
Cosa rischi se non paghi la TARI? - greenstyle.it
La TARI è un tributo indispensabile per il funzionamento dei servizi di gestione dei rifiuti e il rispetto delle scadenze di pagamento è fondamentale.
La TARI, acronimo di Tassa Rifiuti, è un tributo locale essenziale per il finanziamento del servizio di gestione dei rifiuti urbani in Italia. Ogni Comune è responsabile della riscossione di questa tassa, che colpisce i proprietari e i detentori di immobili, indipendentemente dall’uso effettivo degli stessi.
Pagare la TARI in tempo è cruciale per evitare sanzioni e complicazioni legali, rendendo fondamentale la conoscenza delle scadenze e dei diritti dei contribuenti.
Scadenze e termini di pagamento della TARI
Le scadenze per il pagamento della TARI possono variare a seconda del Comune, ma generalmente si possono identificare due date chiave:
- 30 giugno – scadenza per la prima rata
- 30 novembre – scadenza per la seconda rata
È importante tenere presente che queste date possono essere soggette a modifiche da parte dell’amministrazione comunale. Pertanto, è consigliabile controllare le comunicazioni ufficiali del proprio Comune per avere informazioni sempre aggiornate. Ignorare queste scadenze può comportare interessi di mora e sanzioni.
La prescrizione della TARI: un aspetto da non sottovalutare
Un altro elemento cruciale da considerare è che la TARI è soggetta a prescrizione, che secondo la normativa vigente è di cinque anni. Questo significa che, una volta trascorsi cinque anni dalla scadenza del pagamento, il Comune non potrà più richiedere il pagamento della tassa. Il termine di prescrizione inizia a decorrere dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui la tassa avrebbe dovuto essere pagata. Ecco un esempio pratico:

- Se la TARI relativa all’anno 2019 non viene pagata, il termine di prescrizione inizia dal 1° gennaio 2020, scadendo quindi il 1° gennaio 2025.
La prescrizione della TARI può essere interrotta da atti formali di richiesta di pagamento, come l’invio di una cartella esattoriale. In tal caso, il termine di prescrizione si azzera e ricomincia a decorrere per un nuovo periodo di cinque anni. Ad esempio, se un Comune invia una cartella esattoriale nel quarto anno, la prescrizione ricomincia a contare dalla data di invio. In alcune circostanze, la prescrizione potrebbe estendersi a dieci anni, come nel caso in cui il pagamento sia dovuto a una sentenza giudiziaria.
Cosa fare se la TARI è prescritta
Se un contribuente si trova nella posizione di avere una TARI prescritta, è fondamentale non ignorare l’avviso di pagamento. È necessario far valere la prescrizione attraverso un’istanza di autotutela per richiedere lo sgravio della tassa. Se il Comune non risponde entro un determinato periodo, il contribuente ha 60 giorni per presentare un ricorso presso la Commissione Tributaria Provinciale.
Il 2025 porterà un cambiamento significativo nella gestione della TARI, con l’introduzione della tariffa puntuale. Questa nuova modalità di calcolo mira a premiare i cittadini che producono meno rifiuti indifferenziati. A partire dal 1° gennaio 2025, i Comuni inizieranno a calcolare l’importo della TARI in base all’effettiva produzione di rifiuti, piuttosto che sulla superficie dell’immobile o sul numero di occupanti. Saranno implementate nuove tecnologie, come tessere elettroniche e cassonetti intelligenti, per monitorare e incentivare la raccolta differenziata.
Conoscere i propri diritti e doveri in materia di TARI è essenziale per evitare problematiche future e contribuire a un ambiente più pulito e sostenibile.