E-Cat: né reazione nucleare né fabbrica negli USA, Rossi si sconfessa
Mentre Rossi annuncia sensazionali possibilità per la produzione di energia elettrica dall'E-Cat, un ispettore avrebbe stracciato tutte le "certezze" sul suo lavoro.
Se siete tra quelli che seguono con impazienza le notizie relative ad Andrea Rossi ed il suo E-Cat, quello che è appena trascorso è stato un week end di fuoco. Mentre Rossi continuava a dare delle notizie relative alla collaborazione con Siemens nella costruzione di una centrale elettrica con il suo reattore a fusione fredda come base, un ispettore ne avrebbe sconfessato a monte tutte le dichiarazioni.
Proviamo, però, ad andare con ordine. Andrea Rossi non più tardi di sabato aveva dichiarato che se Siemens riuscisse davvero a costruire, come promesso, un generatore capace di garantire un’efficienza al 30%, il COP (ovvero, in maniera estremamente sintetica, il rapporto fra produzione di energia ed energia utilizzata per mantenere il processo) sarebbe non di 6 (come dichiarato genericamente per l’E-Cat), ma potenzialmente “infinito”. “Com’è possibile?” vi chiederete. Semplice, perché l’energia elettrica necessaria al sistema potrebbe essere prodotta dallo stesso reattore.
Rossi, che è sempre piuttosto rapido a passare dalle ipotesi ai prezzi, avanza allora la possibilità di realizzare una centrale elettrica di 45 MW termici, capace di produrre 7,5 MW di energia elettrica e “vendibile” ad un prezzo di “appena” 30 milioni di dollari. Cifra ragguardevole per le tasche di quasi tutti noi, ma abbordabile per qualsiasi investitore medio nel campo dell’energia.
Ma dopo appena 24 ore da queste “buone notizie”, un’altra bomba ha fatto saltare dalla sedia gli scettici di tutto il mondo, fra cui lo stesso Krivit. Sappiamo che Rossi sta chiedendo i permessi per cominciare una produzione industriale e commerciale del proprio prodotto negli USA. Bene, uno degli ispettori interessati, per la precisione James Stokes della US Nuclear Regulatory Commission (NRC), ha rilasciato delle dichiarazioni sul suo incontro con Rossi che contraddicono punto per punto quasi tutti i capisaldi della storia.
Per farla breve, la conclusione a cui arriva è che la sua agenzia non abbia nulla da controllare riguardo al lavoro di Rossi perché:
- Rossi non ha nessuna fabbrica ancora, ma al massimo un ufficio.
- L’E-Cat non produce nessuna radiazione e, come avrebbe detto lo stesso ingegnere italiano, non è un reattore nucleare.
Capirete che non si tratta di dichiarazioni da poco. Per gli scettici questo vorrebbe dire che non solo Rossi avrebbe mentito sul procedere trionfale della sua azienda, ma soprattutto che sarebbe stata una fandonia il fatto di dire che dentro l’E-Cat avvenga una reazione nucleare di fusione fra idrogeno e nichel. Chiaramente, è possibile ipotizzare un parziale fraintendimento delle dichiarazioni di Stokes e sicuramente Rossi si farà presto sentire per smentire tutto.
Non possiamo però non notare come questa notizia abbia, per lo meno, incrinato il fronte dei “pro-Rossi”. In particolare, dobbiamo riportare l’amara conclusione di Sterling D. Allan di PESN (Pure Energy Systems News):
Chiedo scusa a chiunque io abbia incoraggiato a provare e fare affari con Andrea Rossi.
PESN è stata una risorsa preziosa di notizie sull’E-Cat fin dalla prima ora. L’invenzione di Rossi stava nella loro top5 delle invenzioni che dovrebbero cambiare il futuro energetico del nostro pianeta ed Allan si era fatto in quattro per garantire al “reattore a fusione fredda” creato da Rossi e Focardi la massima attenzione mediatica.
Il blogger continua a credere nell’ipotesi della fusione fredda e concede un certo credito a Rossi come “pioniere” nel campo della LENR nichel-idrogeno. Ma sulla sua affidabilità come imprenditore non sembra più intenzionato a scommettere nulla. Una perdita d’immagine con cui l’ingegnere Rossi dovrà fare i conti d’ora in avanti.