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Energy Revolution, come cambia l’Italia delle rinnovabili secondo Greenpeace

Greenpeace presenta Energy [R]evolution, due scenari a confronto sullo sviluppo dell'approvigionamento energetico del nostro Paese da qui al 2050.

Energy Revolution, come cambia l’Italia delle rinnovabili secondo Greenpeace

Il Forum QualEnergia che si è chiuso ieri ha visto la presentazione dell’ultimo rapporto di Greenpeace intitolato Energy [R]evolution. Per dirla con le parole dell’associazione ambientalista, si tratta della “ricetta della rivoluzione energetica” che viene proposta dagli esperti per il futuro dell’Italia. Un futuro in cui possiamo prendere soltanto due strade: continuare a inquinare come oggi, o passare alle rinnovabili per un mondo in cui si possa ancora respirare aria pulita.

La relazione è stata realizzata da Greenpeace in collaborazione con l’Istituto di Termodinamica del Centro Aerospaziale Tedesco (DLR), EREC (European Renewable Energy Council) e GWEC (Global Wind Energy Council), e descrive i due possibili scenari sopra esposti. Uno prevede che la situazione resti com’è oggi, con carbone, petrolio e gas come principali fonti energetiche in Italia, e le rinnovabili relegate a ruolo di comprimarie; il secondo è invece rappresentato da una rivoluzione vera e propria con un passaggio graduale alle rinnovabili che un giorno arriverebbero a sostituire completamente l’industria sporca.

Ecco i risultati. Nel 2050 nel primo scenario i consumi di energia, grazie al miglioramento tecnologico, nel nostro Paese scenderebbero del 3%; nel secondo del 37% rispetto ai livelli attuali. L’inquinamento del settore dei trasporti nel primo scenario rimarrebbe più o meno allo stesso livello di oggi, nel secondo si dimezzerebbe; lo stesso potrebbe accadere all’inquinamento industriale e a quello degli altri settori. Il balzo enorme però si potrebbe avere nell’efficienza che da sola potrebbe far risparmiare tonnellate di CO2 procapite.

Le fonti ideali per l’approvvigionamento energetico indicate da Greenpeace sono il fotovoltaico che potrebbe passare dagli attuali 3 GW ai 93 nel 2050, circa il triplo del tasso di sviluppo attuale visto che le previsioni sono che nel 2050 l’Italia avrà circa 39 GW di energia fotovoltaica; l’energia eolica, oggi a 6 GW, nel 2050 potrebbe arrivare potenzialmente a 62, e poi l’idroelettrico che potrebbe essere l’unica fonte sulla quale non ci dovrebbero essere scostamenti rispetto al tasso di sviluppo attuale. Chiudono l’elenco biomasse e altre fonti, fino persino alla forza degli oceani che oggi non viene proprio sfruttata, ma esistono le tecnologie per farlo.

Infine, secondo le previsioni di Greenpeace, nel 2050 se le cose rimanessero come sono oggi, il gas naturale sarebbe la principale fonte di approvigionamento energetico del Paese, seguita dal carbone, idroelettrico, fotovoltaico ed eolico. Nello scenario della [R]evolution, la quantità di carbone rasenterebbe lo zero, quella di gas sarebbe ridotta a una misera percentuale, mentre lo sviluppo premierebbe soprattutto sole e vento, ma anche biomasse e geotermia. Le conseguenze sarebbero ben visibili specialmente per quanto riguarda le emissioni (nello scenario attuale il Paese emetterebbe circa 350 milioni di tonnellate di CO2 all’anno contro una quantità inferiore alle 50 milioni di tonnellate nello scenario con le rinnovabili), ma anche dal punto di vista economico visto che gli investimenti per i prossimi quarant’anni costerebbero quasi 40 miliardi di euro nelle fonti convenzionali, ma farebbero risparmiare oltre 200 miliardi di euro se invece si investisse nelle rinnovabili.

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