Edera infestante: eliminarla in modo naturale
L'edera è una delle pianti più comuni, spesso infestante perché dalla riproduzione velocissima: ecco come eliminarla in modo naturale.
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L’edera è una delle piante rampicanti più comuni e, sebbene ultimamente venga scelta anche come varietà ornamentale, è nota soprattutto come erba infestante. Questo perché, oltre alla sua natura rustica che le permette di adattarsi facilmente a ogni clima, si moltiplica in modo molto veloce colonizzando interi giardini. La sua presenza, soprattutto in prossimità di orti o altre varietà, può essere inoltre dannosa: se non adeguatamente controllata, può sottrarre nutrienti essenziali alle altre coltivazioni e causare addirittura il soffocamento degli alberi. Ma come eliminarla in modo naturale?
Di seguito qualche informazione sull’edera, così come i principali consigli per rimuoverla in modo semplice, senza la necessità di ricorrere a erbicidi e pesticidi.
Edera, le caratteristiche
Per edera si intende un insieme di piante, perlopiù rampicanti, appartenenti alla famiglia delle Araliaceae. Diffusa pressoché ovunque, con una maggiore concentrazione nei climi miti, la pianta presenta numerosissime specie spontanee. Quella più diffusa in Italia è certamente l’Hedera Helix, o poiché capace di crescere in modo rigoglioso su tutto il territorio senza l’intervento dell’uomo.
L’edera è una pianta dall’estrema capacità di adattamento: può infatti sopravvivere senza grandi intoppi anche nei periodi di siccità e, inoltre, può adattarsi alle più svariate tipologie di terreno. Ancora, la sua moltiplicazione è molto veloce, tanto che spesso l’attecchimento avviene per talea spontanea tramite rametti recisi e caduti sul suolo. Proprio questa sua adattabilità, unita alla riproduzione fulminea, la rendono una specie infestante: può presentarsi in giardini di fiori, sui muri, attorno al tronco degli alberi e crescere negli orti.
La pianta si caratterizza per un fusto sottile ed elastico, capace di adattarsi a qualsiasi superficie verticale, grazie a delle estremità che si trasformano in veri e propri ganci naturali aggrappandosi a qualsiasi appiglio. Le foglie presentano generalmente tre o cinque lobi, sono di colore verde scuro e lucido e, per alcune specie, sono presenti anche delle macchie bianche o grigie. Raggiunta la piena maturità, attorno ai 10 anni, la pianta comincia anche anche il suo ciclo di fioritura, con la produzione di bacche di intenso colore violaceo o nero. Tali frutti non risultano commestibili per l’uomo, ma vengono consumati da alcune specie animali, come ad esempio gli uccelli.
Edera infestante: come eliminarla
Così come già accennato, l’edera è a tutti gli effetti una varietà infestante. Adattandosi a ogni tipo di terreno e di superficie verticale, può occupare lo spazio destinato ad alte coltivazioni, sottraendo a queste ultime importanti principi nutritivi. Ancora, quando molto sviluppata può arrivare a causare il decesso degli alberi, letteralmente soffocati dalla presenza di questa specie, oppure a rovinare muri e altre tipologie di pareti.
Eliminarla in modo naturale, quindi senza l’utilizzo di rimedi chimici, è abbastanza semplice. Quando l’edera si trova attorcigliata attorno agli alberi, si inizia innanzitutto a reciderne la porzione più sviluppata, affinché l’opera di eliminazione sia più semplice. Terminata la rimozione dei cespugli e dei rametti più ingombranti, si procede a estirpare l’erba infestante dal terreno, accertandosi di rimuovere completamente le radici. Gli eventuali residui recisi, tuttavia, non dovranno essere abbandonati sul terreno, bensì raccolti aiutandosi con un rastrello e smaltiti, poiché dai rametti possono nascere facilmente delle talee spontanee.
In caso l’edera si fosse sviluppata molto in altezza, raggiungendo le estremità superiori dell’albero, può essere difficile rimuoverla immediatamente. Se non troppo ingombrante, si potrà quindi attendere che diventi secca, per poi eliminarla senza troppo sforzo. Vicino ai muri o nell’orto, soprattutto se sono presenti diverse piantine allineate, può essere utile arrotolare i fusti su loro stessi, procedendo finché le radici non saranno completamente estratte. Una successiva pacciamatura eviterà una nuova radicazione della pianta.