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Feci di gatto: un pericolo di salute pubblica?

Le feci di gatto aumentano il rischio di contrarre la toxoplasmosi, per questo negli USA si sta pensando di contenere la popolazione di esemplari randagi.

Feci di gatto: un pericolo di salute pubblica?

Si è spesso discusso della pericolosità delle feci del gatto per la salute dell’uomo: il rischio è quello di entrare in contatto con la toxoplasmosi, una patologia spesso pericolosa, anche se le normali norme igieniche di gestione della lettiera del micio sembrano allontanare più che efficacemente qualsiasi conseguenza nefasta. Eppure negli Stati Uniti negli ultimi giorni è divampato il dibattito: le feci di gatto su una questione di importanza assoluta per la salute pubblica?

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In uno studio pubblicato questa settimana sulla rivista scientifica Trends in Parasitology, i ricercatori del Johns Hopkins University Medical Center del Maryland hanno dimostrato come i gatti statunitensi producano 1,2 milioni di tonnellate di feci l’anno, rifiuti fisiologici che espongono esponenzialmente l’uomo all’infezione dal Toxoplasma gondii, il responsabile della toxoplasmosi. Così spiega Robert Yolken, neurovirologo del Johns Hopkins Medical Center:

L’accumulo degli oocisti di Toxoplasma gondii nel terreno genera un significativo rischio per la salute pubblica, specialmente nelle sabbionaie per i bambini, nei giardini e negli altri luoghi preferiti dai gatti per la defecazione.

Il problema deriverebbe dai gatti liberi di circolare fuori casa: solitamente portatori dell’infezione, pur senza sintomi evidenti, questi felini lasciano i loro rifiuti fisiologici in aree ovviamente frequentate dall’uomo. Il riconoscimento è però difficile, così come la bonifica, perché l’animale è solitamente abituato a sotterrare i propri bisognini. Così continuano gli autori dello studio:

Dovrebbe essere dato per scontato che le aree di gioco per i bambini, in particolare le sabbionaie, sono ad alto rischio d’infezione a meno che non vengano coperte quando non in uso o non siano accessibili ai gatti. Dovrebbe essere scontato anche che i giardini dove i gatti hanno accesso sono infetti e i giardinieri dovrebbero indossare guanti e lavare le mani a termine lavoro. Frutta e verdura, inoltre, dovrebbero essere accuratamente lavate.

Da anni si studiano le conseguenze della contaminazione da feci feline con il suolo e in molti continenti – tra cui America, Asia ed Europa – si è scoperto come il veicolo più frequente di contagio sia l’ingestione di acqua proveniente da fonti non salubri. La questione non è quindi collegata all’accudimento del gatto come animale domestico – la pulizia della lettiera e lo smaltimento corretto elimina ogni rischio, anche se i rifiuti del gatto sarebbero da evitare nelle soluzioni di compostaggio – bensì agli esemplari liberi e alle colonie feline. Così spiega Patricia Conrad, docente presso l’Università della California-Davis:

La grande domanda riguarda il controllo dei gatti randagi. Vi sono molti sostenitori di randagi e colonie feline, sensibili e chiusi su qualsiasi discussione in merito. Dobbiamo discutere ragionevolmente su quanto siano effettive le campagne di sterilizzazione di questi animali e quali altri metodi possono essere trovati per regolare la popolazione di gatti. Altrimenti, si tratta solamente di una crescita incontrollata. […] Nessuno vuole parlarne, ma i gatti sono là fuori e la stanno facendo ovunque.

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