Quando si parla di energie rinnovabili e sostenibili, il più delle volte si fa riferimento a quella solare, all’energia eolica o magari a quella geotermica. Tra le energie “verdi”, però, rientra anche quella marina, la fonte energetica “blu” per eccellenza. Ma cos’è esattamente l’energia marina, e quali sono i vantaggi e gli svantaggi di questo tipo di risorsa? Com’è facile immaginare, quella marina è un’energia ricavata dal mare.
Più esattamente, esistono diversi metodi per ricavare energia dagli oceani e dai mari, alcuni dei quali sfruttano il moto ondoso, mentre altri si basano sui diversi livelli di salinità delle acque o persino sulle diverse temperature.
Vediamo quindi come sfruttare l’energia del mare, il principio alla base di questa fonte energetica “green”, i vantaggi e gli svantaggi da tenere in considerazione.
Come appena detto, l’energia marina (anche detta energia oceanica o pelagica) è quella che si ricava da mari e oceani. Essa può essere ottenuta sfruttando diversi tipi di tecnologie, come quelle che convertono la forza meccanica dei movimenti dell’acqua in energia elettrica.
Nel caso dell’energia cinetica ottenuta dalle correnti marine (energia mareomotrice), ad esempio, il principio di base sarà identico a quello adottato per le pale eoliche: l’energia cinetica sposta le pale e produce energia meccanica che verrà poi convertita in energia elettrica.
Esistono diversi modi per produrre energia marina, basati su tecnologie che sfruttano diverse caratteristiche o elementi di mari e oceani. Vediamo quali sono alcune delle forme di energia più conosciute.
E’ un tipo di energia prodotta sfruttando il moto delle onde e, più in generale, i movimenti dell’acqua. L’energia delle correnti marine viene prodotta mediante l’installazione di turbine sommerse, ed è anche la tipologia sulla quale si è investito maggiormente negli ultimi decenni.
Anche nota con l’acronimo OTEC (Ocean Thermal Energy Conversion), questa forma di energia viene prodotta sfruttando la variazione di temperatura che vi è tra le acque superficiali (più calde) e quelle delle profondità oceaniche (più fredde).
Anche detta “energia a gradiente salino”, è ottenuta sfruttando la differenza di concentrazione salina che vi è tra l’acqua del mare e degli oceani, e l’acqua dolce.
Anche questo tipo di energia viene prodotta sfruttando i movimenti delle acque, ma in questo caso a entrare in gioco sono gli spostamenti dovuti alle maree, ossia gli innalzamenti e abbassamenti del livello del mare causati dall’azione gravitazionale di luna e sole sulle masse d’acqua presenti sulla Terra.
Sappiamo dunque a cosa serve l’energia delle maree e quella delle onde, ma quali saranno i vantaggi e gli svantaggi di queste tecnologie?
I punti a favore dell’energia marina sono diversi:
Peraltro, dal momento che circa il 70% della superficie terrestre è ricoperta da mari e oceani, è chiaro che sfruttare questa fonte di energia potrebbe provvedere a buona parte del fabbisogno energetico a livello globale.
Eppure, ancora oggi l’energia delle onde, o più propriamente quella dei mari e degli oceani, non viene sfruttata come ci si aspetterebbe, ma perché?
A remare contro questo tipo di tecnologie sono alcuni svantaggi, come:
Sebbene gli svantaggi dell’energia marina non manchino, nella sempre più rapida corsa alla decarbonizzazione e allo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili e affidabili, l’energia catturata dal mare sta attirando sempre più l’attenzione, con progetti sperimentali messi in atto in tutto il mondo, anche in Italia.
Insomma, l’energia del mare si presenta come un’alternativa promettente, e ben presto potrebbe rivestire un ruolo di primo piano nel processo di transizione ecologica che stiamo compiendo e che, secondo le previsioni, porteremo a termine entro i prossimi decenni, a patto che vengano ridotti i costi e superati i limiti legati a questo tipo di tecnologia.