
Crolla la domanda energetica in Italia dopo le disposizioni per contrastare la diffusione del Coronavirus. Questo emerge dai dati Terna sull’andamento dei consumi, fortemente contratti dopo lo stop alle attività produttive non essenziali. Penalizzata da tale andamento soprattutto il termoelettrico, mentre i primi effetti negativi stanno cominciando a interessare anche le rinnovabili.
Nel confronto con il 2019, il periodo compreso tra l’11 e il 27 marzo 2020 ha fatto registrare una domanda elettrica di circa 12,6 TWh rispetto ai 14,8 dell’anno precedente. In entrambi i casi sono compresi quattro giorni di fine settimana. Il calo a livello nazionale è pari al 15,1%, mentre nel solo Nord Italia si tocca quota 19,1%.
[ghshortpost id=322410 title=”Fotovoltaico: le attività consentite durante l’emergenza Coronavirus” layout=”post_inside”]
Restringendo il focus alla sola settimana tra il 21 e il 27 marzo il calo si fa ancora più marcato, con una media nazionale del 20,4% e una contrazione del 27,8% per il Nord Italia.
Il termoelettrico registra un calo della produzione pari al 29,9% tra l’11 e il 27 marzo 2020 (rispetto allo stesso periodo 2019). Meglio va alle rinnovabili nel complesso, che pagano un 7,3%. Decisamente negativo è però il quadro specifico dell’eolico, la cui produzione si è ridotta del 38,6%. Perdita dell’8,8% per il fotovoltaico e del 2,5% per le biomasse. Il bilancio è positivo, rispetto al 2019, per l’idroelettrico (+26,9%) e geotermia (+3,2%).