Equinozio d'autunno
L’equinozio d’autunno segna definitivamente la fine dell’estate: con l’arrivo di settembre e del conseguente calo delle temperature, la stagione calda passa il testimone a un periodo fatto di colori, clima più mite e giornate più corte.
Quello dell’equinozio autunnale non è però solamente un fenomeno astronomico, poiché nei secoli è stato associato a tradizioni, usanze millenarie, credenze e rituali religiosi. Ma cosa si intende per equinozio autunnale, quando cade nel 2023 e, soprattutto, quali ricorrenze si celebrano in Italia?
Il passaggio tra estate e autunno affascina l’uomo sin da tempi antichissimi, anche perché rappresentava un periodo di ricchezza. Dopo le fatiche della bella stagione per coltivare i campi, arrivava infatti il momento di godere dei ricchi frutti del proprio raccolto.
Di seguito, tutte le informazioni utili sul fenomeno astronomico, le sue principali celebrazioni e, soprattutto, 7 incredibili curiosità.
Per tradizione e comodità, si è soliti festeggiare gli equinozi autunnali il 21 settembre, quando da calendario l’estate cede il passo alla successiva stagione. In realtà, la data può variare di anno in anno, con un lasso di tempo dal 20 al 22 settembre.
Per il 2023, l’equinozio d’autunno addirittura slitta a sabato 23 settembre alle 08:49 del fuso italiano. Ma da cosa dipende la variabilità della data? È dovuta al calendario gregoriano.
L’anno gregoriano e l’anno solare non sono identici: la Terra impiega infatti 365 giorni e 6 ore per completare il suo moto attorno al Sole. Questo divario di circa sei ore viene recuperato a livello di calendario con l’introduzione degli anni bisestili, con un giorno in più nel mese di febbraio ogni quattro anni.
Proprio questa variazione determina anche il posticipo o l’anticipo degli equinozi a livello di calendario: ecco perché possono capitare in giorni diversi.
E i prossimi appuntamenti quando saranno?
Dal punto di vista astronomico, l’equinozio d’autunno è un fenomeno dovuto dal moto di rivoluzione della Terra attorno al Sole. In due momenti ben definiti dell’anno – in primavera e in autunno – la nostra stella si trova allo zenit dall’Equatore: questa singolare posizione permette ai raggi solari di colpire il Pianeta in modo perpendicolare.
Proprio per effetto della posizione relativa del Sole rispetto alla terra, durante gli equinozi si verifica una circostanza particolare: il giorno e la notte hanno la medesima durata. Non a caso, anche lo stesso nome lo suggerisce: equinozio deriva dal latino “equi-noctis”, ossia notte uguale al giorno.
Questo fenomeno accade due volte all’anno: in primavera, con il passaggio dall’inverno alla stagione più mite, e in autunno, con la fine del caldo afoso e l’inizio di un periodo più freddo.
È naturale chiedersi come si calcolano gli equinozi, come stabilire a priori quando questi fenomeni astronomici si verificheranno con esattezza. Si tratta di un’operazione abbastanza complessa, che richiede una certa esperienza sul fronte dell’astronomia.
In breve, si predicono le posizioni del Sole e della Terra in ogni dato momento, si verifica la latitudine di riferimento, il moto terrestre attorno al Sole e l’inclinazione fra i due astri. Grazie a queste considerazioni, si riesce a ottenere una previsione estremamente affidabile su quando avverrà l’equinozio.
Gli equinozi non sono gli unici fenomeni astronomici che coinvolgono il Sole e la Terra, durante l’anno si verificano anche i solstizi. Di conseguenza, ogni anno avremo due equinozi – uno autunnale e uno estivo – due solstizi, in inverno e in estate. Ma quale è la loro differenza?
Dal punto di vista astronomico, si verificano queste diverse condizioni:
Come già accennato, durante gli equinozi la durata del giorno e della notte è identica. In occasione di quello primaverile, le giornate incominceranno poi progressivamente ad allungarsi. In concomitanza con quello autunnale, le giornate cominceranno invece ad accorciarsi.
Vale però la pena ricordare come sul Pianeta equinozi e solstizi non determinino gli stessi effetti. I fenomeni sono infatti invertiti tra emisfero boreale ed emisfero australe: quando nel Nord del Pianeta si verifica l’equinozio d’autunno a Sud si sperimenta quello primaverile, e viceversa. Lo stesso vale anche per i solstizi.
