Per forza di cose, tutte le foto che vedete del dodo sono o ricostruzioni o disegni. Questo perché questo uccello che non poteva volare si è estinto tempo fa e di lui rimangono testimonianze scritte da marinai o esploratori nei loro diari.
Anzi, sono rarissimi i reperti non fossili di questa specie. Questo vuol anche dire che non si sa praticamente niente riguardo al suo comportamento e anche per la descrizione del suo aspetto ci si può sempre e solo basare su questi resoconti.
Questa è la classificazione scientifica del dodo:
Il dodo o Raphus cucullatus, o dronte, probabilmente deriva da alcuni uccelli frugivori e capaci di volare arrivati a Mauritius dall’Asia meridionale. Qui una combinazione di fattori, fra cui anche il fatto che c’erano pochi predatori e un clima favorevole che rese praticamente inutili le migrazioni, fece sì che si evolvesse una specie di volatili con ali sempre più atrofizzate, incapaci dunque di spiccare il volo.
Ma non furono solo le ali a mutare. Anche arti anteriori e becco cambiarono di aspetto per adattarsi meglio alla vita di terra visto che questi uccelli si nutrivano di frutti e bacche, con annesso aumento progressivo delle misure.
Dagli originali progenitori lunghi 35 cm, si passò a uccelli lunghi anche più di 50 cm, dal peso che si stima possa essere arrivato anche a 25-30 kg.
Il R. cucullatus viveva solo esclusivamente sull’isola di Mauritius.
Tutto ciò che si sa sull’aspetto dei dodo deriva da quegli antichi resoconti di marinai e coloni. Non esistono, infatti, neanche scheletri completi nei musei, quindi anche tutte le ricostruzioni che si trovano magari nei musei o nei parchi preistorici, derivano da quegli antichi diari o disegni dell’epoca. Illustrazioni che, spesso, sono fuorvianti, contrastanti o esagerate.
Nella maggior parte dei dipinti, il R. cucullatus viene rappresentato come un uccello tozzo e pesante, in alcuni dipinti è molto grassoccio, ma potrebbe trattarsi di un’erronea interpretazione da parte del pittore dell’epoca, con piume grigiastre, zampe gialle un un grosso becco ricurvo, giallo-nerastro con ciuffo di penne ricce sulla coda.
Però anche sul colore della sua livrea ci sono dubbi. Anche i pochi R. cucullatus impagliati potrebbero avere colori più smorti rispetto a quelli reali a causa di errori nella procedura di conservazione.
Per quanto riguarda le dimensioni dei dodo, gli adulti potevano raggiungere un’altezza di 1 metro, con peso che andava dai 10 ai 15 kg, anche se qualcuno sostiene che alcuni esemplari potessero arrivare a 30 kg.
Se si sa poco dell’aspetto del R. cucullatus, ancora meno si sa del suo comportamento. Quello che è certo è che non poteva volare e che era una specie terricola. Verosimilmente, vista la forma del becco, si nutriva di frutti, semi e bacche. Il becco, infatti, non appare quello di un uccello insettivoro o carnivoro.
Non si sa altro del suo comportamento in natura.
Ecco alcune piccole curiosità sul dodo:
Perché il dodo si estinse? Bella domanda. Inizialmente la colpa venne data ai marinai portoghesi e olandesi, rei di avergli dato la caccia per mangiarlo. Solo che tutti i resoconti di questi marinai parlano del R. cucullatus come di un animale dalla carne non molto buona, motivo per cui pare impossibile che sia stata questa la causa dell’estinzione.
Anche se le uova erano apprezzate, considerando che non erano molto mobili e che nidificavano a terra, è anche possibile che l’uomo o specie antagoniste, fra cui anche maiali, capre e scimmie portati dall’uomo che entrarono in competizione col dodo per le risorse alimentari, possano aver contribuito a ridurre il numero di uova e quindi il numero di nuovi pulcini.
Più verosimile la possibilità che il Raphus cucullatus si sia estinto nel XVII secolo a causa della distruzione del suo habitat causata dall’uomo. Da una parte, i coloni portoghesi e olandesi disboscarono l’isola, dall’altra introdussero specie non autoctone come cani e gatti che predarono i dodo.
A dire il vero all’epoca in pochi si accorsero della sua estinzione: qualcuno pensò ad un certo punto che fosse una sorta di animale mitologico, dubitando persino della reale esistenza. Solo nell’Ottocento ci si rese conto che era un uccello realmente esistito e che la causa della sua estinzione era stata propio l’uomo.