromatizzare le carni.
Così come già accennato, il finocchio assicura numerose proprietà utili all’organismo umano, sia dal punto di vista alimentare che su quello più strettamente legato alla salute.
Partendo dai valori nutrizionali del grumolo, ovvero la porzione del finocchio più consumata a livello mondiale, si tratta di un alimento decisamente leggero: 100 grammi di ortaggio apportano solo 31 calorie.
Per lo stesso peso, si registrano 7 grammi di carboidrati, 1.2 di proteine, solo 0.2 di grassi e ben 3.1 grammi di fibra alimentare. La restante porzione è quasi completamente rappresentata da acqua.
Interessante è il carico di vitamine che il finocchio può assicurare, in particolare elevati dosi di vitamina C ed A, ma anche sali minerali come magnesio, calcio, ferro, potassio e molti altri ancora.
Proprio per il suo singolare apporto nutrizionale, e per alcuni flavonoidi di cui sia i semi che il grumolo sono ricchi, il finocchio offre degli innegabili benefici per la salute. Nel dettaglio, può essere utile in questi casi.
Il consumo di finocchio – e dei suoi derivati – non presenta particolari controindicazioni, fatta eccezione per ipersensibilità personali o reazioni allergiche ai suoi principi attivi.
Un ricorso eccessivamente frequente potrebbe però avere effetti lassativi, proprio per la sua capacità di spingere l’aria intestinale all’esterno e rendere più morbide le feci grazie alle sue fibre.
Va comunque segnalato che l’assunzione di decotti a base di semi di finocchio dovrebbe essere sempre moderata, poiché questi contengono estragolo, una sostanza potenzialmente cancerogena. Gli effetti però è improbabile che si manifestino con il normale consumo umano.
Questo ortaggio è consigliato in tutti i tipi di dieta, poiché adatto sia per il normale mantenimento di un regime mediterraneo che per diete curative, come quelle destinate alla perdita del perso o al controllo della glicemia. Ma come inserirlo nelle proprie routine alimentari?
Il finocchio dovrebbe essere consumato almeno un paio di volte alla settimana, poiché assicura numerosi vantaggi per l’organismo.
Le ricette da preparare sono le più svariate: dal più classico pinzimonio al finocchio bollito. Lo si può inoltre aggiungere alla pasta e al riso come condimento, saltandolo in padella con un filo d’olio, nonché utilizzarlo come ripieno di ravioli, involtini e polpette a base di carne.
Esiste poi una dieta del finocchio precisa da circa 1500Kcal, molto varia e completa, che promette di farci perdere qualche centimetro sulla fascia addominale. Ma certamente, prima di seguirla alla lettera, chiediamo il parere del nostro medico curante.
Naturalmente, il finocchio può essere facilmente coltivato sia in vaso che in orto. Nel primo caso, non si potrà però sperare in un raccolto ricchissimo. Date le dimensioni generose dell’ortaggio, è difficile coltivarne grandi quantità in spazi decisamente limitati.
Fra le necessità della pianta per una crescita rigogliosa, si elencano:
L’ortaggio può essere coltivato per seme o trapiantando piantine d’acquisto. I periodi più adatti sono quelli tra marzo e giugno, per una raccolta estiva, oppure settembre per una più autunnale. Ma a che distanza piantare sia i semi che le piantine? Per garantire una corretta crescita e uno sviluppo sia in altezza che in larghezza, gli esemplari dovrebbero rimanere a un minimo di 30 centimetri gli uni dagli altri.