Eutrofizzazione delle acque: cos’è e quali effetti provoca
L'eutrofizzazione delle acque è tra le cause principali di alterazione degli ecosistemi marini e acqua dolce. Se in alcuni casi si tratta di un processo naturale, in altri sono gli scarichi da parte delle attività umane a contaminare la salute delle falde. In questi casi le conseguenze possono essere pericolose, con una crescita incontrollata di alghe e moria di flora e fauna locali.
Fonte immagine: iStock
Si parla spesso di eutrofizzazione delle acque, un concetto non semplice da capire per intuizione, ma che è vitale comprendere. Il processo indica un arricchimento dei corsi idrici da parte di sostanze nutritive, le quali portano ad una crescita incontrollata di alghe e piante. Ma questo provoca alterazione degli ecosistemi, con danni gravi.
Va ricordato che l’eutrofizzazione non è nata con la rivoluzione industriale, in quanto avviene in modo naturale da secoli. Ma le attività umane, come spesso accade in questi casi, ne hanno accelerato gli effetti, con una serie di conseguenze ecologiche da non sottovalutare.
Si ritiene infatti che l’eutrofizzazione sia una delle cause principali di alterazione e deterioramento degli ecosistemi idrici mondiali. Da quelli marini a quelli di acqua dolce, questi delicati ambienti risentono in maniera importante delle modifiche apportate da un eccesso di sostanze nutritive.
Lo ribadiamo, il processo non è anomalo di per sé, ma la velocità di eutrofizzazione causata dall’intervento umano lo rende dannoso per il pianeta. Si innesca di fatti una reazione a catena, a partire da una crescita eccessiva di alghe, che si decompongono e rilasciano anidride carbonica nell’acqua che, in caso di mare, porta ad acidificazione e rallentamento della crescita di pesci e molluschi.
Cos’è l’eutrofizzazione delle acque
Col termine eutrofizzazione ci si riferisce ad un graduale aumento della concentrazione di fosforo, azoto e altri nutrienti vegetali in un ecosistema acquatico. Il materiale entra nell’ecosistema soprattutto grazie al deflusso dal terreno, che trasporta detriti e sostanze di scarto derivate da riproduzione o decomposizione di organismi terrestri.
In questi casi sugli specchi d’acqua si sviluppano le cosiddette fioriture, ossia grandi concentrazioni di alghe e organismi microscopici, che impediscono il passaggio della luce e l’assorbimento dell’ossigeno necessari alla vita sottomarina.
Le acque eutrofiche appaiono infatti spesso torbide e possono ospitare meno animali di grandi dimensioni, come pesci e uccelli, rispetto alle acque non eutrofiche. A causa dell’inquinamento idrico da parte delle attività umane, il processo si accelera, a causa di versamento di liquami, detergenti, fertilizzanti e altre fonti di nutrienti nell’ecosistema.
Le conseguenze ambientali sono drammatiche, con una scarsa concentrazione di ossigeno nelle acque colpite e una conseguente moria o crescita limitata degli organismi viventi. Il che si ripercuote non solo dal punto di vista ecologico sulla salute delle acque, ma anche su una riduzione delle riserve ittiche alimentari.
Le conseguenze di un’eutrofizzazione delle acque incontrollata
L’effetto più evidente dell’eutrofizzazione è la creazione di dense fioriture di fitoplancton nocivo e maleodorante che riducono la limpidezza dell’acqua e ne danneggiano la qualità. Le fioriture algali limitano la penetrazione della luce, riducendo la crescita e causando la morte delle piante nelle zone litorali.
Ma gli alti tassi di fotosintesi associati all’eutrofizzazione possono anche esaurire il carbonio inorganico disciolto e aumentare il pH a livelli estremi durante il giorno. Un pH elevato può a sua volta disorientare gli organismi che fanno affidamento sulla percezione di segnali chimici disciolti per la loro sopravvivenza.
E ancora, una volta che queste dense fioriture algali muoiono, la decomposizione microbica crea una “zona morta” ipossica o anossica, priva di ossigeno sufficiente per sostenere la maggior parte degli organismi. E questo si ripercuote, come accennato, anche sulla pesca commerciale in tutto il mondo.
Ci sono anche fioriture algali connesse alla produzione di tossine nocive, come ad esempio microcistina e anatossina, legate alla distruzione di attività di pesca e rischi per la salute pubblica.
I cianobatteri tossigeni, tra cui Anabaena, Cylindrospermopsis, Microcystis e Planktothrix, tendono a dominare i sistemi di acqua dolce ricchi di nutrienti a causa delle loro capacità competitive superiori in presenza di elevate concentrazioni di nutrienti, bassi rapporti azoto-fosforo, bassi livelli di luce, miscelazione ridotta e alte temperature.
Gli avvelenamenti di animali domestici, animali selvatici e persino esseri umani da fioriture di cianobatteri tossici sono stati documentati in tutto il mondo. I cianobatteri sono anche responsabili di numerosi composti dal sapore sgradevole presenti nei pesci allevati in acquacoltura.
Fonti