Erba di San Pietro: caratteristiche e proprietà
L'erba di San Pietro, conosciuta anche come tanaceto, è una pianta dalla cresciuta perlopiù spontanea in molti luoghi d'Italia. Viene utilizzata in cucina come aromatizzante, per il suo profumo simile alla menta, ma anche come rimedio naturale per alcuni comuni disturbi. Merito delle sue proprietà antinfiammatorie, antispasmodiche e analgesiche, ad esempio utili per i disturbi digestivi oppure per l'emicrania.
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Quali sono le proprietà e le caratteristiche dell’erba di San Pietro, una pianta ben diffusa e conosciuta su tutto il territorio italiano? Nota anche come tanaceto, questo vegetale è da secoli inserito nella cucina mediterranea e, fatto non meno importante, è scelto anche come rimedio naturale per la gestione di piccole problematiche di salute. Ma quali sono gli usi più diffusi, quali le peculiarità del ritrovato e per quali problemi si può rivelare utile?
Come già accennato, l’erba di San Pietro è molto diffusa sul tutto il territorio italiano, tanto che viene identificata con i più svariati nomi a livello regionale. Ottima in cucina e anche per il benessere dell’organismo, chi decide di utilizzarla come rimedio naturale è sempre bene che si confronti con il proprio medico curante, affinché possa esserne valutata la compatibilità con i propri disturbi e con eventuali terapie farmacologiche in corso. Ancora, come tutti i rimedi naturali, anche il tanaceto può avere effetti collaterali. Di seguito, tutte le informazioni utili.
Erba di San Pietro: caratteristiche e proprietà
Il Tanacetum balsamita – conosciuto anche come erba di San Pietro, erba di Santa Maria, fritola, costo, menta greca, erba amara oppure erba romana – è una pianta appartenente alla famiglie delle Asteraceae. Originaria dell’Asia e dell’Europa orientale, la pianta si caratterizza per un portamento erbaceo, con lunghe foglie verdi affusolate e fusti che possono raggiungere gli 1,2 metri d’altezza.
Dalla crescita abbastanza spontanea in gran parte dello Stivale, l’erba di San Pietro prolifera soprattutto in prossimità di boschi umidi o di corsi d’acqua, dove trova un clima non eccessivamente caldo, ideale per la sua crescita. Si riconosce per il suo intenso profumo di menta – per questo spesso è chiamata falsa menta, menta greca oppure menta romana – e anche per i suoi graziosi capolini di fiori gialli.
In cucina l’erba di San Pietro è utilizzata perlopiù come pianta aromatica, per arricchire di sapore secondi piatti – dalla selvaggina alle fritture – dato il suo aroma che ricorda la menta, seppur con una nota amara maggiore. Come già anticipato, il tanaceto è anche impiegato come rimedio naturale per numerosi disturbi comuni, date le sue proprietà. Ma quali sono e in che modo quest’erba può aiutare l’organismo?
Proprietà dell’erba di San Pietro
L’erba di San Pietro è nota sin da tempi antichissimi – già da Egizi, Greci e Romani – per le sue proprietà utili all’organismo. In particolare, alla pianta è riconosciuto un effetto antispasmodico, carminativo e diuretico e, per questa ragione, è un rimedio che a lungo è rimasto molto popolare, soprattutto nella cultura agricola e contadina.
Il merito di queste proprietà è dovuto alla composizione della pianta e al suo apporto di minerali e nutrienti. Innanzitutto, l’erba di San Pietro è ricca di vitamina C e vitamina A: la prima è conosciuta per la sua capacità di rinforzare il sistema immunitario, mentre la seconda come antiossidante data la sua azione di contrasto ai radicali liberi. Dopodiché, sono presenti minerali come calcio e potassio, così come fitosteroli, tannini, cumarine, flavonoidi e sesquiterpeni. Un ruolo fondamentale è però dovuto agli oli essenziali, quali il parthenolide, dalle spiccate proprietà analgesiche e antinfiammatorie.
Erba di San Pietro: per cosa si usa
All’interno della cultura popolare, l’erba di San Pietro ha trovato un vasto impiego per alcuni comuni disturbi, solitamente di ridotta o media entità:
- Disturbi digestivi: date le proprietà antispasmodiche del tanaceto, la pianta è spesso consigliata in infuso per gestire i crampi addominali, il gonfiore e la cattiva digestione;
- Emicrania: sembra che l’erba di San Pietro, dato il suo effetto analgesico, possa aiutare a ridurre i sintomi del mal di testa, poiché agisce sulla regolazione del flusso sanguigno;
- Infiammazioni: allo stesso tempo, il tanaceto può essere utile per ridurre piccole infiammazioni, anche a livello topico, favorendo la guarigione dei tessuti;
- Infestazioni parassitarie: infine, dato il suo intenso profumo, l’erba di San Pietro manifesta un’azioen deterrente nei confronti di zanzare, pappataci e pulci.
Effetti collaterali
Come tutti i rimedi naturali ed erboristici, anche il tanaceto presenta delle specifiche condizioni di utilizzo e può provocare effetti collaterali. Per questa ragione, l’assunzione non dovrebbe avvenire in autonomia ma sempre dopo aver vagliato il parere del proprio medico, il quale spiegherà anche l’eventuale dosaggio e le modalità d’assunzione. In generale, il tanaceto è sconsigliato alle persone allergiche o che conoscono già un’intolleranza verso questo vegetale. Ancora, tra gli effetti collaterali si elencano disturbi digestivi, nausea, problemi intestinali, irritazioni della pelle e molto altro ancora. La pianta non è poi consigliata in gravidanza.
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