Elefanti: sequestro di derivati e gioielli in Senegal
Non solo avorio, il bracconaggio coinvolge gli elefanti anche per altre parti del corpo: lo svela un sequestro di gioielli derivati dai pachidermi.
Non solo avorio, il bracconaggio di elefanti in Africa può derivare anche da altre parti del corpo dell’animale. È quanto conferma il recente sequestro in Senegal, dove le autorità hanno rimosso dal commercio un numero consistente di oggetti derivati dai pachidermi, come pendenti realizzati dal ciuffo di morbidi peli presente sulla coda degli esemplari. Otto persone sarebbero state arrestate, così come riporta il gruppo Eco Activists for Governance and Law Enforcement (EAGLE).
Le autorità avrebbero raccolto oltre 450 oggetti preziosi, tra cui braccialetti, anelli, pendenti e altri prodotti di gioielleria, per un valore di mercato di circa 65.000 dollari. Sembra che le parti d’elefante siano state importate illegalmente in Senegal tramite il commercio con le nazioni dell’Africa centrale, quindi messe in vendita sia per consumatori locali che per turisti europei.
Così come riporta Reuters, sebbene i peli dell’animale possano essere rimossi in modo indolore per l’animale, in realtà deriverebbero da attività di bracconaggio. I cacciatori di frodo, dopo aver ucciso l’elefante per ottenerne le zanne in avorio, recupererebbero infatti qualsiasi porzione del corpo altrettanto rivendibile sul mercato illecito. Così spiega Ofir Drori, membro di EAGLE:
È stato per noi sorprendente esporci a un commercio così grande verso l’Europa di code di elefanti uccisi.
Secondo quanto specificano le fonti internazionali, gli arrestati sarebbero stati rilasciati a seguito del pagamento di una somma non ancora ben specificata, secondo le normative locali. Le organizzazioni mondiali, tuttavia, richiedono un maggior impegno affinché i governi africani renda altamente punibile il commercio di qualsiasi prodotto d’elefante, compresi gli oggetti di valore minore, poiché spesso sempre provenienti dal bracconaggio. Al momento si stima che in Africa rimangano circa 500.000 esemplari, con il loro numero drasticamente ridotto di anno in anno per la caccia di frodo. La richiesta di avorio, in particolare, sarebbe soprattutto proveniente dalle nazioni asiatiche, dove il prezioso materiale è utilizzato per la creazione di monili di lusso.