
La sofferenza legata alle mestruazioni può trasformarsi in un vero e proprio calvario per molte giovani donne, costrette a rinunciare a scuola, sport e uscite con gli amici a causa del dolore. Spesso, queste ragazze non vengono credute né dalla famiglia né dai medici, vivendo in un silenzio che nasconde una condizione seria: l’endometriosi. Si stima che il 64% delle adolescenti con dolore pelvico durante il ciclo mestruale soffra di questa patologia senza nemmeno esserne consapevole.
Una recente analisi condotta dall’University College di Londra e dall’Università di Birmingham, pubblicata sul Journal of Pediatric & Adolescent Gynecology, ha rivelato che il dolore mestruale cronico colpisce un numero significativo di ragazze, con una prevalenza di endometriosi che si attesta intorno al 60%. Le conseguenze di questa condizione non sono trascurabili: in media, le studentesse perdono circa 19 giorni di scuola all’anno a causa della malattia, un dato che evidenzia l’impatto devastante sulla loro vita quotidiana.
Un appello alla ribellione
Marcello Ceccaroni, Direttore del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia dell’IRCCS Negrar, lancia un appello forte e chiaro: “Soffrire non è normale. Non accettate il dolore come una condanna”. Ceccaroni sottolinea l’importanza di non fermarsi alle indicazioni di chi consiglia di sopportare il dolore, sia esso un familiare o un medico. Infatti, la rassegnazione alla sofferenza può ritardare di ben tre volte la diagnosi corretta, complicando ulteriormente la vita delle pazienti.
Presso l’IRCCS Negrar, Ceccaroni ha sviluppato una tecnica chirurgica mini-invasiva, recentemente premiata dalla Società Mondiale di Chirurgia Laparoscopica Ginecologica. Questo approccio innovativo ha dimostrato di ridurre dal 37% al 4% le disfunzioni pelviche, migliorando significativamente la qualità della vita di migliaia di donne a livello globale.
La malattia sottovalutata
L’endometriosi è caratterizzata dalla crescita anomala di tessuto simile all’endometrio, che si sviluppa al di fuori della cavità uterina. Questa condizione genera un’infiammazione cronica, con dolori lancinanti che possono compromettere la fertilità in circa il 30% dei casi. Nonostante colpisca circa 3 milioni di donne in Italia e oltre 150 milioni nel mondo, l’endometriosi è spesso sottovalutata, con un ritardo nella diagnosi che può variare da 7 a 10 anni.
Le opzioni terapeutiche ideali includono trattamenti farmacologici, ma quando queste soluzioni non funzionano e la malattia progredisce, la chirurgia diventa spesso necessaria. Tuttavia, gli interventi chirurgici possono comportare effetti collaterali significativi, influenzando negativamente la qualità della vita delle pazienti.
Il metodo Negrar
La tecnica “nerve-sparing”, sviluppata da Ceccaroni dopo anni di studi anatomici iniziati nel 2000, rappresenta una svolta nella chirurgia per l’endometriosi. Questo metodo consente di mantenere il maggior numero possibile di fibre nervose, riducendo drasticamente il rischio di complicazioni post-operatorie. “Il nostro approccio offre la stessa aggressività chirurgica delle tecniche tradizionali, ma con un rispetto maggiore per i tessuti nervosi”, afferma Ceccaroni, evidenziando come ciò possa cambiare radicalmente la vita delle pazienti.
L’IRCCS Negrar, con oltre 1300 interventi all’anno e circa 15.000 pazienti trattate, si è affermato come il primo centro in Italia per il trattamento dell’endometriosi. Grazie al suo impegno nella ricerca e nella formazione, l’ospedale è diventato un punto di riferimento a livello regionale e internazionale. Claudio Cracco, amministratore delegato dell’IRCCS, sottolinea l’importanza di promuovere una maggiore comprensione e sostegno per chi soffre di questa malattia, un obiettivo perseguito con passione per oltre 20 anni.