Fenilalanina: effetti benefici e controindicazioni
La fenilalanina è un amminoacido essenziale utile alla nostra salute. Ma vediamo in quali alimenti si trova, a cosa serve, integratori e controindicazioni.
Fonte immagine: Pexels
La fenilalanina, amminoacido essenziale utile per l’organismo, vanta effetti benefici ma non è priva di controindicazioni. Non potendo essere sintetizzata autonomamente, deve essere introdotta tramite l’alimentazione. Ma è vero che fa male?
Può causare problemi nel caso in cui si verifichi un accumulo della stessa a causa della mancanza dell’enzima preposto alla sua trasformazione. In che alimenti si trova la fenilalanina, e quanta se ne dovrebbe assumere al giorno? Di seguito le risposte alle domande più comuni.
Cos’è la fenilalanina
La fenilalanina è presente e molto comune nelle proteine che assumiamo con l’alimentazione quotidiana nonché negli enzimi: per il nostro organismo è un amminoacido essenziale insieme a isoleucina, leucina, lisina, metionina, treonina, triptofano e valina.
Ciò significa che deve essere assunta tramite gli alimenti perché non siamo in grado di sintetizzarla autonomamente e, dunque, soddisfare le nostre necessità metaboliche.
Ne esistono tre forme: la D-, la L- e la DL-fenilalanina. Quella di nostro interesse in quanto l’unica presente nelle proteine umane è la L-fenilalanina. La forma D non è un amminoacido essenziale e agisce come analgesico.
La DL-fenilalanina è una forma sintetica che viene prodotta in laboratorio. Fortunatamente molti alimenti di origine sia vegetale che animale ne sono un’ottima fonte: con una sana e varia alimentazione è possibile garantirne l’apporto quotidiano in quantità sufficienti.
A cosa serve la fenilalanina
A cosa serve la fenilalanina? È indispensabile per la sintesi dell’ormone tirosina, dei neurotrasmettitori L-DOPA, epinefrina e norepinefrina ed infine della melanina.
La tirosina è uno degli aminoacidi che formano le proteine dell’organismo umano. Può essere sintetizzata dall’organismo proprio a partire dalla fenilalanina e per questo non è considerata un amminoacido essenziale. Epinefrina e norepinefrina sono catecolamine, ormoni secreti dal surrene che vengono rilasciati in situazioni di stress o ipoglicemia.
La melanina, infine, è un pigmento che viene sintetizzato in determinate cellule, i melanociti, a partire dall’amminoacido tirosina.
Integratori dell’amminoacido – così come riportato sul sito dell’Humanitas – vengono prescritti per trattare depressione, disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD), malattia di Parkinson, dolore cronico, artrosi, artrite reumatoide, sintomi dell’astinenza dall’alcol e vitiligine. Il loro meccanismo d’azione non è però stato chiarito.
Effetti della fenilalanina
Tra gli effetti benefici della fenilalanina si annoverano vantaggi sia a livello della salute neurologica che della pelle. Venendo utilizzata dall’organismo per produrre il neurotrasmettitore noradrenalina, svolge un ruolo importante nell’aiutare gli impulsi nervosi a viaggiare tra il cervello e le cellule del corpo; a mantenere uno stato di veglia o di allerta, a migliorare la memoria.
La noradrenalina ha anche proprietà antidepressive. Per questo motivo, alcuni scienziati ritengono che la L-fenilalanina possa aiutare a curare la depressione.
Tra gli effetti sulla pelle può migliorare la condizione di quella con vitiligine, la perdita di melanociti che causa lo schiarimento di alcune zone dell’epidermide. Tale sua proprietà risiede nel fatto che la fenilalanina stimola la produzione di melanina, il pigmento naturale che dona alla pelle il suo colore e l’abbronzatura.
Che dire della fenilalanina per dimagrire? Qualcuno la propone anche per tale scopo. La motivazione sta nel fatto che, partecipando alla sintesi dell’ormone colecistochina prodotto nel duodeno, induce la secrezione della bile e dell’insulina, stimolando il senso di sazietà.
Dove si trova la fenilalanina
È ben distribuita negli alimenti ricchi di proteine: carne, pesce, uova, legumi, mandorle, noci e cereali integrali. Il valore di riferimento del fabbisogno proteico per l’adulto consiste nell’assumere ogni giorno 0,8 grammi di proteine per chilogrammo di peso corporeo.
Il fabbisogno giornaliero di fenilalanina per chilogrammo, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, è pari a 25 milligrammi.
