Emergenza rifiuti: per Fazio nessun rischio per la salute
Secondo il ministro della Salute non dovrebbero esserci rischi per la salute ma l'aumento di topi, blatte e insetti potrebbero essere vettori di malattie
Parlando ai giornalisti circa i numerosi allarmi sull’aumento dell’incidenza di malattie legate all’accumulo di rifiuti nelle strade di Napoli, il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha ribadito che le attuali condizioni non possono essere responsabili di rischi reali per la salute.
In particolare, Fazio ha tenuto a precisare che:
Dal punto di vista della salute e delle malattie non ci sono realmente rischi. Questo però non vuol dire minimizzare l’importanza del problema rifiuti, che va risolto al più presto perché compromette fortemente il benessere dei cittadini.
Parlare di epidemie è comunque un’altra cosa: non c’è rischio di colera e salmonellosi, che derivano da batteri eliminati con le deiezioni, perché in questo caso parliamo di rifiuti organici, sacchetti o scatole di plastica.
Il pericolo attuale, secondo Fazio sarebbe rappresentato principalmente dall’aumento incontrollato di topi, blatte e insetti, che, è chiaro, potrebbero essere vettori di altre malattie. Secondo il ministro:
Occasionalmente possono causare gastroenteriti o salmonelle minori, ma questi non sono problemi di tipo epidemico.
Ultimo appunto, quello riguardante la diossina che si sprigiona in seguito ai numerosi roghi di immondizia che si sono verificati in questi giorni. Precisando che non si può considerare una causa diretta della formazione di tumori, il ministro della Salute ha infine dichiarato che, per quanto riguarda l’aumento dei problemi respiratori denunciato dai pediatri, si tratterebbe solo di un valore pari al 2% e, di conseguenza, non è possibile correlare i due eventi.
In questo clima di totale incertezza, il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, che ha ricevuto nei giorni scorsi un avviso di garanzia per il reato di epidemia colposa, ha intanto chiarito la propria posizione al pubblico ministero, Francesco Curcio, e al capo della Procura, Giandomenico Lepore.
Secondo quanto trapelato alla fine dell’interrogatorio, durato circa due ore, il governatore campano ha dichiarato che, nell’inviare la spazzatura di Napoli fuori dalla provincia, si sarebbe semplicemente attenuto all’accordo stipulato il 4 gennaio scorso tra gli enti locali e il governo. La chiusura di tre discariche in poco tempo e il fallimento di alcuni tentativi di smaltimento dei rifiuti di Napoli avrebbero definitivamente compromesso la situazione.