Andando oltre alla spiegazione più squisitamente astronomica, l’equinozio d’autunno ha sempre rappresentato un momento di grande fascino e di celebrazioni per l’uomo, sin da tempi antichissimi. D’altronde, già le civiltà precolombiane avevano sviluppato la capacità di osservare con attenzione gli astri e avevano notato proprio questi due momenti annuali dove il giorno e la notte presentavano la stessa durata.
In linea generale, quasi tutte le civiltà antiche associavano all’equinozio d’autunno un momento di calma e ricchezza: dopo le fatiche nei campi estive, era giunto il momento di godersi il raccolto.
Non a caso, l’equinozio autunnale è spesso rappresentato con una cornucopia, una coppa dove, senza soluzione di continuità, sgorgano frutta, verdura e altre prelibatezze. Non solo elementi positivi, però, ma anche apprensione: l’equinozio d’autunno segna anche il ritorno del freddo e dell’accorciamento delle giornate, predisponendo così a un periodo difficile.
Così come già accennato, le civiltà precolombiane avevano sviluppato una grande attenzione per lo studio degli astri e, oltre a conoscere le costellazioni, avevano imparato a distinguere equinozi e solstizi. Non a caso, le piramidi Maya si ipotizza servissero anche per l’osservazione del cielo, data la loro posizione privilegiata.
Ed è proprio la cultura Maya che ha fatto dell’equinozio d’autunno un momento davvero importante. Durante questa ricorrenza, si riteneva che alcuni dei scendessero sulla Terra, sia per inaugurare la stagione dei raccolti che per monito agli umani sull’avvio della stagione fredda. E così il popolo donava agli dei i migliori frutti del raccolto, fiori, animali e altri tipi di sacrifici.
Particolare è la tradizione legata al dio Kukulkàn, “il serpente piumato”. Presso il sito archeologico di Chichén Itzá, nello Yucatan, durante gli equinozi sulla piramide di Kukulkàn si viene a formare un gioco d’ombre: un profilo che assomiglia proprio a un serpente. Ancora oggi, il sito attira migliaia di persone durante questo passaggio astronomico.
Anche le civiltà greche e romane festeggiavano gli equinozi, con significati non troppo dissimili dall’allora lontanissime – e sconosciute – popolazioni precolombiane.
Per i greci il mese di settembre rappresentava un periodo di celebrazioni, tanto che le più importanti ricorrenze annuali cadevano in questo periodo. In concomitanza con l’equinozio, si ricordavano i misteri Eleusini, dedicati alla discesa di Persefone negli Inferi. Un momento per rimarcare l’eterna alternanza tra luce e buio, tra vita e morte, proprio in relazione al progressivo accorciarsi delle giornate.
Anche i romani celebravano miti analoghi e, a partire dal 63 a.C., questa data ha assunto più significato, poiché concomitante con la nascita dell’imperatore Augusto. Si organizzavano grandissime feste cittadine, tra pranzi luculliani e litri di vino, con offerte di frutta e ortaggi all’Ara Pacis.
Le civiltà nordiche e celtiche festeggiavano Mabon durante l’equinozio autunnale: il giovane dio dei raccolti. Figlio della dea madre Modron, venne rapito dopo la sua nascita e poi liberato da Re Artù. Simbolo dell’acqua – tant’è che viene rappresentato come un fiume – sottolinea l’abbondanza dei raccolti autunnali, del consumo dei prodotti seminati con tanta fatica, dell’arricchimento prima del duro inverno.
Parlando di civiltà nordiche non si può non citare Stonehenge, il grande sito archeologico della Gran Bretagna. La storia di questi enormi monoliti, disposti a cerchio, è ancora avvolta nel mistero.
Ma certamente ha a che fare con equinozi e solstizi poiché, durante questi fenomeni astronomici, la luce ne attraversa perfettamente le fessure regalando uno spettacolo unico nel suo genere. Ancora oggi, Stonehenge è meta di migliaia di turisti proprio in concomitanza di solstizi ed equinozi.
Per la Massoneria, infine, l’equinozio d’autunno corrisponde con la forza della Bilancia e la ripresa dei lavori spirituali, mentre quello primaverile indica il vero e proprio inizio dell’anno massonico.
L’equinozio d’autunno viene festeggiato anche in tutta Italia, con delle ricorrenze legate alla tradizione popolare. Vediamo le più note.