E-Cat: tra 2 anni in tutte le case. Intervista ad Andrea Rossi
Intervista esclusiva ad Andrea Rossi, il creatore dell'E-Cat un dispositivo che promette energia a basso costo senza pericolo di radiazioni
Seguiamo le vicende legate all’E-Cat di Andrea Rossi e alla fusione fredda da diversi mesi, abbiamo parlato dei dubbi avanzati da alcuni blogger e dell’entusiasmo di altri e delle reazioni che ci sono state a seguito dei due test dell’impianto da 1 MW, in particolare l’ultimo avvenuto il 28 ottobre a Bologna.
Sull’E-Cat, sul suo funzionamento e sulla reazione che produce energia, permangono ancora dei punti interrogativi, ecco perché abbiamo deciso di rivolgere direttamente a Andrea Rossi alcune domande:
Ne ha già parlato più volte in altre occasioni, ma può riassumere la storia e i modi che hanno portato alla sua collaborazione con Focardi e la costruzione del primo E-Cat?
Dal 1990 facevo ricerche nel merito e quando siamo arrivati a un prototipo funzionante ho chiesto consulenza per schermaggi da radiazioni a Focardi.
Riassumendo, per quel che è dato di capire a noi profani, l’Energy-Catalyzer è un macchinario che, facendo incontrare idrogeno e nichel, produce calore e rame. Fino a che punto siete consapevoli di quello che succede dentro quella “scatola” e come spiegate il basso o nullo livello di radioattività sprigionata dalla reazione?
Abbiamo ormai precisa conoscenza della teoria, che è per ora segreto industriale.
È più corretto, secondo lei, parlare in questo caso di “fusione fredda” o di “reazione nucleare a bassa energia”?
LENR. (ndr Low Energy Nuclear Reactions, “reazioni nucleari a bassa energia”)
Quali sono le applicazioni pratiche immaginabili della vostra scoperta? L’E-Cat può davvero cambiare il mondo?
Vedremo. Per ora produciamo riscaldatori da 1 MW; entro 2 anni generatori di energia elettrica.
Il “miracolo” dell’E-Cat consiste nel rilasciare energia termica in grandi quantità immettendo nel sistema soltanto l’elettricità sufficiente a generare un’elettrolisi (per il rilascio di idrogeno), questo senza rischio alcuno per la salute umana. Insomma, delle condizioni ideali per lo sfruttamento “commerciale” ed è forse proprio questa situazione la causa di molto scetticismo. Se è vero che non di tutto il processo è in grado di dare una spiegazione scientifica, quali sono le rassicurazioni che può dare ai non addetti? Perché dovrebbero fidarsi dell’E-Cat una volta commercializzato?
Per ora vendiamo solo impianti per uso industriale, quando diffonderemo il prodotto per usi domestici ci saranno tutte le necessarie referenze.
Chi sono coloro che lei definisce “serpenti” (snakes) e perché la criticano tanto?
Non ho voglia di parlarne.
Il test del 28 ottobre è stato definito da Lei un successo nonostante la potenza generata sia stata inferiore alle aspettative. Può dirci quali problemi tecnici ha riscontrato durante il test?
Il motivo per cui abbiamo limitato l’output a 450 kW è derivato dalla scelta di mantenere l’operazione in self sustained mode, ossia produrre energia consumando zero energia. In questa situazione il reattore è in condizioni molto critiche e necessita di notevoli margini di sicurezza.
Cosa può dirci del committente segreto? Si parla addirittura della NATO, può confermare queste voci?
Il customer non vuole essere rivelato e io sono legato da NDA agreement.
Per quale motivo, secondo lei, la comunità scientifica non ha ancora sciolto le proprie riserve rispetto alla sua rivoluzionaria invenzione?
Che cosa intende per comunità scientifica? Questa è una definizione priva di significato, come tutte le definizioni de omnino et nihil.
Concludiamo con una previsione: fra quanto tempo, secondo lei, potremo acquistare un E-Cat personale per le nostre abitazioni?
Due anni.