Edilizia sostenibile: il curioso caso delle case di riso
RiceHouse trasforma gli scarti della produzione risicola in materiali per la bioedilizia leggeri, traspiranti, sani e biodegradabili.
La bioedilizia ha un nuovo volto e un nuovo nome: si chiama RiceHouse il nuovo progetto che trasforma gli scarti derivanti dalla lavorazione del riso, altrimenti destinati a essere gettati o eliminati, in materiali per l’edilizia leggeri, traspiranti, sani e biodegradabili. Il nome della creatrice è Tiziana Monterisi e sta avendo un enorme successo.
Edilizia sostenibile: come sta cambiando?
I prodotti vengono realizzati miscelando gli scarti di riso calce, colla e paglia. In questo modo è possibile realizzare materiali leggeri, altamente termici, traspiranti, sani, ma soprattutto realizzare progetti biocompostabili e biodegradabili. Tra gli esempi di successo: intonaci ai massetti, dall’ecopittura ai pannelli di chiusura o di rivestimento a secco fino ad arrivare ad un nuovo sistema costruttivo per l’involucro prefabbricato (presentato quest’anno a Klimahouse) a elevate prestazioni termiche e acustiche. Tra i tanti esempi riportati da Edilportale di lavori realizzati dalla startup:
I materiali ottenuti con lo scarto del riso sono stati utilizzati anche per progetti di nuova costruzione come Casa ZS a Aurigeno in Svizzera costruita interamente, dalla struttura in legno all’isolamento in paglia di riso per i muri perimetrali, con materiali naturali RiceHouse.