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Erba miseria: che pianta è?

Di erba miseria, altro nome della Tradescantia, non esiste una sola tipologia ma almeno 60 specie diverse. Ci potrà essere capitato di vedere la varietà pallida, che vanta fogliame viola, o quella zebrina, che ha invece le foglie striate. I fiori di questo arbusto da appartamento sono invece rosa e piccoli e questa pianta, visto il portamento ricadente, è coltivata in vasi appesi.

Erba miseria: che pianta è?

Fonte immagine: Pixabay

La chiamiamo erba miseria, il suo nome botanico però risulta più difficile e pomposo: se infatti andiamo a cercarla nei vivai, la troviamo segnata come Tradescantia, una pianta che vanta almeno 60 specie diverse. Le differenze? Per ogni varietà abbiamo fogliame dai colori differenti e tutti bellissimi.

Se la Tradescantia pallida vanta infatti foglie viola che fanno da contorno a fiori rosa piccolissimi, la varietà zebrina si caratterizza, al contrario, per un fogliame striato molto vistoso. Di solito, quasi tutte le specie di erba miseria hanno un portamento ricadente, che le rende ottime piante da vasi appesi.

Le origini di questo arbusto sono del centro e Sud America, ma alcune specie provengono anche dal Canada meridionale. La coltivazione, ad ogni modo, non cambia per la maggior parte di queste. La pianta ama la luce e invece non tollera i ristagni idrici, due condizioni di cui tenere conto se vogliamo che la nostra erba miseria sia in salute.

Un cattivo posizionamento e una scorretta irrigazione, possono infatti compromettere la stabilità della pianta e mostrare un fogliame sbiadito. Di seguito i consigli per coltivare la Tradescantia e come avere una pianta forte e rigogliosa in giardino o in casa.

Erba miseria
Fonte: Pixabay

Che pianta è l’erba miseria

L’erba miseria è una pianta che appartiene alla famiglia delle Commelinaceae, di cui fanno parte soprattutto specie erbacee. Le origini, come accennato, sono americane e sudamericane, ma ormai è naturalizzata in Europa da anni. La sua semplicità di coltivazione, di fatto, la rende una delle piante da appartamento più amate per abbellire casa.

Il nome Tradescantia deriva da John Tradescant, il giardiniere alla corte di re Carlo I d’Inghilterra, che si fece arrivare i primi esemplari già nel 1600 dalla Virginia. Da allora l’erba misera, che in America è anche nota col nome di ebreo errante, è diventata molto popolare in tutta l’Europa, dove è coltivata soprattutto come varietà pendente.

In verità, le specie ricadenti non sono le uniche che possiamo trovare, ma sono di certo più comuni rispetto a quelle erette. Il che spiega come mai l’erba miseria sia tra le piante maggiormente scelte da chi vuole abbellire il dehor o le serre domestiche con i vasi appesi.

Ad ogni modo, qualsiasi varietà di Tradescantia si presta ad una coltivazione semplice, viste le poche necessità della pianta e il suo ottimo adattamento ad ogni condizione. Ma, come detto, se vogliamo che le sue foglie restino di un colore vivido e brillante, dobbiamo evitare che l’erba miseria non riceva luce a sufficienza.

Come coltivare l’erba miseria

Il terreno ideale della Tradescantia è ricco e ben drenato, con un pH a tendenza acida, ma la pianta si adatta a suoli anche diversi. Al contrario, è importante scegliere la corretta posizione dei vasi per garantirle la necessaria luce. A seconda delle varietà, l’erba miseria va collocata in pieno sole o ombra parziale.

Se non riceve le ore di sole necessarie, la pianta tenderà a sbiadirsi, ma ricordiamoci che quasi tutte le specie di Tradescantia non vogliono luce diretta, che può bruciare le foglie. Le irrigazioni devono essere regolari, ma vanno evitati i ristagni idrici che potrebbero favorire il marciume radicale.

La concimazione si può effettuare durante i mesi di crescita della pianta, ossia primavera ed estate, con un fertilizzante liquido bilanciato. Le piante in vaso andrebbero trapiantate quando le radici iniziano a spuntare da fori sottostanti. Il trapianto va effettuato all’inizio della primavera, quando la pianta è ancora in semi dormienza.

Le piante di Tradescantia sono soggette ad attacchi da parte di afidi e lumache, che possono essere eliminati con sciacqui di acqua saponata o con tamponamenti a base di alcol denaturato al 70%. Se le infestazioni sono gravi, si consiglia di chiedere al vivaio di fiducia un rimedio insetticida adeguato.

 

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