Nello specifico la si può assumere mangiando i seguenti alimenti ricchi di fenilalanina:
- Carne
- Pesce
- Uova
- Latte
- Formaggio
- Gelatina
- Grano
- Avena
- Quinoa
- Orzo
- Segale
- Lenticchie
- Noci e semi
- Prodotti a base di soia e tempeh
- Prodotti a base vegetale di “carne”
- Alghe vegetali
La feniletilamina nel cioccolato si trova in piccole quantità. Ciò gli conferisce la reputazione di antidepressivo. Alimenti a basso contenuto di fenilalanina sono frutta e verdura, grassi, zuccheri e amidi.
Fenilalanina e aspartame
Un cenno a parte merita uno tra i più noti dolcificanti, l’aspartame. Questo, dal punto di vista chimico, è costituito da una molecola di acido aspartico e una di fenilalanina. Chi soffre di fenilchetonuria dovrebbe evitare gli alimenti dolcificati con aspartame.
Per questo motivo, considerata anche la gravità della malattia, sulla maggior parte delle bevande e caramelle light è riportata la dicitura “contiene una fonte di fenilalanina”.
Integratori a base di fenilalanina
L’assunzione dell’amminoacido si è dimostrata efficace nel trattamento di alcune forme di depigmentazione cutanea e per favorire il senso di sazietà in pazienti che stanno seguendo un regime ipocalorico per dimagrire.
L’integrazione con fenilalanina viene spesso suggerita anche a chi soffre di depressione, perché favorisce la sintesi delle catecolamine, epinefrina e norepinefrina, che oltre ad agire come regolatori dell’attività cardiaca e circolatoria sono indispensabili per la normali funzioni nervose.
Gli integratori alimentari di fenilalanina sono in vendita senza obbligo di prescrizione in farmacia e parafarmacia e si si tratta, in genere, di un rimedio ben tollerato alle dosi normalmente consigliate. Il più comune effetto avverso registrato è l’emicrania.
Fenilalanina: fa male?
Non è esente, tuttavia, da controindicazioni. È controindicata a chi soffre di schizofrenia, nei pazienti che sono in terapia con farmaci antidepressivi della classe degli inibitori delle monoamminossidasi, o farmaci anti-ipertensivi.
L’assunzione di integratori a base di fenilalanina può interferire con quella di levodopa, principio attivo utilizzato per il trattamento del morbo di Parkinson. La sua assunzione potrebbe peggiorarne i sintomi.
Inoltre potrebbe interferire con le terapie contro la depressione a base di MAO inibitori. In casi come questo può aumentare le concentrazioni di tiramina nell’organismo. L’accumulo di questa può far aumentare la pressione. Infine, può aumentare il rischio di spasmi muscolari nei soggetti che assumono antipsicotici.
Come è facile dedurre, è controindicata nel caso in cui si soffra di fenilchetonuria. Per tale motivo è sempre utile attenersi alle indicazioni riportate sulla confezione e chiedere il consiglio del medico e del farmacista anche prima di scegliere un integratore alimentare.
Se è certo che livelli elevati di fenilalanina nel sangue sono tossici per il cervello e possono potenzialmente influenzare lo sviluppo dello stesso causando ritardo mentale, disturbi dell’umore e problemi comportamentali, non ci sono significative evidenze scientifiche, ad oggi, che provino che la fenilalanina sia cancerogena.
Cos’è la fenilchetonuria
L’importanza della fenilalanina per il benessere fisiologico del nostro organismo è ben comprensibile osservando quanto gravi possono essere i disturbi cutanei e neurologici della fenilchetonuria: una malattia ereditaria rara che consiste nell’incapacità di metabolizzare tale amminoacido. La diagnosi tardiva di questa patologia esita in grave ritardo mentale e motorio.
Fortunatamente, se la malattia viene individuata ed affrontata alla nascita, si può sperare in uno sviluppo normale e sano dell’organismo. Il trattamento precoce e ben seguito rende possibile uno sviluppo favorevole e previene la compromissione del sistema nervoso centrale.
Quali sono i sintomi della fenilchetonuria? Questi possono comprendere deficit intellettivo, convulsioni, nausea e/o vomito, eruzioni cutanee o un particolare odore corporeo che ricorda quello della muffa.
Conclusioni
La fenilalanina è un aminoacido essenziale che deve essere introdotto nell’organismo tramite fonti alimentari. In generale, alimenti ad alto contenuto proteico sono anche ricchi di fenilalanina. Tale amminoacido è coinvolto nella produzione dei neurotrasmettitori noradrenalina e dopamina, essenziali per il corretto funzionamento del cervello e del sistema nervoso.
La fenilalanina è utile anche per la produzione della melanina. È per molte persone sicura, ma esistono dei rischi per alcuni soggetti. In particolar modo per chi soffre di fenilchetonuria.