Faraglioni di Capri: esplosivi e martelli per pescare i datteri
Faraglioni di Capri danneggiati per la pesca di datteri di mare, secondo la Guardia di Finanza desertificato il 48% delle pareti subacquee.
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Faraglioni di Capri aggrediti con esplosivi e martelli a percussione per pescare datteri di mare. Questo uno dei reati ambientali di cui sono accusati un centinaio di persone, di cui 12 poste in stato di arresto dalla Guardia di Finanza.
Secondo quanto appurato dalla Guardia di Finanza l’operazione illecita era in atto da oltre 30 anni. È proseguita anche durate l’intero periodo della pandemia, nonostante i vari provvedimenti di lockdown. Responsabili della pesca illegale di datteri di mare (Lithophaga lithophaga) due organizzazioni, una con base a Napoli e l’altra tra Castellammare di Stabia e Capri.
Tre i locali commerciali sequestrati dal Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza, destinati a ospitare il prezioso bottino. Come riferito dagli agenti, soltanto nei due mesi di lockdown totale sono stati estratti circa 8 quintali di datteri, rivenduti poi sul mercato nero a cifre comprese tra i 100 e i 200 euro al chilo.
Sei persone sono finite in carcere e altrettante agli arresti domiciliari per reati ambientali connessi all’attività illecita, con le accuse di associazione a delinquere aggravata finalizzata alla consumazione di delitti ambientali, inquinamento e disastro ambientale, a cui sono aggiunte quelle di danneggiamento e ricettazione.
L’indagine della Finanza si è avvalsa anche del supporto tecnico del Prof. Giovanni Fulvio Russo, presidente della Società Italiana di Biologia Marina, e del Prof. Marco Sacchi, Istituto di Scienze Marine del Cnr.
Faraglioni di Capri, desertificato il 48% della superficie subacquea
Gravi i danni per l’ambiente. Il 48% della superficie subacquea dei Faraglioni di Capri risulterebbe compromesso. Dove prima c’era un ecosistema marino florido ora si trovano solo pareti desertificate.
Compromessa la sopravvivenza, nelle aree coinvolte, sia della flora che della fauna locale. Una pratica che non avrebbe risparmiato nemmeno Vietri sul Mare e gli scogli dei Due Fratelli, lungo la costiera amalfitana. Questo il commento di Fedagripesca-Confcooperative, preoccupata sia del disastro ambientale che del risvolto a carico della salute dei consumatori:
Per un piatto di linguine ai datteri si distrugge un quadrato di fondale di 33 cm per lato, un gesto criminale che danneggia l’ambiente e mina la salute dei consumatori perché immette sul mercato prodotti ittici non tracciati.
Fonte: Il Fatto Quotidiano